IL CANTAUTORE CHE PARLA DELLA GENTE

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Concato-20Intervista a Fabio Concato durante il concerto al Teatro Italia di Gallipoli

I suoi fan hanno dovuto aspettare ben undici anni per poter riassaporare il gusto di un album ricco di inediti. Nella  primavera scorsa, il lancio dei due nuovi singoli ” un trenino nel petto” e  “tutto qua”,  poi la presentazione del lavoro finale e il relativo tour nei teatri italiani. “Tutto qua” è a suo dire , una specie di riassunto di ciò che stato della sua carriera e della sua vita, un fermarsi e fare il punto del proprio percorso. Nelle sue canzoni Fabio, assume il ruolo di narratore, e non più di attore protagonista, cerca di immedesimarsi nella sua gente raccontandone le difficoltà , le preoccupazioni e le ansie del tempo. Anche se a suo dire ciò che  sa far meglio è “parlare dell’amore”. Tanti i mezzi di locomozione presenti nei testi e nei titoli dei nuovi singoli, come se si volesse raccontare di quel meraviglioso viaggio fatto o delle  tante  occasioni perse, che forse avrebbero dato un significato diverso al suo vivere. C’è anche la presa di coscienza di un uomo che “se non fosse stato per la musica” non avrebbe saputo fare altro. La sesta traccia ci dona questo aspetto autobiografico del cantautore milanese, consapevole di aver fatto la scelta giusta.  Un tour da sold out nei teatri Italiani che ospiteranno questo progetto dai suoni classici e sempre originali. Un concerto di due ore tra grandi successi e nuove canzoni, tra melodie e storie da raccontare. Un ironico Fabio padrone indiscusso del palco che con occhiali da sole e seduto sul  suo sgabello  oltre a cantare , intrattiene il suo pubblico con battute e racconti di vita. Tanti i momenti emozionanti durante il concerto dello scorso 24 gennaio al Teatro Italia di Gallipoli, in particolar modo quando sulle note di “fiore di maggio ” e ” ti ricordo ancora” Fabio Concato decide di scendere giù in platea  a distribuire abbracci e strette di mano, e perché no  regalandosi l’affetto della sua gente.

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Tutto qua  si chiama così il tuo ultimo lavoro,  è un racconto o una forma di congedo?

Si , è una specie di racconto di questi ultimi undici anni. Anni  in cui ero affaccendato a fare altro e avevo la testa impegnata da altre situazioni.  Ho sempre pensato che, il Fabio venisse prima del Concato,  e cioè che la mia persona venisse prima dell’artista, e ho fatto le cose secondo coscienza. Mi è molto dispiaciuto non dare delle canzoni nuove  alla mia  gente nonostante sapessi quanto le attendessero, ma è andata così. C’è da dire che mi ero anche un po’ disamorato di certa discografia e di un certo mondo delle produzioni. In realtà il mio stop ha riguardato solo le produzioni poiché i live ho continuato a farli per soddisfazione mia e della mia gente

Quanto c’è di autobiografico nel tuo disco ?

Il mio,  in realtà è un tentativo di mettermi nei pani delle persone più  bisognose. Questa situazione io la vivo come se fosse un’emergenza, in più ho la fortuna di riuscire a tradurre  i miei pensieri in musica,  e questo fa di me un privilegiato. Nelle mie  canzoni cerco di rimettere l’uomo al centro dell’attenzione,  visto che spread, new economy e via dicendo continuano a prevalere su tutto lasciandosi dietro il vuoto. Questo mio disco è un modo per parlare e solidarizzare con le persone che vivono momenti di difficoltà. In fondo la musica deve occuparsi anche di questo e non solo ed esclusivamente delle classiche canzoncine d’amore

In una tua canzone scrivi che “senza la musica forse saresti morto”

Si in fondo alcune volte mi domando che accidenti avrei fatto se non avessi fatto il cantante. In realtà non saprei per davvero cosa rispondere, ma se proprio devo pensare ad un mestiere alternativo, avrei preferito senza dubbio qualcosa di manuale rispetto ad una professione intellettuale. Mi sarebbe piaciuto fare il giardiniere per esempio: lavorare manualmente all’aria aperta e a contatto con la natura sono due cose che rientrano nella mia sfera, anche lo stesso sforzo fisico è un qualcosa che a fine giornata ti gratifica.

Continui a fare tanti concerti , continui a girare l’Italia da Nord a Sud

E’ sempre emozionante  venire nel Salento, anche perché so quanto la gente del posto sia calorosa e accogliente. Un tour che sta andando bene e che continua a riscuotere un ottimo successo. Il teatro è una situazione che mi diverte molto di più rispetto alla piazza, perché mi permette di avere un contatto diretto con il mio pubblico

Dario Sanghez

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