L’artista romana CAMPEY realizza un dipinto rappresentativo di questo periodo storico che il mondo intero si è ritrovato a dover fronteggiare.

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di Flavio Iacones

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Ester Campese, in arte Campey, seguendo alla lettera l’hashtag diventato virale #iorestoacasa dovuto al dilagare del coronavirus, ha inteso avviare nel suo piccolo una campagna di sensibilizzazione finalizzata alla promozione della propria e della altrui espressività artistica.

Secondo la pittrice romana infatti la permanenza tra le mura domestiche è un modo per continuare a coltivare la propria passione per l’arte pittorica. Per tale motivo Campey ha realizzato un dipinto che è diventato il manifesto rappresentativo di questo periodo storico che il mondo intero si è ritrovato a dover fronteggiare.

Si tratta di due mani che custodiscono il pianeta e in qualche modo con amorevole cura cercano di alleviare il peso del dolore e della sofferenza comune inflitta dal covid—19.  Grazie al linguaggio universale dell’arte che crea legami, unisce i popoli e le diverse culture, Campey oltrepassa davvero i limiti territoriali e nazionali con questa pittura che va ad aggiungersi ad una già florida collezione che in occasione del suo ventennale esporrà.

Nell’ambito dell’arte contemporanea Ester Campese si fa portavoce di esperienza umana, di vita vissuta, di mondi umani autentici ma anche di diritti violati e il suo dipinto rappresenta una storia di speranza per il futuro. L’intento di intendere l’arte durante questo periodo di prolungata quarantena è finalizzato a un percorso di emozioni, ma anche di trovare lo stimolo per una riflessione.

Ester numerosi impegni artistici che aveva in agenda sono stati sospesi a causa del corona virus. In una fase storica così delicata l’arte può essere un modo per affrontare meglio la quarantena?

Assolutamente si. Lo dimostra chiaramente che le istituzioni museali hanno dato libero accesso a mostre e percorsi culturali anche attraverso il web.

Qual è il suo personale contributo?

Sono molto sensibile alla tematiche sociali, oltre che alle diverse sfaccettature dell’arte. Sono una sognatrice, un’idealista, e so che l’Italia può farcela. Per questo motivo il mio dipinto “In your hands the world” è diventato il manifesto di questo periodo storico. Attraverso di esso vorrei far passare il messaggio che se restiamo a casa è per il benessere di tutti, del mondo stesso.  È una fase delicata ed ora più che mai è necessario il contributo di ogni singolo individuo. Io non demordo. Continuo a sognare. Amo farlo e guai se non avessi i sogni. Non posso prescindere da questa mia caratteristica.

Qual ‘è il messaggio che vuoi far arrivare?

Oltre alla finalità meramente artistica dire che è fondamentale coltivare le proprie passioni in vista di questo periodo prolungato di quarantena. Non importa che sia l’arte, va bene qualsiasi cosa che ci possa aiutare a vivere in serenità. Io non posso prescindere dall’arte.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sto preparando una personale che volevo fare anche come breve retrospettiva considerati i venti anni di professionismo. So esattamente dove sono tutti i miei quadri, tranne uno che non so esattamente dove sta. L’ho donato in beneficenza per il Bambin Gesù , ma purtroppo ho perso i contatti con la signora alla quale l’ho consegnato e con la quale mi ero premurata di tenerlo con cura considerato che si tratta di un quadro inserito all’interno di un catalogo Mondadori, ed era stato esposto a Miami che è una piazza veramente importante per la pittura.

 

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