di Simone G.
Protagoniste è un brano che affronta la tematica della violenza sulle donne. Parlaci di questo nuovo singolo.
Mi piace pensare che Protagoniste sia una tela vuota che ognuno riempie di sé stesso. Non ho scritto questa canzone con l’intento di descrivere le donne, ma solo per riuscire a dargli il giusto spazio. Le donne riescono ad essere guerra ed equilibrio, problema e soluzione in un solo corpo, senza sentire il bisogno di scegliere perché nessun aspetto della nostra vita può precluderne un altro: sappiamo essere adulte e bambine, madri di famiglia e donne in carriera. Ho scritto questa canzone per educare al rispetto e all’inviolabilità che è il diritto alla vita, diritto di cui Roberta Lanzino e moltissime come lei non hanno goduto. Protagoniste è una canzone per riflettere, per capire che ne siamo tutti responsabili perché non vi poniamo la giusta attenzione e non facciamo abbastanza per riscattarle. Questa canzone è il mio invito ad essere protagonisti della nostra vita, mai comparse.
Secondo te si parla ancora poco di questo problema?
Purtroppo. Non basta parlarne il 25 novembre così da alleggerire la nostra coscienza. Dovremmo educarci, rispettarci, discuterne, informarci sui dati reali, per capire davvero quanto grave sia la situazione che centinaia di donne vivono ogni giorno. Credo sia imbarazzante nel 2021 essere così poco sensibili a questa tematica.
Sono 247 le donne morte durante questo anno: se questo è il risultato allora no, non se ne parla abbastanza.
Quanto sono importanti per te la musica e soprattutto i testi.
Sia la musica che il testo sono egualmente importanti, si sorreggono a vicenda. È importante riuscire a trovare il giusto equilibrio tra i due: devono completarsi, essere in armonia. Trovo affascinante come riescano ad esprimere le stesse sensazioni, emozioni, percezioni, con strumenti diversi come parole, accordi, melodie.
Cosa deve avere una canzone per colpirti e per far sì che diventi un tuo “vestito”?
La musica è emozione pura, di conseguenza una canzone deve sapermi emozionare, provocare quel qualcosa che senti partire dalla bocca dello stomaco, quasi come se poi non riuscissi a saziartene mai.
Ogni genere di musica è arte, linguaggio, movimento. Se una canzone ha queste caratteristiche, se sa smuovere una qualunque forma di emozione, se riesce a farmi ricordare di lei, allora riesce anche a vestirmi.
Quale tra le esperienze musicali è quella più importante, o quella che ricordi più volentieri.
Qualunque cosa riguardi la musica è un’esperienza da ricordare. Comunque ho avuto la fortuna di viverne molte e mi viene difficile scegliere; sicuramente la mia partecipazione alla full immersion di formazione musicale presso il CET di Mogol, i laboratori di formazione musicale di Area Sanremo, la registrazione del mio primo inedito presso il Q Recording Studio di Red Canzian a Milano.
Anche le mie prime volte in studio con il mio team sono momenti impressi nella mia memoria, ciò che riesco a vivere con loro lì dentro è indescrivibile ed ogni volta è come se fosse la prima.
Prodotta da Gianni Testa per la Joseba Publishing, la canzone porta le firme anche di Marco Passarelli, Giovanni Segreti Bruno, Francesco Greco e lo stesso Testa, arrangiato, missato e masterizzato da Arianna Tomaselli presso Tape Lab Studio. Il videoclip, per la regia di Mario Suarato, è uscito proprio il 25 novembre in occasione della giornata mondiale contro il femminicidio.
Video: https://www.youtube.com/watch?v=f03VGlroahE
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