“L’attore non è colui che appare, ma colui che dona, che arriva con la voce, sguardo e movenze dando emozioni”
Nadia Carbone, attrice, presentatrice, ideatrice e direttrice artistica di eventi e show; oggi ormai donna , in cosa s’identifica?
Un po’ in tutto direi, ma fondamentalmente attrice. Mi sono ritrovata a fare altro un po’ per caso, avendo avuto la fortuna d’affiancare dei grandi maestri, scoprendo di poter fare ed essere altro.
E’ importante lo studio o la pratica in questo settore?
Entrambe le cose. Lo studio porta sempre ad avere un’infarinatura basilare di ciò che s’apprende con la pratica, in questo lavoro è importante “rubare” sempre e da chiunque, anche da coloro che sono alle prime armi, ogni artista che vale ha sempre il proprio asso nella manica innato.
Cosa pensa dei cosiddetti “attori improvvisati”
Possono esserlo per hobby, il teatro è una gran terapia. Credo nell’artista che nasce con delle doti, la stoffa c’è o non c’è; ma sono sempre stata convinta che sia necessario alimentare e modificare con lo studio il tutto, altrimenti diverrà meteora come tutti quelli che “credono” che il lavoro dell’attore sia un gioco, ed essere in grado di poter salire e restare su un palco o davanti una telecamera come se fosse alla recita di paese.
Cosa consiglieresti a coloro che vorrebbero mettersi in gioco dunque?
Essere onesti con sé stessi? L’attore non è colui che appare, ma colui che dona, che arriva con la voce, sguardo e movenze dando emozioni. Sacrificio, studio, costanza e caparbietà.
Quale potrebbe essere un limite per l’attore?
Una buona dizione! Ma anche essere pronto a poter interpretare dei ruoli con un buon dialetto. Riscontro questa pecca in molti, soprattutto in coloro che hanno accenti marcati come il napoletano ad esempio, quindi destinati a recitare solo per determinati ruoli.
Ha iniziato da giovanissima con piccoli ruoli in fiction come “Il giudice Mastrangelo2” (regia Oldoini), per poi ritrovarsi in poco tempo sul grande schermo con il film “Taglionetto” (regia F. Rizzo) e molti altri, fino ad interpretare uno dei tanti ruoli da protagonista in un cortometraggio “Malamore” (regia A. Carrieri) che è stato in concorso al David di Donatello 2015 e vincitore nel 2016 del Premio Camomilla, un bel traguardo, cosa s’aspetta ancora? Più notorietà?
Una statuetta? Sembrerà retorica ma ho ancora tanto da imparare e conquistare, non vi sarà mai un ruolo o un film decisivo, la notorietà è solo un mezzo per garantirsi più possibilità lavorative che ovviamente non disdegnerei.
Com’ è iniziata la carriera di presentatrice e direttrice artistica?
Ho iniziato la carriera di presentatrice per gioco e perché amo le sfide, con un evento culturale nel mio paese Oria,“Premio Cultura”per l’associazione Archeoclub, divenuto poi Il “Gran Galà della Cultura” che ho semi stravolto nel 2014 in qualità di direttrice artistica ed organizzatrice andato in onda su sky in chiaro. Uno dei miei orgogli che continuo a portare avanti. Ma ho avuto anche l’onore di presentare “ Il Premio Noto all’eccellenza” di A. Pintaldi e il “Premio Barocco Film Festival” di A. Cartenì. Anche se non si direbbe sono molto timida, inizialmente volevo mettermi alla prova, poi ho iniziato a prenderci gusto, le chiamate arrivavano e in determinati casi sarebbe stato da pazzi dire no. La professione del direttore artistico invece è stato desiderato e voluto. Come già detto ho avuto ed avrò l’immenso onore d’affiancare A. Pintaldi (presidente Fantafestival), quindi da buona spugna ho appreso le prime regole, il resto lo devo ai miei maestri ed amici C. Orichuia (ex direttore rai) e G. De Gaetano (produttore televisivo) che hanno sempre creduto in me e a furia di lavate di testa mi hanno insegnato a dirigere ciò che volevo creare.
Ormai vivete da quasi 8 anni a Roma, cosa le ha dato?
Tutto quel che so, opportunità, corazza, soddisfazioni, il confronto e la condivisione con altre etnie e pareri essendo Roma la capitale del mondo. Vivere in un paesino di provincia non è facile per chi si reputa un cavallo selvaggio ed ambizioso. Naturalmente ho le persone che più amo lì, ma negli anni ho consolidato sincere e grandi amicizie che ormai reputo la mia seconda famiglia.
Le è mai successo di dover rinviare o abbandonare dei progetti?
Sì. La direzione artistica porta automaticamente a farsi carico di responsabilità. Ho dovuto rinunciare alla realizzazione di uno show “Com&Cab Show” per fondi venuti meno durante la preproduzione, è il rischio che si corre dovendo successivamente metterci la faccia con la troupe ed artisti contattati. Ma chissà, forse un giorno lo riprenderò in mano.
Vuole svelarci su cosa sta lavorando ora?
In qualità di direttrice artistica sto lavorando su uno spettacolo “Il Pianoforte che dipinge” di F. M. Mancarella, felice d’essere stata contattata per collaborare con un grande artista, sarà sicuramente una novità rispetto ad altri spettacoli, e non mancheranno interventi di prestigiosi personaggi dei quali non posso svelare i nomi. Come attrice sono prossima alle riprese di una web serie ideata e diretta da A. Carrieri, lavoriamo spesso insieme, credo che la scelta sia automatica ogni volta che qualcuno dei due ha qualcosa in pentola. E poi c’è il cinema, un ruolo importante per una nuova produzione francese che non dirò mai per scaramanzia!
Noi non possiamo far altro che augurarle tanto successo e come promesso non faremo alcuna domanda sulla sua vita privata. Grazie e alla prossima.
Grazie a voi.
DT