di Patrizia Faiello
Oggi vi proponiamo l’intervista esclusiva al trentasettenne Antonio Tarantino, il poliedrico polistrumentista, pianista, cantante, trombettista e beat boxer salentino.
Diplomato in pianoforte, al Conservatorio Tito Schipa di Lecce, dopo l’esperienza al Prince Claus di Groningen, in Olanda, dove ha studiato piano jazz e arrangiamento per big band, si iscrive al corso di “Composizione Classica” con Il Maestro Riccardo Panfili al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli.
Nel corso degli anni Antonio Tarantino ha collaborato con l’icona attuale del reggae internazionale Alborosie, partecipando alle registrazioni di sei dischi, aggiudicandosi il premio Mobo con l’album “Two times revolution” e suonando in quasi 600 concerti in sette anni in giro per il mondo.
Numerosissime le sue collaborazioni musicali,ha infatti composto e registrato in studio per Etana, Jimmy Cliff, Nina Zilli, Elisa, Jovanotti, Fedez, Negramaro, solo per cit̀are qualche nome.
Si è esibito con Alpha Blondie, Etana, Antony B, Ikaya, Michael Rose, Kymani Marley, Gentleman, Gianluca Petrella. Buona lettura!
Ciao Toni iniziamo a parlare un po’ di te. Raccontaci quando e come è nata la passione per la musica?
Nonostante sia una domanda frequente mi è sempre difficile rispondere. Non saprei datare l’inizio di questo meraviglioso percorso, ricordo di essere sempre stato affascinato dagli strumenti musicali come fossero dei semplici giocattoli da avere in casa e con i quali riempire le mie giornate. Molto dopo ho sentito l’esigenza di studiare seriamente, per far si che questo gioco di bambino diventasse un gioco da poter fare anche da grande.
Quali sono state le tue fonti di ispirazione?
Ho imparato a trovare ispirazione in quello che mi circonda, la natura e la sua imprevedibilità più di tutto. C’è un altro aspetto legato all’ispirazione, cioè il fatto che l’ispirazione stessa sia una innovazione del pensiero romantico, e rifacendomi ai compositori pre-romantici, credo fermamente nella composizione come ad un mestiere di artigiano, fatto di quotidianità e impegno a prescindere dall’ ispirazione stessa, poi si sa l’appetito musicale vien “scrivendo”.
Ci sono stati degli avvenimenti che hanno particolarmente segnato il tuo cammino artistico?
Uno degli obiettivi che mi sono posto da ragazzo è stato quello di riuscire a viaggiare grazie alla musica e al pianoforte, mio strumento primario. Ogni singolo giorno vissuto così, specie fuori dall’Italia, è stata una scoperta entusiasmante. Ho avuto l’opportunità di suonare a Festival Internazionali quali Montreaux Jazz festival, Suena Caracas, Coleur Cafè giusto per citarne alcuni. Essere fisicamente vicino a dei mondi musicali geograficamente lontani dal Salento, mi ha dato tantissimo.
Hai lanciato in questi giorni un videoclip. Ce ne vuoi parlare?
L’idea di questo video è nata durante la quarantena, periodo in cui mi sono potuto dedicare alla scrittura, senza pretese. Ho avuto la fortuna di avvalermi della collaborazione di grandi musicisti i quali stanno credendo in questo giovane progetto, professionisti senza i quali questo brano sarebbe rimasto su carta. Ho inteso questa composizione come una danza, volendo creare un ponte fra sonorità medievali (modali) e moderne (disegni ritmici incostanti), nella seconda parte il brano si distende, come volesse planare sui bellissimi panorami che circondano noi Salentini. Il brano è eseguito da Ivo Mattioli I violino, Danilo Mattioli II violino, Nicola Scalcione Viola, Marco Schiavone Violoncello, registrato presso il “soulman Studio” di Mauro Esposito A Tricase. Il progetto è stato ideato e diretto da Gino Brotto, con il quale abbiamo realizzato il video della prima romanza per tenore e pianoforte dedicata al Salento.
Seppur tu sia un giovane artista hai avuto la possibilità di collaborare con grandi nomi del panorama musicale internazionale cosa di queste esperienze porti sempre con te?
Il mio percorso è piuttosto eterogeneo, non ho mai fatto discriminazioni fra i generi, perché personalmente la musica fa parte delle mie giornate a prescindere dallo stato d’animo o il contesto culturale in cui mi trovo. Ho avuto l’opportunità di lavorare come tastierista e trombettista con l’icona del reggae attuale” Alborosie” prendendo parte a più di 500 concerti in 7 anni in tutto il globo, e tuttora collaboro con il pioniere dell’hip hop italiano “dj Gruff”. Ci tengo a citare i concerti fatti con Dj Gruff e l’orchestra senza spine di Bologna diretta dal maestro Tommaso Ussardi, RAP (Riddim And Poetry) e Orchestra sono un connubio Perfetto!!!!!
A cosa della tua terra sei particolarmente legato?
La natura come fonte di ispirazione e come rappresentazione di bellezza, inimitabile imperfezione , indomabile forza.
Su quale progetto e con quale musicista ti piacerebbe lavorare?
Poter realizzare i miei brani con una vera orchestra, di almeno 80 elementi, poter scrivere per lungometraggi, entrare solo per un giorno nella testa del grande Stravinsky e “rubare” idee geniali, sparse qua e là fra i suoi pensieri.
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