Una rivoluzione per contrastare i disturbi sulla respirazione

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A tu per tu con Biagio Roberto Di Terlizzi, titolare di OxyDi

I concentratori INOGEN danno sicurezza e affidabilità anche
a chi necessita ossigeno per combattere il Covid-19

Con l’arrivo delle festività l’esigenza di trascorrere un periodo fuori casa, magari con i propri parenti, si scontra con gli strumenti che fornisce il Sistema Sanitario Nazionale per svolgere l’ossigenoterapia a domicilio. La bombola grande e la bombola portatile non sono gli strumenti ideali per potersi muovere con i mezzi di trasporto in quanto la loro autonomia è molto limitata nel tempo. Il fornitore di ossigeno richiede da 7 a 10 giorni di preavviso per la consegna delle bombole in un luogo diverso dal domicilio, concordando luogo e orario.

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Inoltre su alcuni mezzi di trasporto come gli aerei è vietato portare a bordo le bombole di ossigeno. Che fare a questo punto? La soluzione è molto semplice: basta utilizzare il concentratore di ossigeno portatile che, a differenza delle bombole (che devono essere continuamente ricaricate di ossigeno), i concentratori di ossigeno portatili hanno un’autonomia illimitata in quanto producono ossigeno filtrando l’aria circostante.

Funzionano sia elettricamente che a batteria, ecco perché con questi dispositivi potete muovervi in auto (collegandolo alla presa 12V dell’accendisigari non si avranno limiti negli spostamenti); ci si potrà muovere con l’aereo (sono autorizzati a bordo e con la presa elettrica del bracciolo si potrà compiere voli intercontinentali senza alcun problema), si potrà andare al mare (con le batterie di alimentazione si avranno fino a 9 ore di autonomia lontano da fonti di alimentazione elettrica).

Molti si chiederanno: quanto pesa? Ne abbiamo parlato con Biagio Roberto Di Terlizzi, titolare di OxyDi che distribuisce questo tipo di dispositivi.

Il concentratore di ossigeno portatile pesa molto meno della bombola di ossigeno – spiega Di Terlizzi – ;il peso del concentratore di ossigeno portatile varia da 2,2 kg fino a 3,8 kg. Per un paziente ipossiemico il vantaggio di avere molto meno peso sulle spalle si traduce in una migliore saturazione ed in una maggiore capacità di recupero.

Signor Di Terlizzi, l’ossigeno è lo stesso?

Si, la purezza del concentratore di ossigeno è clinicamente valida come quella della bombola, con un vantaggio in più: l’ossigeno del concentratore si trova alla stessa temperatura ed alla stessa umidità del corpo umano e per questo non secca le mucose, a differenza dell’ossigeno in bombola che è freddo, a circa -200°C, e va umidificato artificialmente. Col pulsossimetro è possibile verificare l’efficienza clinica del concentratore: la saturazione sarà la stessa di quella raggiunta con l’ossigeno liquido.

Si possono sostituire completamente le bombole di ossigeno?

Si – conferma Di Terlizzi – i concentratori di ossigeno sono concepiti per un uso continuativo 2 4ore su 24. In altre nazioni come gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, la Spagna o la Svizzera i concentratori di ossigeno sono ormai la norma e vengono prescritti dagli pneuomologi al posto delle bombole di ossigeno.

Si può restare tranquilli ?

Si, il concentratore di ossigeno è uno strumento che rende l’ossigenoterapia più facile e più sicura. E’ annoverato tra gli strumenti salvavita, scompare l’ansia di rimanere senza ossigeno, fattore che limita molto la vita al di fuori del domicilio e fa cadere i pazienti sotto ossigenoterapia in depressione nella maggior parte dei casi, perché non possono svolgere una vita normale. Questi dispositivi rendono psicologicamente libero il paziente che con le bombole si sente “costretto” a restare in casa: il fattore psicologico infatti è molto importante per evitare che la patologia respiratoria si aggravi.

Quale è la funzione riabilitativa dei concentratori portatili di ossigeno?

“GRAZIE AL TIPO DI EROGAZIONE “PULSATA O ON DEMAND” cioè danno ossigeno solo quando il paziente lo richiede, durante l’inspirazione i concentratori portatili permettono una maggiore riabilitazione e, quindi, un miglioramento generale del sistema respiratorio. Il dispositivo segue la frequenza respiratoria del paziente, controllando la regolare inspirazione dal naso, e attivando un segnale d’allarme nel caso si respiri troppo dalla bocca cercando di compensare la mancanza di ossigeno. Al contrario, con l’ossigeno liquido in bombola non si ha nessun segnale d’allarme che avvisi il paziente dell’errato modo respiratorio. Anche se può sembrare strano, il concentratore costringe a respirare il più tempo possibile solo con il naso (respirazione corretta) permettendo di raggiungere una maggiore efficienza nella respirazione e quindi una migliore saturazione di ossigeno nel sangue: non è infrequente che alcuni pazienti che passano dall’ossigeno liquido a quello concentrato riescano a ridurre l’apporto di ossigeno di aleno 1-2 litri/min mantenendo la stessa saturazione sanguigna.

Una delle più grandi paure di chi deve svolgere l’ossigenoterapia è quella di restare senza ossigeno. E quindi?

“E quindi la bombola si svuota regolarmente necessitando di un servizio di ricarica/sostituzione continuativa per fare in modo di garantire, al paziente, la terapia. Spesso il servizio di chi recapita l’ossigeno a domicilio non è così efficiente, e così i pazienti vivono continuamente con l’angoscia di ricevere l’ossigeno in tempo utile e prima che finisca; oppure è maggiormente angosciante per il paziente – spiega Di Terlizzi – rimanere senza ossigeno quando va in giro con la bombola portatile (detta stroller, ndr): la sua autonomia è molto limitata e spesso è inferiore alle attese e, quindi, capita che molti pazienti preferiscono restare in casa, oppure uscire per poco tempo per non incorrere in questo problema.

Quindi con il concentratore di ossigeno questa paura non esiste?

E’ proprio così: grazie alla possibilità di produrre ossigeno ovunque ci si trovi, e grazie soprattutto alle possibilità di utilizzare i nostri concentratori di ossigeno o ricaricarlo in qualsiasi luogo (auto, casa, ristorante, etc.), l’autonomia è illimitata ed il problema psicologico non ha più ragione di esistere, il concentratore collegato ad una fonte di corrente può funzionare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. In conclusione: per pazienti che si sentono fortemente limitati nella loro vita quotidiana il concentratore di ossigeno portatile rappresenta l’unica possibilità di godere di una vita assolutamente normale? “Sia in termini clinici che in quelli psicologici il concentratore rappresenta la soluzione che permette di cambiare radicalmente la propria vita: chi lo prova – conclude Di Terlizzi – non torna più indietro. Tuttavia anche per pazienti che non necessitano di particolare mobilità, il concentratore di ossigeno portatile o stazionario rappresenta una soluzione ottimale: con questo dispositivo si è certi di non rimanere mai senza ossigeno. Basta provarlo per 7 giorni. Effettuiamo consulenza a domicilio gratuita e supporto tecnico con assistenza su tutto il territorio nazionale e con visita a domicilio gratuita. Effettuiamo pagamenti dilazionati e consulenza telefonica nonché il noleggio dei dispositivi e il monitoraggio in remoto. Gli interessati possono contattare il numero (+39) 335/664.60.58

Nicola Mauro Marino

 

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