Pietro Giannelli fa scatenare la primavera italiana

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Chi ha voglia di muoversi a tempo con stile nell’Italia centrale e non solo, può seguire Pietro Giannelli, uno dei dj più attivi della penisola, un professionista capace di far ballare chiunque. Sabato 7 aprile è al Sofia di Fondi con Federico Scavo, sabato 14 è al Nero di Aprilia, mentre giovedì 19 si sposta al Barakka di Latina e chiudendo il mese tra il VidaLoca di Norma, il 27 aprile, e una bella partecipazione al Sunbreak Malta Club Mtv, in programma tra fine aprile ed inizio maggio.

La sua è musica davvero particolare… ed i party in programma sono già molti, anche a giugno e durante la prossima estate. Sabato 09 Giugno sarà in console al Cancun di Latina Lido al party “Bogart Reunion”, un evento curato da Davide Tosi, ovvero festa dedicata allo staff del mitico Bogart… e proprio al Bogart nell’estate 2018 è regular guest, così come al Pinar Club di Ladispoli, al Tirreno Beach (Latina Lido) ed al Beach di Terracina.

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Professionista del mixer da anni, Pietro Giannelli è uno di quei dj capaci di far passare una serata spensierata senza manco far capire al suo pubblico quanto sia difficile, delicato, il lavoro di chi intrattiene e fa scatenare. A chi gli chiede qualcosa di più su di se, si racconta così. “Sono un dj della ‘vecchia scuola’.

Età 39 anni, sono nato e cresciuto a Latina e mi sono avvicinato al mondo della musica già ai tempi delle medie dove ero io a preoccuparmi delle cassette con dentro le selezioni musicali sicuramente registrate dalla radio… allora gli mp3 ancora non esistevano e internet era appena agli albori. Oltre che DJ, sono sistemista di rete, tecnico informatico, web developer, social marketer e informalmente e volgarmente definito “hacker”, ma solo perché uso computer da quando avevo 4 anni… dal Commodore 64 in poi li ho usati tutti”.

Quando è in console, però, Pietro Giannelli raramente usa il computer. “Ho iniziato, c’era solo il vinile e ho imparato con quello… la tecnologia però avanza e mi piace adattarmi: lavoro in digitale con le varie console Pioneer e tracce acquistate sui portali, digitalmente, 2 o più CDJ e nessun computer, tutto manuale. Per come la vedo io, se sai fare il lavoro del DJ la tecnologia è una cosa in più che può migliorarti… se però usi la tecnologia perché non hai una minima idea di come si mixa e fai fare tutto al famosissimo auto sync, allora no, non serve a niente”.

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