L’#ioboh alla ricerca di talenti emergenti, all’insegna della trasparenza
Cari lettori umani, la Mission Impossible che mi era stata proposta, prevedeva la ricerca delle note in chiaro del Cappellaio matto dell’#IoBho. Un’impresa alquanto semplice. Ho dovuto interrogare parecchi umani cantanti ma nessuno era disposto a cantarsela. Il mio imbattibile fiuto, mi ha comunque messo sulle tracce del ricercato e finalmente sono riuscito a scovarlo nella sua stravagante tana.
Vi presento “Massimiliano Longo” ideatore fondatore di All Music Italia.
All Music Italia, quando, come e perchè nasce?
Partiamo dal quando che è la parte più facile. È nato esattamente il 22 febbraio del 2014, da una chiaccherata di una notte con Cristian Scarpone, appassionato e grande conoscitore di musica italiana come me. E´ nato in tempi da record, una settimana in cui io, Cristian e il mio Web Project Manager Alessandro Zanotti, non abbiamo fatto altro. Il come, ti dico la verità, nasce in modo casuale. Stavo girando in rete e mi sono accorto che in Italia non esisteva un sito che parlasse sola musica italiana, c’erano tanti forum ma nient’altro, quindi grazie all’appoggio di Cristian, abbiamo realizzato All Music Italia… all’inizio era solo un blog con l’intento di dare notizie sulla musica italiana.
Come hanno reagito le persone?
All’inizio non ci filava nessuno… ma è stato un inizio breve, nemmeno un mese e mezzo, poi mano a mano le visite hanno iniziato ad aumentare. A quei tempi le case discografiche e gli addetti ai lavori non ci calcolavano più di tanto ma nell’arco di 3 mesi è cambiato tutto… credo che la svolta sia avvenuta quando mi sono stufato di informare solamente ma ho voluto anche approfondire, dire la mia, e il mio pensiero, per chi ha imparato a conoscermi, non è molto accomodante. Da quel momento le visite hanno fatto “boom” di colpo e di conseguenza sono iniziati ad arrivare anche gli inviti dalle case discografiche e dagli uffici stampa degli artisti. Il primo ufficio stampa che ci ha invitati è stato Goigest per Marco Mengoni. Poi mi ricordo la conferenza di Jovanotti… me la ricordo perché il buffet era vegano e non mangiai nulla. Si dice che i giornalisti vanno alle conferenze stampa solo per i buffet, una volta forse, oggi solo una leggenda metropolitana. In ogni caso oggi gli uffici stampa sono tutti molto carini con noi. Chiudendo il discorso ho capito che qualcosa stava succedendo quando Franco Zanetti, Direttore di Rockol, mi ha chiamato per farmi i complimenti, in quel momento ho capito che stavamo facendo bene.
Cos’è che differenzia All Music Italia da altri siti di musica?
Da quando il sito è nato, non abbiamo mai cambiato la forma e il nostro slogan è sempre lo stesso, “Rimettiamo al centro la musica italiana”. Il punto era che tutti gli altri siti, avevano un 70% di musica straniera, e di musica italiana se ne parlava poco se non per i talent show, mentre io volevo parlare di musica italiana, senza nessun tipi di puzza sotto il naso. Ho sempre voluto parlare di tutta la musica italiana, di tutti gli artisti, dare spazio agli emergenti. Da noi non ci deve essere differenza… ovvio poi che su un’Amoroso o una Pausini, escono news anche 3/4 volte al mese, quindi il volume di notizie è maggiore. Per gli emergenti ci sarebbe molto più da dire, artisti da raccontare, ma il pubblico purtroppo non è così ricettivo, quindi abbiamo deciso di mettere una sola news su artisti “non noti”, per poterle dare il giusto rilievo ed attenzione.
Ti senti un Influencer anche sulle radio?
Uhmm, partiamo dal concetto di influencer su cui mi sento un po anzianotto nel senso che non ho mai capito cosa e chi dovremmo influenzare… so benissimo che ci sono programmi televisivi che pagano questi influencer che poi si mettono li a twittare tutta sera sul programma ma trovo onestamente un po’ stupido il fatto che ci sia uno che ha magari 100mila followers che mi dice che devo guardare questo programma ed io corro a vederlo. Però accade… Quando due anni fa mi hanno convocato al Coca Cola Summer Festival mi sono sentito onorato. Ricordo che il primo anno ci chiamavano “Music influencer”, quest’anno invece blogger. Ma vedi la differenza è che lì non devi twittare o postare sui social, nessuno te lo chiede. Devi votare dei giovani in gara, ed è per questo che è piacevole. Se dovessi Twittare pagato o “obbligato” mi sentirei ridicolo. Credo che al massimo più che influenzare, noi che ci occupiamo di musica possiamo portare a riflettere o a soffermarsi su un’artista o un disco che magari era “sfuggito”. Per quel che riguarda le radio figurati, non si fanno influenzare da nessuno, anzi magari si facessero influenzare non dico da me o dai siti, ma almeno dai gusti della gente. Invece le radio oggi impongono loro quello che vogliono e siamo noi a dover fuggire alla loro influenza.
Però abbiamo notato che quando tu pubblichi qualcosa, gli altri siti riprendono la notizia e la ripubblicano.
Di sicuro questo mi fa molto piacere perché quando noi pubblichiamo notizie specifichiamo sempre quanto sono certe e spesso e volentieri di notizie certe in anteprima ne diamo. Il fatto che vengano riprese non può che farmi piacere a meno che non si faccia la fotocopia senza magari nemmeno citare la fonte. Io credo che nessuno di noi che scrive di musica debba essere un omino delle fotocopie. Ad All Music Italia noi non aspettiamo il comunicato stampa da fotocopiare per avere delle notizie, ma le cerchiamo. Cerchiamo di fare informazione, e anche quando arrivano i comunicati stampa gli diamo la nostra chiave di lettura cercando di non fare mai copia e incolla. Questo crea credibilità ed è il mio cruccio sul sito, non perderla mai e non permettere che qualcuno la intacchi.
Perché le radio non danno spazio agli artisti emergenti?
Questa è una domanda che richiederebbe una risposta infinita. Se chiedi a loro, la risposta che ti danno è che gli artisti emergenti che arrivano, sono di scarso livello e su questo posso anche dargli ragione in parte, però in mezzo, trovi sempre qualcosa di carino e magari a livello con altri artisti big e non che stanno passando in radio, però non li mettono in rotazione lo stesso. Un’altra motivazione che danno è che passando artisti emergenti calano gli ascolti ma a me sembra inverosimile, dubito che mentre stai ascoltando in macchina un pezzo di Fedez, se quando finisce va in onda un emergente, uno possa cambiare stazione radio. Personalmente io solitamente lascio andare anche se magari la canzone non la conosco. In realtà credo che la verità sia semplicemente che ci siano molti, troppi interessi. Ci sono radio che sono anche discografiche e che hanno le edizioni di diversi artisti, ovviamente traggono profitto a passare quei brani. Poi ci sono radio che stringono accordi di edizioni anche con altri artisti che non sono nella loro scuderia e anche qui ovvio che il brano viene passato. Semplicemente c’è un conflitto d’interessi, mentre dovrebbero essere loro ad aiutare la musica italiana ad andare avanti e rigenerarsi. Alla fine come sempre dovrebbero essere i politici ad intervenire con delle leggi specifiche per tutelare la musica, come si fa in Francia dove il 70% dev’essere di musica nazionale e di quella percentuale, deve esserci un alta percentuale di musica emergente. Ma sembra che tra i nostri politici non ci sia nessuno a cui interessa questo di conflitto d’interessi.
Quanto incide il successo di un’artista con la presenza in un talent?
C’è stato un periodo in cui sicuramente incideva tantissimo. Però dipende molto dagli artisti. Quest’anno si potrebbe dire che la cosa ha funzionato solo in parte. Se andiamo a prendere Elodie e Sergio Silvestre, i due cavalli di razza dell’annata, uno ha vinto amici e l’altra è arrivata seconda, ma nonostante la bravura e il talento hanno comunque faticato nelle vendite e questo è un dato di fatto… sono arrivati al disco d’oro mentre, precedentemente i The Kolors avevano fatto 4 platini e Briga 1 platino. Ma al di là del risultato tendenzialmente il talent continua ad incidere molto perché di questi tempi se metti per 8 mesi una persona in televisione, tu da casa quella persona inizi a conoscerla prima che come artista, come essere umano… piange, ride, capisce la sua sensibilità e quindi diventa tutto come una sorta di telenovelas come quelle che guardava e guarda ancora mia nonna, una sorta de Il Segreto. Ma questo alle discografiche fa gola perché sono comunque 8 mesi di promozione gratis per un’artista. Alla gente questo meccanismo piace, sono finiti i tempi delle dive. Una volta c’erano Patty Pravo, Ornella Vanoni, Mia Martini, Minae c’era molto mistero intorno a queste artiste, oggi sembra che più sei “della porta accanto”, sempre raggiungibile, più vali. Qualche tempo fa sui social Emmaha detto giustamente basta a tutto ciò, perché c’è un limite e il fan non lo sa comprendere… lei se li trovava a tutte le ore sotto casa, criticavano ogni sua scelta discografica come se per lavoro facessero questo, i discografici… e allora bisogna mettere un freno a tutto ciò perché si è creata una sorta di “non barriera” fra artista e fan. Per carità era sbagliato anche quando l’artista era irraggiungibile, su un altro pianeta, come una figura eterea, inesistente… sei un’artista, cioè un essere umano che fa un lavoro come un altro, non sei un entità. Ecco ci vorrebbe una giusta via di mezzo. A chi compra musica, ai più giovani vorrei solo dire che se compri il cd, se scegli di farlo, non compri anche l’artista. Però come glielo spieghi quando la discografia stessa che oggi è costretta a far intendere questo… l’unico modo per vendere tante copie sono i firmacopie a cui la gente partecipa proprio perché s’innesca il connubio foto/autografo e per questo spesso si compra il disco.
Ma tu che genere musicale ascolti?
Principalmente ascolto e mi piace il Pop fin da ragazzino poi col tempo ho imparato ad andarmi a cercare altre cose. Mio padre per dirti ascoltava Celentano, Little Tony, Gli Alunni del sole… quel mondo li, non ascoltava tanto i cantautori, quindi per esempio io i cantautori li ho scoperti col tempo. Ho imparato molto dalle persone con cui ho lavorato, Niccolò Agliardi ha stimolato per l’appunto questa predisposizione che avevo nei confronti dei cantautori perché lui viene da quella scuola lì… Syria mi ha insegnato ad avere curiosità. Lei una cultura musicale immensa che attraversa la musica italiana e quella internazionale con una predisposizione per l’indie… per dire mi parlava di Sia, quando Siain Italia nessuno sapeva chi era parecchi anni fa… ecco se oggi conosco e ricerco realtà che vanno al di là di radio e tv e sicuramente grazie a lei. Per il resto ascolto un po’ di Rock ma non sono per nulla un rockettaro, recentemente ho imparato ad apprezzare il rap, un genere musicale che prima snobbavo semplicemente perché io che sono molto attento ai testi, le parole pronunciate con quelle metriche così veloci facevo fatica ad afferrarle. Oggi invece mi ci impegno e trovo testi bellissimi tra i rapper come Salmo ed Emis Killache sono tra i miei preferiti. Non ascolto assolutamente il Metal perché mi mette ansia e non sono molto predisposto verso il Jazz. In ogni caso cerco di ascoltare un po’ di tutto, anche gli artisti che non mi piacciono, non ho problemi a ribaltare un’opinione se un brano mi prende.
La tua cantante preferita è Laura Pausini?
No, ti sbagli eppure sono uno che non nasconde mai le sue passioni ah ah… sono da sempre un ammiratore di Syria, da quando avevo 18 anni… mi sopporta da così tanto tempo che ormai siamo amici, a volte scherziamo perché conosco meglio io i passaggi della sua carriera che lei stessa. Crescendo ho imparato ad essere un fan obbiettivo, se una cosa mi piace lo dico se una mi piace meno, lo dico ugualmente, perché credo che sia importante non mentire mai ad un’artista. In ogni caso nel suo timbro vocale, nelle vibrazioni che trasmette, il suo modo di dare peso alle parole per me sono davvero cibo per l’anima. Mi hai citato Laura Pausini… lei mi piace molto per il suo modo di essere e di approcciarsi alle canzoni, ci sono alcuni suoi dischi che mi emozionano particolarmente ed altri meno. Però ho una stima totale nei suoi confronti per la carriera che ha portato avanti, l’impegno che ci ha messo… non è mai stata approssimativa, si è fatta in quattro… dove abbiamo un’altra artista che ha studiato altre 3 o 4 lingue per il semplice fatto che non voleva filtri nel resto nel mondo, voleva capire e farsi capire in prima persona. Ad una così cosa gli vuoi dire? E´nel posto che le spetta ma che sopratutto si è guadagnato. Poi ci sono molti altri artisti che mi piacciono passo da Stromae a Lady Gaga, da Roberto Vecchioni a Justin Bieber (che tra l’altro ha fatto un bellissimo concerto l’altra sera) senza nessun problema.
Tra gli emergenti invece?
Emergenti è sempre una parola con cui faccio fatica a rapportarmi. Diciamo che considero emergenti quelli che sono noti, ma che non hanno ancora raggiunto il posto che gli spetta. A me piace molto Virginio perché ha un timbro di voce pazzesco, intenso, vero… e vero per me è un aggettivo molto importante. Lui una sensibilità nella scrittura che secondo me non è ancora uscita fuori abbastanza, ma non per colpa sua, sono circostanze… se andiamo a vedere la sua discografia di 3 dischi, solo quello d’esordio nel 2006, che trovo molto bello e istintivo, è totalmente scritto da lui, i due realizzati dopo la vittora ad Amici, sono stati influenzati dal talent probabilmente, infati nonostante sia un cantautore comparivano diversi pezzi non firmati da lui. Ecco lui è la mia scommessa nel 2017, perchè so che uscirà con un disco e secondo me sarà il naturale proseguimento di quello che aveva iniziato a dire nel 2006. Ecco ti ho citato Virginio, ma a me sono questi in generale gli artici che piacciono di più, quelli “interrotti” come li chiamo io, quelli che non hanno avuto un percorso facile… le difficoltà in realtà spesso portano un’artista a dare il meglio di se, è il caso tra le donne per esempio di Romina Falconi. Una che fa la sua musica e la fa come vuole lei… una donna che può cantare qualsiasi cosa in una canzone senza mai risultare volgare, una che ogni giorno dovremmo chiederci perché non è sotto contratto con una major visto che quello che canta lei, i testi che scrive nessun altro lo fa in Italia. Ecco questo manca oggi alle major in Italia, il coraggio, e onestamente mi chiedo il perché visto che grazie ai talent risparmiano un sacco di soldi in promozione che potrebbero investire in artisti come Romina. In generale vedi mi piacciono gli artisti coraggiosi… per esempio anche gli Urban Strangers che hanno avuto il coraggio a 20 anni di fare un disco che racconta le paure, le ansie e i turbamenti della loro generazione, fregandosene del fatto che una canzone d’amore li avrebbe fatti vendere qualche copia in più. Irama, Amara e Donato Santoianni sono altri tre nomi che secondo lasceranno il segno perché sono molto talentuosi… sempre sperando nelle discografiche. Con ognuno di questi artisti vedi io ho sviluppato un rapporto, in realtà conoscevo solo la loro musica, ma siccome l’empatia con il loro talento e con quello che hanno da dire è così grande è stata una conseguenza naturale poi che nascesse anche un rapporto di stima umana. Nonostante ciò non ci facciamo sconti e quando c’è da dire qualcosa che non mi piace, io sono sempre sincero, anche stronzo, se credo che sia giusto. La cosa peggiore che puoi fare ad un’artista e negargli la verità e purtroppo spesso gli artisti sono circondati da “Yes man”.
E Sanremo è sempre Sanremo?
Sanremo giovani e sottolineo Giovani, non è più un programma che riesce a lanciare talenti perché è strutturato male. Ok mi fai ascoltare prima le canzoni alla radio (ma con pochissimi passaggi), ok me li fai conoscere in una o due puntate a Domenica In etc, poi però nemmeno il tempo di affezionarmi alla canzone che me li porti a Sanremo gli fai fare una gara dove si scontrano tra loro e subito ne esce uno… cioè uno dopo ci ha messo così tanto ad arrivare su quel palco, l’occasione della vita, si esibisce una sera sola perde lo scontro diretto come in un talent qualsiasi e se ne va a casa. Tutto sbagliatissimo perché ai giovani gli devi dare spazio. Baudo lo faceva ai tempi, tutte le sere si esibivano i giovani e non venivano eliminati, si arrivava alla serata del vincitore con tutti i giovani ancora in gara. E poi sempre Baudo faceva una cosa che io ho anche scritto in un paio dei miei Editoriali a Conti e che spero abbia letto, prendeva i giovani più meritevoli dell’anno prima ma che non avevano vinto e li riportava nel cast tra i Big, li rendeva Big, perché secondo lui avevano le carte in tavola per esserlo, ci credeva veramente e quindi era cosciente che se per primo lui stesso li abbandonava sarebbe stata dura… lo ha fatto con Giorgia, Gerardina Trovato, Massimo Di Cataldo, Carmen Consoli etc… ed allora c’erano spazi per la musica in tv, oggi a maggior ragione che non ci sono più spazi bisognerebbe usare questo approccio.
Progetti futuri tuoi e di All Music Italia?
Allora miei non lo so, nel senso che a me piacerebbe molto scrivere un’altro libro, dopo quello che ho scritto su Gianluca Grignani, mi piacerebbe scrivere un romanzo ispirato alle esperienze della mia vita che è stata tutto fuorché semplice, quella di un Jim Carroll senza però il talento di Jim… mi piacerebbe raccontarci all’interno anche il mondo della musica e questo lavoro visto dal mio punto di vista, cioè quello di uno che era anni luce lontano da questo ambiente, ma ci ha fatto un piccolo foro d’ingresso con tenacia e faccia tosta. Però mi manca la costanza, avrei bisogno di un ghost writer, nel senso che io detto e lui scrive, Per quel riguarda All Music Italiava bene, molto bene, adesso sto lavorando ad una compilation di artisti emergenti per Amatrice che dovrebbe uscire in teoria a Dicembre se ce la facciamo con i tempi. Poi entro marzo ci sarà la festa per i 3 anni del sito, perché ogni anno la rimando ma siccome io sono imprevedibile e magari domani chiudo tutto, credo sia arrivato il momento giusto per farla. Mi piacerebbe farla al Memo a Milano e chiedere agli artisti che apprezzo di venire a suonare qualche brano. Da quando ho conosciuto il Memo (ed Egle che è una persona straordinaria che ci lavora) ho un sacco di idee… per esempio mi piacerebbe realizzare una serata dedicata ai grandi cantautori e alle loro muse, le grandi interpreti, invitando artisti a reinterpretare i loro brani. Però meglio che mi fermi perché la mia mente partorisce più idee di quelle a cui il mio fisico riesce a star dietro, ora mi concentro su alcuni progetti di cui siamo media partner come il Memo Live.
Che rapporto hai con gli animali?
E certo mi intervista un cane cosa dovrei rispondere… Scherzi a parte, con gli animali ho un rapporto strano, nel senso che a me piacciono quelli buffi, cioè quelli che non si possono avere, tipo un bel Koala da abbracciare. Tra quelli che si possono tenere amo mi piacciono i gatti per il loro portamento ma non mi piace il loro “carattere” indipendente e poi sono anche allergico al pelo quindi… I cani li amo molto, mi piacciono molto i Dalmata ma adesso ho un Cocker che per il momento sta con mia nonna perché sicuramente è più “utile” con lei visto che le fa compagnia.
Comunque il tuo cane preferito è il chiwawa vero?
Ma sicuramente si, ma il chiwawa in sovrappeso, anche detto da qualcuno chiwawa palestrato, quindi tu Leopotter sei perfetto
Il videosaluto
Sì ringrazia l’anima del sito All Music Italia: Oriana Meo, Gianmarco Regaldi, Alessandro Genovese, Simone Caprioli, Jennifer Engelmann, Fabio Fiume e Federico Traversa.
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