Lecce, omicidio di Daniele e Elenora, Gesualdo: “Un’immane crudeltà che ha sconvolto tutti”

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Il commento del presidente dell’Ordine degli Psicologi Vincenzo Gesualdo in merito al duplice omicidio dei due fidanzati a Lecce

 

“Una notizia che ha sconvolto tutti. Un gesto brutale che lascia sgomenti e che deve far riflettere sull’impellente necessità di investire nella salute mentale in prossimità della giornata mondiale della salute mentale in programma il prossimo 10 ottobre”. È il commento di Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia, in merito al duplice omicidio dei due fidanzati avvenuto a Lecce.

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Tra i vari comportamenti criminali l’omicidio è quello che genera maggior allarme sociale per la crudeltà intrinseca. La stesa crudeltà usata dall’omicida nello sferrare 60 coltellate alle vittime.

“Ciò che sconvolge ancor di più è l’accurata premeditazione, con estrema pianificazione di dettagli e la conseguente freddezza che ha accompagnato l’omicida per un’intera settimana, durante la quale ha continuato la sua regolare quotidianità, prima di confessare l’efferato delitto” continua Gesualdo. Un omicida che, da quanto emerso, sarebbe conosciuto come un individuo silenzioso, introverso e calmo e che, al momento dell’arresto, sarebbe scoppiato in una grassa risata.

Il ritrovamento di fogli nei quali era descritto, nei minimi dettagli, il percorso adducente al condominio di via Montello, la modalità e l’arma con cui De Marco intendeva consumare l’intera azione criminosa sono tutte caratteristiche che conseguono un chiaro disturbo psicologico e, nello stesso tempo, una chiara intenzionalità.

“Desiderio di vendetta, un piatto da servire freddo. È vero che la vendetta non risolve il problema, ma per pochi istanti ti rende soddisfatto” è la frase condivisa su Facebook dall’omicida tre giorni prima di chiedere a Daniele De Santis la possibilità di affittare nuovamente una stanza nell’appartamento di via Montello.

L’ombra della vendetta che si cela dietro l’omicidio è la causa attualmente al vaglio degli inquirenti. “Chi uccide o tenta di uccidere per tale motivo è un individuo che ha seri problemi di relazione, che non ha chiaro il concetto di libertà dell’individuo e che vuole possedere l’altro” continua Gesualdo.

I comportamenti aggressivi e violenti sono di importanza sostanziale tanto in ambito sociale quanto in ambito clinico. “Alcuni soggetti possono diventare violenti quando credono che qualcuno li stia minacciando o cerchi di danneggiarli”. All’omicida, infatti, sarebbe stata negata la possibilità di tornare a vivere nella casa dei due fidanzati come coinquilino, casa nella quale aveva già vissuto fino allo scorso agosto.

“Tutte queste connotazioni delineano un evidente disturbo psicologico che non può prescindere da una seria presa in carico” conclude Gesualdo. “L’Ordine degli Psicologi è a disposizione delle autorità per offrire sostegno psicologico alle famiglie delle vittime di questa tragedia oltre che a tutte le altre persone coinvolte direttamente”.

 

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