Insieme a Lucio Dalla ha anche composto “Se io fossi un angelo”
uno dei più grandi successi del cantautore bolognese
Di Patrizia Faiello
Oggi DiTutto dedica lo spazio alle interviste esclusive al musicista, autore e produttore Roberto Costa, figura chiave del panorama musicale internazionale.
Roberto nella sua lunga carriera si specializza anche nello studio del suono e di tutti i suoi aspetti tecnici, sperimentando tecnologicamente metodi di registrazioni sempre più particolari. Da allora accumula esperienze in entrambi gli interessi, grazie alle quali diventerà bassista turnista, fonico professionista e arrangiatore per tanti artisti nazionali come Lucio Dalla, con il quale collaborerà per trent’anni, e per cui scriverà la musica di “Se io fossi un angelo”.
Tra gli altri anche Ivan Graziani, Ron, Luca Carboni, Mina, Gianni Morandi, Luciano Pavarotti e altri, nonché autore e produttore di musiche per spettacoli teatrali e televisivi su circuito nazionale.
In occasione del “Festival dei cantautori ed interpreti emergenti di Dozza”, che si è svolto lo scorso 13 luglio, ho avuto il piacere di fare una piacevole chiacchierata con lui che si è trasformata in questa interessante intervista.
Buona videolettura!
Roberto Costa , autore, produttore artistico, ingegnere del suono, bassista e arrangiatore. Figura chiave del panorama musicale italiano ed estero quali sono i consigli che daresti ad un giovane collega che oggi si vorrebbe avvicinare al mondo musicale?
Sicuramente consiglierei di studiare e di prepararsi. Oggi sembra molto facile, con la tecnologia che abbiamo a disposizione, produrre, arrangiare e fare dischi. Prima di tutto si dovrebbe andare alla ricerca di idee originali e poi realizzarle. Usare la tecnologia per quello che è ossia un mezzo e non un fine. In realtà il risultato è che il 95% di quello che sentiamo in radio, su youtube, etc è un flusso di musica scadente, quindi bisogna focalizzare l’attenzione sull’originalità.
Nel tuo percorso artistico hai collaborato con i più grandi artisti. Com’è iniziata la tua carriera?
Sin da piccolo ho respirato musica. Provengo da una famiglia, dove mio nonno nel dopoguerra è stato un grande editore e compositore, mio zio aveva un’orchestra e negli anni ’50 collaborava con Lara Sanpaul alias Tanya. Ricordo che casa mia era un via vai di autori, compositori e cantanti. Io volevo fare l’avvocato ma la forte passione per la musica ha vinto e dalla facoltà di giurisprudenza sono passato al Dams. Ho cominciato a suonare sul serio, mentre prima lo facevo solo per hobby, e ad appassionarmi di tecnologia. Mi affascinava l’idea di mescolare i suoni. Ho intrapreso il mio percorso artistico facendo l’assistente ad uno dei più grandi Maurizio Biancani e da lì poi ho iniziato a registrare e mixare quelli che poi sono diventati grandi successi.
Nella tua esperienza artistica hai conosciuto molti colleghi figura centrale quella di Lucio Dalla. Che ricordo hai del tuo primo incontro con lui?
Avevo iniziato a lavorare negli studi di registrazione della Fonoprint e Lucio Dalla era un cliente. Casualmente mi era capitato di fare dei provini per un suo disco e ci siamo subito incontrati artisticamente. A Lucio piaceva molto il mio modo di lavorare, il mio approccio alla musica, che nonostante la tecnica, è sempre stato molto artistico. Ho sempre piegato le esigenze tecniche a quelle che erano invece le esigenze artistiche di cercare un suono, una sonorità o una frase musicale che esprimesse l’arte. Questo mio modo di lavorare era un po’ anomalo come il suo, pur essendo un grandissimo era sempre alla ricerca “del perchè no” buttandosi in cose nuove e così facendo abbiamo lavorato insieme per trent’anni.
Cosa di lui ti manca oggi?
Mi manca tantissimo l’approccio cialtronesco, ma molto creativo, alla musica, alle cose. Il desiderio di realizzare sempre cose nuove.
C’è un consiglio, un pensiero, che nella quotidianità Lucio ti ripeteva spesso?
Si Patrizia. Lucio mi diceva sempre: “Non fare le cose che sai già fare perché le sai già fare, fai le cose che non sai fare così impari a farle”. Infatti questo ci ha spinto a sperimentare tecnologicamente anche metodi di registrazioni particolari. Ricordo gli esperimenti per il suono della batteria dell’album “ Bugie” dove tra l’altro è contenuto anche il mio “Se io fossi un angelo”, fu un esperimento di microfonatura al di là dei canoni standard. Io feci degli esperimenti con dei microfoni particolari i Pzm grazie ai quali il risultato è stato quello di un suono di batteria assolutamente vivido.
Quali sono stati i momenti più emozionanti ed importanti sul palco che ancora oggi porti nel cuore?
Ce ne sono stati tantissimi. Tra i tanti nel 1997 suonare con Lucio al Colosseo davanti a oltre 100mila persone. Oppure in Piazza del Plebiscito a Napoli, e ancora ad un anno dalla sua scomparsa in Piazza maggiore il 4 marzo 2013. Questi momenti non potrò dimenticarli mai.
Lo scorso 13 luglio sei stato giurato al Festival di Dozza. Cosa hai voluto premiare?
Premetto che da un pò di tempo mi diverto a partecipare a queste manifestazioni , che in un certo senso sembrano realtà minori rispetto ai blasonati X-factor, The Voice, però lo faccio con molto piacere perché vedo la voglia di fare delle cose non per diventare delle star. A Dozza ho visto dei ragazzi che hanno voluto esprimere delle cose, indipendentemente dal fatto di diventare star o rock star. Ho cercato di premiare, sulla base della mia esperienza, gli artisti che ho ritenuto maggiormente originali con la voglia di sfidare e di confrontarsi. Si sono messi in gioco, lasciandosi alle spalle quello che già saprebbero fare, per cercare strade importanti e questo non può che essere premiato.
Progetti futuri?
Sto finendo di scrivere le musiche per un film sul femminicido “Solamente tua”, di una produzione indipendente, le cui riprese si stanno svolgendo a Forlì. Contemporaneamente sto producendo una giovane cantautrice di Imola, Milena Mingotti, che ho conosciuto l’anno scorso ad un contest in cui ero Presidente di Giuria. Milena è una ragazza fantastica che scrive testi molto interessanti con un timbro di voce molto interessante. Stiamo lavorando su alcuni pezzi per provare a partire con una produzione importante. Io ci metto del mio avventurandomi in arrangiamenti mai immaginati nella mia vita. Sono sicuro che qualche risultato importante con l’uscita del disco si vedrà.
Ph. Marcello di Benedetto