Daniele Colacicco è uno speaker radiofonico che si riconosce per la sua professionalità e il suo stile comunicativo fresco e coinvolgente, che lo ha reso uno dei protagonisti più amati a Radio Norba e Radio Norba TV. Attualmente conduce il programma “Music College” da lunedì al venerdì in coppia con Rosaria Rollo. Ha partecipato anche a diversi eventi nazionali, tra questi spicca la sua recente presenza come talent delle radio Mediaset durante Capodanno in Musica in diretta da Bari su Canale 5, dove ha rappresentato il mondo della radio con il suo stile inconfondibile.
Ma non si ferma qui: durante la settimana del Festival di Sanremo 2025, Daniele sarà al fianco di Rosaria Rollo con il loro Music College, per raccontare il dietro le quinte e le emozioni della kermesse musicale più importante d’Italia. Noi di Ditutto lo incontriamo in questa intervista esclusiva per scoprire di più sulla sua esperienza professionale, le sue emozioni e i suoi progetti futuri.
Daniele, sei nato e cresciuto a Polignano a Mare, un luogo suggestivo e ricco di ispirazione. In che modo le tue radici hanno influenzato la tua passione per la comunicazione e la carriera che hai intrapreso?
Polignano credo mi abbia insegnato fin da piccolo il culto della bellezza. Bastava soltanto allungare lo sguardo su tutto quello che mi circondasse. Molte volte ci dimentichiamo del fatto che la bellezza possa incidere tanto nelle nostre vite. Se solo ci accorgessimo di quanto splendore ci sia intorno a noi forse saremmo persone migliori, più accoglienti, più buone. Per il resto, credo che comunicare sia un’urgenza oltre che forse l’unica cosa che sia in grado decentemente di fare.
Durante il tuo percorso hai esplorato anche ambiti artistici come la recitazione e la musica. Quanto hanno contribuito queste esperienze a formare il tuo stile comunicativo?
Sebbene nessuno mi creda, da piccolo ero timidissimo. Quasi incapace di avere a che fare con gli altri, in preda a mille paranoie di qualunque tipo. Prima la recitazione, e poi il gruppo musicale in cui ho militato come cantante, mi hanno fatto invece capire che non ci fosse nulla di male nel rapportarsi agli altri, anzi. Ho compreso come il confronto potesse essere costruttivo. La radio è stata solo una fortunata coincidenza, ma senza quei primi approcci col mondo dell’arte magari non sarebbe neanche poi diventata quella che oggi è.
Dopo gli studi al Liceo Classico e all’Università di Bari, ti sei immerso nel mondo della radio. Quali sono stati i tuoi primi passi a Radio Norba e come sei riuscito a emergere in un panorama così competitivo?
La radio è arrivata quando ero molto giovane, durante il primo anno di Università. Devo ringraziare il direttore dell’epoca, Alan Palmieri, per avermi ‘raccattato’ da una scuola di musica in cui studiavo canto. Mi parlò del fatto che avessi un buon timbro vocale e che avrei potuto anche provare a dire qualcosa davanti a un microfono (cosa mai pensata fino a quel momento). Da lì tanto studio e tante ore passate a simulare programmi, fino alla prima diretta, dopo sei mesi, all’una di notte. Un’emozione indefinibile. La radio è uno specchio di quello che si vive quotidianamente. Essere persone sempre attente al proprio miglioramento e curiose credo possa coincidere col fare questo lavoro al meglio delle nostre possibilità.
Conduci programmi quotidiani su Radio Norba e Radio Norba TV insieme a Rosaria Rollo. Qual è il segreto della vostra sintonia e cosa rende unica la vostra collaborazione?
Con Rosaria è stato bello fin dal primo incontro, una meravigliosa sintonia. Ero convinto, prima di iniziare questo percorso con lei, rendessi meglio da solo. Poi ho incontrato una persona molto rispettosa e scrupolosa, dolce e attenta, buona soprattutto. E la bontà è una delle caratteristiche che più amo scoprire nelle persone. Ci si vuol bene, e credo questo venga fuori in ogni programma che abbiamo la fortuna di condividere.
Recentemente, hai animato il Capodanno in piazza a Bari in diretta anche su Canale 5. Qual è stata la tua emozione più grande nel partecipare a un evento di portata nazionale?
Mi sono goduto ogni istante della piazza barese e del suo Capodanno. Amo la gente, adoro sentire il suo entusiasmo. Eravamo una tribù che voleva soltanto divertirsi, e lo abbiamo fatto, e alla grande. Da quella sera amo Bari ancora di più, una delle città più pazzesche e calorose che esistano.
Durante la settimana del Festival di Sanremo, sarai al timone di Music College insieme a Rosaria. Puoi darci un’anticipazione di come racconterete ai vostri ascoltatori il dietro le quinte di un evento così iconico?
Ehm, sogno della vita. Sanremo mi riporta la mente ad uno dei posti più incredibili che conosca, le braccia della mia nonna. La settimana del Festival per noi era sacra. Il giornale, la tv, le canzoni da cantare e l’amore totale. Sarà la mia prima volta nella cittadina ligure, una gioia indescrivibile. Porteremo il nostro ‘Music College’ alle porte dell’Ariston e lo faremo con tutta la sincerità e professionalità che abbiamo in corpo. Sarà bello interfacciarsi con i tanti artisti che saranno presenti ed essere la voce e gli occhi di tutti i nostri ascoltatori e telespettatori, ormai la nostra famiglia acquisita.
Il tuo percorso professionale è stato segnato da una continua crescita. C’è stato un momento o un’esperienza che consideri una vera svolta nella tua carriera?
Ti sembrerà assurdo e strano ma credo di essere cresciuto quando sono andato via dalla radio, nel 2017. Avevo bisogno di lasciare la mia zona di comfort per cercare di rispondere alle infinite domande che correvano fortissimo nella mia testa. Sono andato a vivere a Milano e ho cambiato radicalmente prospettiva. Ho iniziato a insegnare, una delle esperienze più belle che potessero capitarmi. Il confronto con i ragazzi, il mio affetto e la loro quasi ‘devozione’. Ho capito ancora di più come il segreto sia quello di parlare al cuore della gente, di annullare ogni grado di separazione, di guardarsi per davvero negli occhi e per davvero di dare valore a ogni momento della nostra vita. Ho imparato ad ascoltarmi e a volermi bene. Quando il nuovo direttore, Angelo De Robertis, una delle persone più incredibili abbia mai incontrato, ha voluto ci vedessimo per parlare di un mio ritorno a casa, non ci ho pensato mezza volta. Ero pronto.
Sei una figura di riferimento per molti giovani che vogliono entrare nel mondo della comunicazione. Qual è il consiglio più importante che daresti a chi sogna di intraprendere questo mestiere?
Sono troppo felice quando incontro dei ragazzi giovani che mi ascoltano e guardano pensando faccia bene il mio mestiere. Dare tutto quello che abbiamo credo sia la chiave, il cuore è fondamentale. Investire tanto in noi stessi, non lasciare nulla al caso, essere capitani della nostra anima (per citare un grandissimo personaggio della Storia). Viviamo in un mondo che vede sempre più la nostra soglia dell’attenzione diminuire, tutta questa tecnologia ci sta quasi anestetizzando. Dobbiamo tornare a innamorarci guardandoci negli occhi, accorgerci di quanto sia bello camminare senza lo sguardo fisso sul nostro smartphone. Altrimenti cosa possiamo comunicare se privi ormai del nostro spirito di osservazione e della nostra sensibilità?!?
Hai avuto modo di lavorare sia in ambito radiofonico che televisivo. Quali sono le principali differenze tra i due media e quale ti rappresenta di più?
Amo la radio perché vera fino al midollo. Ad ogni modo, conosco troppo poco ancora la televisione per avere di lei un’idea precisa. Magari, e me lo auguro, tra qualche tempo potrò risponderti con maggiore cognizione di causa.
Con i tanti traguardi già raggiunti e nuovi progetti all’orizzonte, come ti immagini il tuo futuro professionale nei prossimi anni? C’è un sogno o un obiettivo particolare che vorresti realizzare?
Arrivare più in alto possibile, di obiettivi ce ne sono tanti. Vivere tante belle esperienze e conoscere sempre più gente che mi porti a crescere, personalmente e professionalmente. Sono un grande sognatore, ma i sogni vanno alimentati col lavoro quotidiano. E, io, amo lavorare!
- D.