Dal 16 al 30 giugno Xenia performing arts propone a Corigliano d’Otranto, Fasano e Lecce, una rassegna culturale tra musica e incontri. Tra gli ospiti il progetto Malagasy Connection (Nabil Bey, Gianni Lenoci, Pasquale Gadaleta, Tsanta Randriamihajasoa e Josia Rakotondravohitra), il quartetto guidato da Cesare Dell’Anna e Talla, il polistrumentista pugliese Giovannangelo de Gennaro, la cantante e compositrice tunisina, un’icona della Primavera Araba, Emel Mathlouthi, il videomaker Dario Brandi e lo scrittore ed editore Papa “Amadou” Ngay Faye. Il progetto è finanziato dal “Programma straordinario annuale in materia di spettacolo” della Regione Puglia.
I progetti musicali Malagasy Connection (Nabil Bey, Gianni Lenoci, Pasquale Gadaleta, Tsanta Randriamihajasoa e Josia Rakotondravohitra) e Cesare Dell’Anna e Talla, il polistrumentista pugliese Giovannangelo de Gennaro, la cantante e compositrice tunisina, un’icona della Primavera Araba, Emel Mathlouthi, il videomaker Dario Brandi e lo scrittore ed editore Papa “Amadou” Ngay Faye sono gli ospiti di Voci dal Mondo, rassegna a cura di Xenia performing arts – finanziata dal “Programma straordinario annuale in materia di spettacolo” della Regione Puglia – che dal 16 al 30 giugno proporrà quattro concerti a Corigliano d’Otranto (sabato 16 e domenica 17 giugno) e Fasano (venerdì 29 e sabato 30 giugno) e un incontro a Lecce (mercoledì 20 giugno). Un viaggio nel cuore della Puglia, crocevia al centro del Mediterraneo dove è possibile sfidare l’idea che le differenze tra Occidente e Oriente comportino necessariamente ostilità, luogo dove favorire scambi ed intrecci tra i popoli che si affacciano sul “mare di mezzo” e tra quelli che in qualche modo lo attraversano.
La rassegna prenderà il via nel Castello Volante di Corigliano d’Otranto, in provincia di Lecce, con due progetti che fondono le sonorità jazz con quelle arabe, afro e balcan. Sabato 16 giugno (ore 21 – ingresso 5 euro con degustazione) si parte con Malagasy Connection, il nuovo progetto del cantautore Nabil Bey, leader e cantante dei Radiodervish, e del pianista e compositore Gianni Lenoci, affiancati dal contrabbassista Pasquale Gadaleta, che incontreranno nuovamente Tsanta Randriamihajasoa (tromba, valiha) e Josia Rakotondravohitra (batteria e percussioni), due dei più importanti musicisti del Madagascar.
Dopo il debutto dello scorso aprile al Nosy Be Jazz Festival (Madagascar), Malagasy Connection continua a intrecciare e esplorare storie, culture, universi e repertori in un mix esplosivo e poetico, in cui le radici del jazz incontrano la grande tradizione melodica araba attraverso le inquietudini e i rituali ancestrali delle sonorità africane. Domenica 17 giugno saranno di scena Cesare Dell’Anna e Talla con un live che parte dal Salento e dal Senegal per incontrare la world music, le melodie balcaniche e quelle del progressive jazz. Il trombettista salentino e il cantante senegalese saranno accompagnati da Mauro Tre (piano, farfisa, synth) e Gino Semeraro (chitarra elettrica).
Un progetto che nasce dalla cultura dell’accoglienza e dell’incontro, dall’interrelazione con i migranti che hanno avuto la fortuna di trovare sulle spiagge del Salento la risposta ai loro sogni, la valorizzazione delle loro capacità artistiche e culturali e la possibilità di esprimersi liberamente nella terra che li ospita. Il quartetto condurrà il pubblico dagli spazi infiniti del deserto fino alle pianure del Salento, dalle atmosfere metropolitane alle magie musicali che abbracciano le terre che si affacciano sul Mediterraneo creando nuove commistioni e sonorità.
Mercoledì 20 giugno (ore 20 – ingresso libero) il Fondo Verri di Lecce ospiterà la presentazione e proiezione del documentario “Il venditore di libri” del videomaker salentino Dario Brandi. Senegal, Francia, Milano e infine Lecce: attraverso questo lungo viaggio, Papa Ngay Faye da tutti conosciuto come Amadou, riscopre gli insegnamenti del padre. Arrivato nel Salento trova l’amore e una nuova famiglia e da semplice venditore di libri si trasforma in scrittore ed editore.
La rassegna si concluderà nella residenza moresca del Minareto di Fasano, in provincia di Brindisi. Venerdì 29 giugno (ore 21 – ingresso 5 euro) spazio alla presentazione di Via – Immagini sonore di un Viandante, primo lavoro solista del musicista pugliese Giovannangelo De Gennaro (voce, viella, cornamusa, ciaramella, flauto traversiere e organistrum) distribuito dalla Radici Music Records di Firenze. “Un disco nudo che racconta quello che sono, corpo e anima in un vestito che muta nel tempo”, scrive De Gennaro, “l’essenza di una vita presente che vuole dissetarsi per non seccare e morire per sempre. Un viaggio musicale pieno d’incontri, conoscenza, silenzi e dialogo”.
Musica medievale, etnica, sperimentale e contemporanea sono gli elementi di questo album, le cui composizioni melodiche sono sovraincise con copie di strumenti medievali, polifonie e voci in dialogo tra assonanze e dissonanze, monodie suonate ripetutamente dagli stessi strumenti. Sonorità che rievocano ricordi e immagini dei “cammini” dell’autore, che ha scelto il muoversi a piedi come stile di vita, pratica che ha adottato negli ultimi diciotto anni e che lo pone in contatto con la natura, con se stesso e con la sua musica.
Sabato 30 giugno (ore 21 – ingresso 12 euro) ultimo appuntamento di Voci dal mondo con il concerto di Emel Mathlouthi, cantante e compositrice tunisina che torna in Italia con il suo secondo album “Ensen”, uscito nel 2017 per Partisan Records. Nata e cresciuta a Tunisi, ben presto le sue canzoni vengono censurate in tutto il paese per effetto della dittatura culturale e politica. Così, nel 2007, Emel parte alla volta di Parigi dove esplode il suo talento compositivo. Nel 2008 canta Kelmti Horra (La mia parola è libera) durante la Rivolta dei Gelsomini, diventando un’icona della Primavera Araba, di cui Klemti horra diventa ben presto l’inno.
Oggi Emel vive a New York, dove continua a far valere la sua voce in nome della verità. “Ensen” è un disco che attraversa i confini della musica, un universo sonoro che spazia dai ritmi e dagli strumenti tradizionali del Nord Africa alle sonorità elettroniche fino alle avanguardie d’impronta nordeuropea.
Un album sui generis in cui l’artista rivisita e fa sua la ricca tradizione pop del Maghreb, cantando la maggior dei suoi brani rigorosamente in arabo e utilizzando la voce come strumento per entrare in connessione con il pubblico di tutto il mondo.