di Carlotta Casolaro
Ambiente. Se si cerca questa parola tra le pagine di un vocabolario, è possibile trovare vari significati. E, tuttavia, quello più rappresentativo sarà: l’ambiente è l’insieme delle condizioni fisico-chimiche e biologiche che permettono e favoriscono la vita delle comunità di esseri viventi. E allora, la domanda sorgerà spontanea: se la natura favorisce la vita, perché l’uomo si sente in diritto di estirparla?
L’essere umano, per sopravvivere, ha bisogno di respirare. Eppure, pare che i “produttori di ossigeno” siano sempre meno: un problema sempre più imminente, a questo riguardo, è proprio la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana, che, negli ultimi tempi, è aumentata in modo smisurato. Vi è stata una crescita sproporzionata del 278% nel luglio scorso, se confrontata con lo stesso periodo del 2018.
Questi sono i dati ufficiali rilasciati dall’Istituto nazionale di ricerche spaziali (Inpe), organismo che è fortemente legato al ministero della Scienza e basa le sue info sui rilevamenti satellitari del sistema Deter.
Il monitoraggio del Deter è nato proprio in qualità di sistema di allerta per l’Istituto brasiliano per l’ambiente (Ibama), che di mestiere si occupa di monitorare costantemente i dati sulla deforestazione, per prendere le misure adeguate in caso di picchi elevati.
Giorni fa, il presidente Jair Bolsonaro ha destituito dal suo incarico il responsabile dell’Inpe, Ricardo Galvao, accusandolo di aver pubblicato dei dati fasulli:
“I cattivi brasiliani che lanciano campagne contro la nostra Amazzonia con numeri falsi. Dobbiamo sconfiggerli e dimostrare al mondo che abbiamo la responsabilità di proteggere l’Amazzonia, ma anche di sfruttarla in modo sostenibile”.
Il mondo ha bisogno di ossigeno e, quindi, di alberi. A questo proposito, sta per vedere la sua conclusione un progetto molto importante, avviato nel 2007: The Great Green Wall. Se state pensando a qualcosa di lontanamente assimilabile all’antica Muraglia Cinese, avete ( in parte ) indovinato.
La sua genesi risale a molto tempo fa e, per comprendere bene di cosa si tratta, bisogna partire dal pruncipio, quando il biologo Richard St. Barbe Baker, nel 1952, durante una spedizione nel Sahara, fu il primo a proporre una “barriera verde” in grado di opporsi all’avanzata del deserto.
Aveva sviluppato qualche idea, ma fondamentalmente il suo progetto verteva sul riuscire a contenere il deserto tramite una lunga fascia alberata larga 50 km. Tuttavia, per l’epoca, era ancora un’utopia e tutti i suoi sforzi finirono nel dimenticatoio.
Questo fino al 2002, quando, al summit straordinario in N’Djamena (Ciad), in occasione della giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, l’idea fu approvata dalla Conferenza dei capi di Stato e di Governo della Comunità degli stati del Sahel e del Sahara.
Dunque, la Grande Muraglia Verde, è un’iniziativa africana nata per aumentare il verde e “bloccare” letteralmente l’avanzata rapida dei deserti. Il progetto è portato avanti dall’Unione Africana e ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita di milioni di persone mediante la creazione di uno spettacolare mosaico di paesaggi produttivi verdi tra il Nord Africa, il Sahel e il Corno d’Africa.
Questo mastodontico progetto della Great Green Wall for the Sahara and Sahel Initiative, ingloba oltre 20 paesi della regione sahelo-sahariana, tra cui: Algeria, Burkina Faso, Benin, Ciad, Capo Verde, Gibuti, Egitto, Etiopia, Libia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Gambia, Tunisia.
I deserti si stanno espandendo sempre di più. Di recente, degli astronauti hanno dichiarato, in diretta dallo spazio: “ I deserti avanzano e i ghiacciai si sciolgono. La Terra, per come la conoscevamo, non esiste più”
Tutti, infatti, ricorderanno la bellissima terra blu, che adesso sta, man mano, inaridendosi, assumendo tonalità sull’arancio sub-sahariano. Eppure, chissà che i deserti non siano un campanello d’allarme per dare uno scossone all’uomo:
“Dio ha creato le terre con i laghi e i fiumi perché l’uomo possa viverci. E il deserto affinché possa ritrovare la sua anima” questo è il proverbio di Tuareg, che narra di come l’uomo, nell’arido tacere di un deserto solitario, sia davvero capace di ritrovare la sua anima, il suo senno perduto. Il mondo ha bisogno che l’uomo si svegli, ha bisogno di ritornare a respirare.