DITUTTO. Intervista Esclusiva a Marco Ligabue: “Più cerco di aiutare gli altri, più in qualche modo la vita mi restituisce delle cose meravigliose”

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di Patrizia Faiello

DiTutto vi propone l’intervista esclusiva a Marco Ligabue uno degli artisti più conosciuti e apprezzati del panorama musicale italiano.

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La forte attenzione alle tematiche sociali e la grande attitudine a coinvolgere il pubblico, rendono Marco uno dei cantanti più richiesti dal vivo nel panorama nazionale.

Classe 1970, un sorriso contagioso, uno stile personale, Marco Ligabue oltre ad essere un cantautore di successo, nella vita privata è anche il papà dolce ed attento della giovanissima Viola.

 

Marco a cosa ti sei dedicato durante le appena trascorse feste natalizie?

Dopo un anno intenso di concerti, che mi hanno portato a viaggiare molto, ho vissuto in pieno la mia famiglia e soprattutto la mia meravigliosa Viola, una bambina di 12 anni.

Vorrai dire ragazza ormai….

Si hai ragione Patrizia oramai Viola Ligabue è la nuova rockstar della famiglia.  Abbiamo pubblicato un video durante il periodo natalizio dove cantiamo insieme e sta riscuotendo più successo di me!

Sei reduce dal grande successo della prima edizione di “AllTogetherNow”, il nuovo talent show musicale condotto da Michelle Hunziker su Canale Cinque, dove il tuo nome era nell’elenco dei 100 giudici del muro e che anche in questa edizione abbiamo avuto il piacere di ritrovarti. Che esperienza è stata?

Come esperienza in generale AllTogetherNow mi diverte molto. E’ bello essere tra i 100 del muro, anche se ognuno con la sua competenza, siamo un po’ tutti dello stesso settore ed è bello stare insieme, confrontarsi e cantare per tutte quelle ore di trasmissione. Dal punto di vista televisivo AllTogetherNow è una trasmissione scanzonata che attraverso il canto e il ballo, senza troppe polemiche tra giudici, a cui spesso siamo abituati televisivamente, aiuta a trascorrere qualche ora di sano divertimento e questa leggerezza mi piace molto. Faccio  i miei complimenti alla produzione, alla redazione, ai registi e naturalmente ai concorrenti che hanno delle voci veramente potenti oltre che delle storie di vita molto significative.

Cosa ti ha colpito degli artisti che hanno affrontato quest’esperienza?

Indubbiamente la loro preparazione musicale. Tra i concorrenti alcuni vocalmente davvero potenti. Sonia Mosca, la vincitrice di questa edizione per esempio, ha una voce che è veramente talento puro, appena apre bocca ha la capacità di rendere ancora più bella qualsiasi canzone, qualsiasi melodia, qualsiasi parola. Noi giudici ovviamente in trasmissione non abbiamo modo di scoprire altro, però sarebbe bello che nel loro futuro oltre alla bella voce ci possa essere anche un percorso live e conoscerli anche come autori di testi.

Marco Ligabue: fratello minore di Luciano Ligabue, condividere un cognome noto può aiutare ad arrivare al successo o è più difficile raggiungere buoni risultati nella carriera professionale e personale?

Non lo so Patrizia ci vorrebbe forse un manuale o un’enciclopedia intera per capire se questo può aiutare o rendere le cose più complicate. Posso solo dire, che dal punto di vista umano il mio è un percorso bellissimo. Essere il fratello di Luciano per me è una figata tremenda, abbiamo un rapporto meraviglioso, siamo sempre stati uniti e ci stimiamo a vicenda. Per quello che concerne  la mia carriera da solista invece, da un lato avere un cognome così famoso incuriosisce, dall’altro crea anche tanta diffidenza. Credo che questo sia un pregiudizio naturale che tutti hanno quando si ha a che fare con il fratello di… il figlio di… o il parente di… e magari passare per raccomandato, quello che ha avuto la strada facile, o che comunque non sarà mai all’altezza dell’altro. Bisogna quindi riuscire a vincere queste valutazioni negative.

Quali sono i tuoi ricordi legati alla prima volta che hai ascoltato la canzone che ancora oggi fa parte della tua vita?

Sono molto legato a “Generale” di Francesco De Gregori, una delle primissime canzoni che intorno ai 15 anni ho imparato. Mi piaceva tantissimo cantarla con gli amici e pian piano capivo che aveva un testo legato alla guerra.

Da diversi anni sei testimonial ufficiale della ONLUS City Angels. Come ti sei avvicinato a questa realtà?

Ho sempre partecipato ad iniziative sociali, tra queste anche come testimonial dell’Avis. Sono stato contattato proprio dal presidente dell’Associazione Mario Furlan il quale, oltre alla mia carriera da solista, ha sempre apprezzato anche la mia attitudine verso il sociale. Ho ricevuto una sua chiamata, nella quale mi informava che come associazione organizzavano diverse iniziative legate alla musica con dei testimonial credibili, invitandomi a partecipare con la mia chitarra  a qualche giornata dedicata ai senza tetto. Io gli risposi che ovviamente non poteva diventare la mia attività principale, però avrei partecipato molto volentieri quando ne avrei avuto la possibilità.

Che ricordo hai della tua prima partecipazione?

Ricordo che sono andato a Milano, in un hotel bellissimo, dove l’Associazione aveva organizzato per oltre 200 clochard un pasto da sogno in occasione della ricorrenza dell’epifania. E’ stato sicuramente molto toccante prima di tutto dispensare il pasto ai senzatetto e dopo rientrare nelle vesti di cantante.

E a proposito di solidarietà proprio con molti tuoi colleghi del muro hai condiviso la serata di beneficenza, “Notte di Note Show”, contro la leucemia Quanto è importante mettersi al servizio per il sociale, soprattutto in questo particolare momento storico, anche attraverso l’arte?

Dipende dalla coscienza di ognuno di noi, per me è molto importante. Attraverso la mia figura, le mie canzoni, il fatto di richiamare gente a queste iniziative, spero possa esserlo anche per gli altri. Viviamo in un mondo in cui si tende a voler ricevere più che a dare. Penso che la vita sia un’ottima bilancia, quando dai ti fa ricevere molto di più. Nella vita ho potuto rendermi conto che più cerco di aiutare gli altri, esponendomi anche con iniziative sociali,  più in qualche modo la vita mi restituisce delle cose meravigliose. Noi cantanti abbiamo la fortuna di svolgere un lavoro bellissimo, ma forse abbiamo anche la responsabilità ogni tanto di dire qualcosa in più davanti al microfono e non usarlo solo per cantare. L’intento dello spettacolo “Notte di Note Show”  è stato proprio quello di far riflettere sul fatto che attraverso la musica, la sensibilità è la professionalità di molti artisti, è stato possibile far conoscere storie di bambini che hanno gravi patologie portando un contributo concreto. Io, Silvia Mezzanotte, Giancarlo Genise, Sonia Addario, Ronnie Jones, Gennaro Monè e tutti gli altri artisti abbiamo partecipato con grande entusiasmo ed il successo della serata lo ha decretato proprio la sensibilità di ognuno. Il teatro era pieno e il grande impegno di tutti, in particolar modo del maestro Carmine Caiazzo ideatore dell’evento, ha reso possibile tutto questo.

Quali sono i sogni che vorresti realizzare in questo anno 2020?

Di sogni mi piace parlarne di più dopo essere riuscito a realizzarli. Posso solo dire che poiché quest’anno festeggerò i miei 50 anni spero che la sorpresa che sto preparando possa essere apprezzata da tutti i miei fan perchè rappresenta un’avventura nuova anche per me.

 

 

 

 

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