I soggetti predisposti non dovrebbero esporsi a luci artificiali stroboscopiche o intermittenti.
Una malattia diffusa ma sottostimata: serve la massima attenzione durante i festival e gli eventi musicali, in particolare quelli notturni.
Considerato un ‘morbo sacro’ nelle antiche civiltà greche e asiatiche, perché si pensava che i suoi spasmi avessero provenienza celeste, l’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse al mondo, tanto da essere conosciuta come ‘malattia sociale’. Tra i fattori scatenanti anche le stimolazioni luminose come le luci artificiali stroboscopiche o intermittenti delle discoteche o dei festival di musica elettronica che sono state associate ad un incremento del rischio di epilessia. A sostenerlo, una ricerca che è stata pubblicata nella rivista scientifica BMJ.
A sollevare la preoccupazione dei medici è stato il recente caso di un ragazzo di vent’anni che ha sofferto un attacco epilettico durante un festival. Dato che il giovane non aveva mai avuto convulsioni in passato, i ricercatori hanno analizzato il rischio di questi attacchi nelle persone sensibili causati dall’effetto di luci stroboscopiche, soprattutto durante feste ed eventi notturni. Quando guardiamo fonti luminose nel nostro cervello si producono onde gamma, che sono una particolare combinazione ripetitiva di picchi di attività cerebrale la cui funzione ora è stata chiarita.
«A prescindere dalla possibilità che l’effetto delle luci stroboscopiche possa essere responsabile di una crisi epilettica, o che la carenza di sonno e/o l’abuso di sostanze stupefacenti possano contribuire al problema, la nostra interpretazione in generale è che durante i festival, di musica elettronica in particolare, soprattutto durante le ore notturne, vi sono individui che possono soffrire di attacchi epilettici», scrivono gli autori dello studio.
Qualsiasi persona a rischio di epilessia fotosensibile (PSE), dove le convulsioni sono provocate da stimoli visivi, proprio come le luci lampeggianti o stroboscopiche dei festival, dovrebbe evitare questi eventi o prendere delle misure preventive. Per esempio, evitare fattori come non dormire abbastanza, prendere droghe o stare troppo vicini al palco. Nel caso in cui dovessero avvertire sensazioni anomale, gli esperti consigliano di abbandonare il festival il più rapidamente possibile.
La ricerca ha coinvolto oltre 400mila visitatori di festival nell’arco di 28 giorni, con location i Paesi Bassi, nell’anno 2015. «Data la mole di dati analizzati, siamo convinti che i nostri risultati siano estremamente validi», continuano i ricercatori. «Anche per i festival nelle altre nazioni che attraggono un audience simile». Durante il periodo di studio è stata richiesta assistenza medica in 2776 occasioni, con 39 casi di epilessia, 30 dei quali avvenuti durante i concerti serali.
L’uso di ecstasy, che è il più comune tipo di droga negli eventi musicali di questo genere, è stato associato ad un ulteriore aumento del rischio di epilessia. Una persona su 4 la sera, e una su 10 durante le ore diurne, ha sofferto queste convulsioni». Ma non solo: è anche possibile che queste persone siano colpite da un attacco mentre guardano la televisione o giocano ai videogame. Questa attività, di per sé, aumenta lo stress del soggetto a causa del coinvolgimento fisico ed emotivo che provoca, in particolar modo se a giocare è un bambino.
I videogiochi possono scatenare una crisi non solo nei pazienti, ma anche nei bambini neurologicamente normali. Come raccontano le cronache un’azione banale e considerata priva di rischi come assistere ad un cartone animato trasmesso in TV ha provocato anni fa crisi epilettiche in 700 persone circa. E’ successo in Giappone, davanti ad una puntata dei popolari “Pokémon”.
I pazienti che soffrono di epilessia fotosensibile, anche nei periodi fra una crisi e l’altra, hanno attività neuronali anomale in risposta alla luce, che espongono ad un maggior rischio di essere vittime di nuove crisi. In fine ricordiamo che l’epilessia è un disturbo neurologico cronico del sistema nervoso centrale che causa un’iperattività dei neuroni o una loro attività eccessivamente sincrona e prolungata.
Il termine “epilessia” deriva dal greco ἐπίληπτος che significa “essere sopraffatti, colti di sorpresa” ed è giustificato dall’estemporaneità dell’attacco, che ha esordio e fine bruschi. In Italia le persone affette da epilessia sono circa 500.000 (in Europa 6 milioni) e ogni anno si registrano 30.000 nuovi casi. L’epilessia, complessivamente, interessa l’1% della popolazione.
L’incidenza di questa patologia è più elevata nella popolazione pediatrica ed in quella anziana.
Giovanni D’Agata
Presidente dello “Sportello dei Diritti”
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