La rassegna “Conversazioni sul futuro” ospita la presentazione del Rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Interverranno il portavoce italiano di Amnesty International Riccardo Noury, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, il consulente di comunicazione politica Dino Amenduni, i giornalisti Giampaolo Cadalanu e Gabriele De Giorgi. Durante la presentazione si parlerà anche del Barometro dell’odio, promosso da Amnesty International Italia durante la recente campagna elettorale, basato sull’aggregazione di dati quantitativi e qualitativi raccolti grazie al supporto degli attivisti.
In attesa del festival autunnale, che si terrà dal 25 al 28 ottobre, prosegue la rassegna Conversazioni sul Futuro, promossa dall’associazione culturale Diffondiamo idee di valore. Martedì 27 marzo (ore 19 – ingresso ibero) alle Officine Culturali Ergot di Lecce appuntamento con la presentazione del “Rapporto 2017-2018 di Amnesty International” (Infinito Edizioni).
L’incontro, moderato dal giornalista Gabriele De Giorgi (LeccePrima.it), ospiterà Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia), Giampaolo Cadalanu (giornalista e inviato di Repubblica), Dino Amenduni (consulente di comunicazione politica) e Carlo Salvemini (sindaco di Lecce).
Il Rapporto 2017-2018 documenta la situazione dei diritti umani in 159 paesi e territori durante il 2017. Descrive le principali preoccupazioni e richieste di Amnesty International ed è una lettura fondamentale per chi prende decisioni politiche, per gli attivisti e per chiunque sia interessato ai diritti umani. «Le questioni più preoccupanti riguardano i conflitti, che proseguono senza che sia vista una soluzione per porvi fine, penso a quelli più ‘datati’, come in Siria o Yemen, ma anche alla nuova crisi dello scorso anno, quella dei rohingya, perseguitati in Myanmar», sottolinea Riccardo Noury.
«Emerge anche l’incapacità della comunità internazionale di trovare una via d’uscita, anche rispetto all’emergenza rifugiati. Solo in Siria ce ne sono 5 milioni e 200 mila che vagano in giro per il mondo. Non si riesce né a evitare i morti, né a prendersi cura dei vivi». Nel Rapporto si parla anche dell’Italia.
«Il 2017 è stato l’anno in cui il nostro paese si è messo alla guida di questa idea europea di esternalizzare le frontiere e trattenere i migranti e i richiedenti asilo prima che arrivino al confine», prosegue Noury. «È stato l’anno in cui sono stati raggiunti accordi con tanti attori libici, e l’Italia ha contribuito in maniera significativa al rafforzamento della capacità operativa della guardia costiera libica.
La politica italiana, comunque, resta sempre un po’ “occhio non vede, cuore non duole”, in materia di immigrazione. È stato poi fatto un piccolo passo avanti con l’introduzione del reato di tortura nel codice penale. Anche se il Parlamento avrebbe potuto fare molto di più, a volte sembra che ci sia voglia di arretrare anche su quelle minuscole conquiste che sono state fatte». Si parlerà anche del Barometro dell’odio, promosso da Amnesty International Italia durante la recente campagna elettorale, basato sull’aggregazione di dati quantitativi e qualitativi raccolti grazie al supporto degli attivisti.
Il barometro dell’odio ha misurato in che modo (offensivo, grave o molto grave) e contro di chi (i bersagli, le vittime) si sono sviluppati discorsi d’odio. «Il nostro obiettivo era quello di misurare l’incidenza del discorso discriminatorio e di odio in una campagna elettorale preceduta da anni in cui questo linguaggio sui social è diventato sempre più diffuso e accettato», sottolinea Riccardo Noury. «Abbiamo monitorato i profili Facebook e Twitter di tutti i candidati all’uninominale, di quelli che per prassi si definivano candidati alla presidenza del consiglio, e di tutti i candidati regionali in Lombardia e Lazio. Stiamo mettendo a posto gli ultimi dati, abbiamo analizzato circa 800 dichiarazioni, ma i discorsi d’odio rientrano in una percentuale superiore al 90% in figure del centrodestra».
Conversazioni sul futuro aderisce alla campagna Verità per Giulio Regeni e nel 2016 (in collegamento) e nel 2017 (alle Officine Cantelmo) ha ospitato i genitori del ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto all’inizio del 2016. «Purtroppo non ci sono novità. Sono passati due anni e due mesi dalla sua scomparsa, dal suo sequestro al Cairo. La magistratura egiziana continua ad avere questo atteggiamento, formalmente cordiale ma di fatto scarsamente collaborativo. Il ritorno dell’ambasciatore italiano a Il Cairo ha dato un’idea di normalizzazione dei rapporti, ma in realtà la situazione in Egitto è comunque precipitata in maniera disastrosa, lo scorso anno».
martedì 27 marzo – ore 19
Officine Culturali Ergot – Piazzetta Falconieri, Lecce
Ingresso gratuito
Info 3394313397