SALVATORE DELLA VILLA in

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 “LA MIA BELLA FAMIGLIA ITALIANA”

 in onda su Rai1 il 17 febbraio 2014 ore 21.15

 

La mia bella famiglia italiana (1)

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Andrà in onda lunedì 17 febbraio su Rai1, il film tv diretto da Olaf Kreinsen “La mia bella famiglia italiana”, girato in Puglia con il contributo di Apulia Film Commission.  Con Alessandro Preziosi, Tanja Wedhorn e Karin Proia. All’interno del cast anche l’attore e regista Salvatore Della Villa, nel ruolo del direttore di banca, amico del protagonista Paolo (Alessandro Preziosi). Inizialmente annunciato come “Il ritorno”, “La mia bella famiglia italiana” è un tv movie che rientra in un articolato progetto di coproduzione tra Rai Fiction, Rowboat Film, Beta Film per RaiUno e ZDF. Realizzato da Dog’s Life, società che ha alle spalle altre importanti collaborazioni con produzioni televisive tedesche, il film è stato girato in Puglia con il contributo di Apulia Film Commission.

Sinossi. Tutto ha inizio da una telefonata: “Devi tornare, mamma sta morendo”. L’ingegnere Paolo Sanseviero parte quindi dalla Germania con Martina, la moglie tedesca con la quale sta attraversando un momento di crisi, e torna in Puglia. Ha lasciato l’Italia vent’anni prima, costretto a farlo dalla madre Angelina subito dopo la morte del padre avvenuta in un incidente. Incidente di cui non è mai stata chiarita la dinamica e che ancora oggi rappresenta per Paolo un incubo ricorrente. Quando la coppia giunge in Puglia, Paolo scopre che Angelina in realtà sta benissimo: Totò, il fratello minore, è ricorso alla più odiosa delle bugie per costringere Paolo a tornare e ad aiutarlo ad uscire dalla disastrosa crisi economica che la famiglia sta attraversando. Casa e uliveto sono già stati messi in vendita, ma per procedere serve la sua firma. Superata la rabbia per il raggiro, Paolo inizia a riavvicinarsi alla madre e a scoprire pian piano quanto la sua terra e i suoi vecchi amici gli siano mancati. Migliora anche il rapporto con Martina, intenerita nel vedere Paolo sotto una luce nuova, circondato da quella “bella famiglia italiana” mai conosciuta prima. Col fratello è più difficile: Paolo è e resta “tedesco” nel modo di affrontare i problemi, mentre Totò è “italiano” fino all’ultima goccia di sangue. Tra scoperte e colpi di scena, tra risate ed emozioni, il nostro protagonista dovrà affrontare fino in fondo molte prove e sciogliere tanti nodi: la proprietà da salvare; il legame con Martina da recuperare; la fidanzata di un tempo da tenere a distanza; la conoscenza di Gina, la bella ragazza che potrebbe essere sua figlia; il rapporto conflittuale con il figlio Florian che a sorpresa arriva in Puglia e che si innamora proprio di Gina… Ma l’ostacolo che lo blocca, che lo scuote di più resta l’incidente nel quale perse la vita suo padre e sul quale finalmente, dopo vent’anni, scoprirà la verità. Una verità che permetterà a Paolo di far pace col suo passato, di ricominciare una nuova vita con Martina, nell’allegria della sua “bella famiglia italiana”.

Note di produzione. La scelta di raccontare questa storia nasce dalla volontà di seguire l’evoluzione del concetto di “famiglia”, oggi alle prese con una sempre più ampia mobilità delle persone e degli affetti. A differenza delle precedenti migrazioni di italiani all’estero, in questi ultimi anni a lasciare l’Italia non è più soltanto la manodopera in cerca di lavoro nei cantieri e nei ristoranti, ma anche, complice la crisi, i cosiddetti “cervelli” che si muovono inseguendo mercati più ampi e società più aperte dove poter esprimere il loro talento. E proprio dalla famiglia e dal successo professionale conseguito in Germania dallo scienziato Paolo Sanseviero, prende le mosse la nostra storia che si dipana, seguendo il ritorno in Italia del nostro protagonista. La regia si concentra così sul dialogo tra ciò che Paolo ha costruito all’estero, fatto di soffuse atmosfere nordiche e sobrietà mitteleuropea, e la realtà sociale in cui è immersa la famiglia di origine, il cui tessuto è punteggiato da tempestosi affetti e misteriosi silenzi. Così ci racconta la tensione e lo scontro tra culture e sensibilità che, all’inizio, sembrano inconciliabili. Un ruolo narrativo non secondario è rappresentato dall’ambientazione pugliese: è la “terra” qui vissuta come naturale estensione dell’identità familiare, qualcosa di indissolubile che permea la natura dei caratteri umani. Terra che è anche ricchezza e fatica, memoria familiare e dannazione, qualcosa dal quale fuggire ma su cui pesa la nostalgia per luoghi carichi di aspra bellezza.

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