<< In Italia purtroppo c’è molto conformismo mainstream e gli artisti fuori dai canoni sono abbastanza emarginati”
La nuova creatura di Giuseppe Vorro si intitola “I’m Here” ed è la versione in inglese e completamente ripensata del brano “Sono qui” presente nell’ultimo album “Timidi occhi neri per dolci occhi chiari”, edito nel 2014, che vede una collaborazione in tre brani del cantautore e produttore Lele Battista.
Giuseppe Vorro, in veste di autore e produttore del singolo, ha scritto un brano che racconta di un periodo di sconforto in cui speranze e illusioni sono sopraffatte da una realtà cruda e tagliente.
Riscoprire la forza dell’ingenuità fantastica del bambino dentro di sé e sciogliere il groviglio degli affanni quotidiani portando alla luce del sole ciò che vale davvero. In tutto questo è racchiusa la mission di “I’m here”.
Ricordi come e quando ti sei avvicinato alla musica?
Mi sono avvicinato alla musica suonata quando ho preso in mano la chitarra di mio padre, che è stata la mia coperta di Linus in età preadolescenziale, quando cambiammo casa e zona di Milano. Mi sono immerso in questi suoni creati da accordi giusti e sbagliati dalle mie mani sulla tastiera. Prima mi sono limitato all’ascolto attraverso il giradischi mono e qualche dischetto e poi la radio. Ero rapito dalla musica poi suonata da mio padre con la sua chitarra comprata nell’anno in cui sono nato.
“I’m here” è un brano nato ripensando ad una canzone contenuta nel tuo album del 2014 che vide la collaborazione di Lele Battista. Come è nata quella collaborazione?
E’ nato tutto casualmente nella mia ricerca di uno studio per concludere con tre brani il mio disco del 2014. Attraverso vari rimbalzi di contatti sono giunti a Lele. Io sinceramente sapevo poco di lui prima ma è nata un’intesa assai proficua e molto naturale. Ci si è capiti al volo ed è stata una sintonia affascinante. Si è prestato a fare da produttore artistico ritrovandosi in quelle canzoni che proponevo.
Ci sono stati momenti più importanti che hanno segnato il tuo percorso artistico?
Indubbiamente con la band Slep in cui suonavo la chitarra e ho scritto diversi brani che mi ha permesso di suonare in posti interessanti e avventurosi e sicuramente registrare in uno stupendo studio di registrazione il nostro primo singolo (scritto da me) che poi abbiamo presentato assieme ad altri gruppi in un bel concerto aperto dagli Skiantos, Da ricordare che da quel gruppo sono usciti bei musicisti e cantanti. Una corista che ha lavorato con Paolo Conte in “Ramataz”, un pianista che ha lavorato anche con Polo Rossi . E poi un’altra cantante che ha inciso un disco con il pianista jazz italiano Renato Sellani. Poi quando ho fatto tutto da solo con il mio primo disco a metà anni novanta con alla produzione artistica Niccolò Lapidari che successivamente lavorò con la Vanoni al disco “Argilla”. Anche li un incontro fortuito e assai creativo. Ovviamente poi l’incontro con Lele Battista.
Cosa pensi dello stato della musica in Italia?
In Italia purtroppo c’è molto conformismo mainstream e gli artisti fuori dai canoni sono abbastanza emarginati. Ci vuole la pelle dura per resistere nella propria trincea. Inoltre ognuno ha la sua trincea mancando una coalizione per cercare di fare massa critica.
C’è qualcuno che ha creduto nella tua arte sin dal primo momento?
Innanzitutto spero che sia arte. Comunque forse a parole ma con i fatti nessuno. Quello che sono riuscito a fare è trarre il massimo coinvolgimento dai musicisti che hanno lavorato con me nei miei dischi e li ringrazio molto. Ci hanno messo il loro talento e la loro anima e questo è quello che importa. In realtà c’era stata una opportunità seria con la Warner subito dopo gli Slep che mi aveva offerto di provare a lavorare su alcuni dei miei testi con un altro musicista ma rifiutai. Sono stato sempre molto intransigente sulla mia musica.
Cosa vuol dire per te “fare musica”?
E’ una cosa più forte di me. Mi nasce da dentro e non so fermare. Mi serve per vivere e dopo sto meglio. Risulta tutto più chiaro. Dà un senso a ciò che senso non ha.
Progetti futuri che vuoi svelarci?
A fine anno pubblicherò un disco registrato diversi anni or sono ma che ho fatto quasi completamente remixare da uno studio di Roma. Un disco piuttosto rock a cui ha partecipato la nota vocalist Anna Garaffa per puro divertimento e senza nessun onere che ha reso ogni traccia più completa e ficcante. Sto decidendo se pubblicare traccia per traccia nell’arco di un anno oppure tutto insieme a parte il primo singolo. In questi giorni inizio a girare i primi due video relativi.
DT
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