I vaccini contro il coronavirus hanno salvato milioni di persone in tutto il mondo da gravi malattie e dalla morte. Tuttavia, alcune persone segnalano un disagio prolungato dopo la vaccinazione, un fenomeno noto come sindrome post-vaccino (SVP). Un nuovo studio della Yale University fornisce ora le prime prove dei cambiamenti immunologici che potrebbero essere alla base di questi sintomi. I risultati dello studio potrebbero aiutare a comprendere meglio la sindrome e ad avviare ricerche mirate sulla diagnosi e sulla terapia. Melanie Hoffmann, caporedattrice di FITBOOK, spiega cosa hanno scoperto i ricercatori. L’introduzione del vaccino contro il coronavirus ha contribuito in modo significativo a contenere la pandemia.
Ma ci sono anche segnalazioni di danni causati dai vaccini. Alcune persone hanno manifestato sintomi persistenti dopo la vaccinazione, tra cui stanchezza cronica, disturbi neurologici e reazioni infiammatorie. Tuttavia, fino ad oggi sono state raccolte poche prove scientifiche sui possibili meccanismi biologici alla base di questi sintomi. Gli scienziati della Yale University volevano cambiare questa situazione. Infatti, il loro studio fornisce spunti interessanti sui cambiamenti fisici nelle persone affette dalla sindrome post-vaccino. La cosiddetta sindrome post-vaccino (SVP) non è ancora stata chiaramente definita. I sintomi sono in parte simili a quelli del Long Covid, il che rende difficile stabilire relazioni causali. Lo studio attuale ha analizzato le caratteristiche immunologiche dei soggetti colpiti e le ha confrontate con quelle degli individui sani vaccinati per identificare possibili differenze. Lo scopo dello studio era quello di identificare potenziali peculiarità immunologiche e antigeniche negli individui affetti da PVS.
A questo scopo sono stati analizzati i dati dello studio LISTEN di Yale, un’iniziativa di ricerca in corso sugli effetti a lungo termine del Covid-19 e delle vaccinazioni. Lo studio è stato condotto come studio osservazionale trasversale decentralizzato. Ciò significa che lo studio rappresenta un’istantanea temporale e non può fornire alcuna affermazione circa i cambiamenti nel tempo. I partecipanti allo studio sono state 42 persone con PVS (sintomi che durano più di sei settimane dopo la vaccinazione contro il Covid-19), altri 22 soggetti sani vaccinati di controllo. Lo studio ha individuato diverse differenze significative tra i pazienti affetti da PVS e gli individui sani vaccinati. I pazienti affetti da PVS presentavano un numero inferiore di cellule T CD4 di memoria e di cellule T effettrici circolanti (tipo 1 e tipo 2). Queste cellule svolgono un ruolo importante nella difesa immunitaria. Contemporaneamente è stato rilevato un aumento del numero di cellule T TNFα+ CD8, che potrebbe indicare un’attività immunitaria alterata.
I pazienti affetti da PVS presentavano titoli anticorpali anti-spike complessivamente più bassi rispetto al gruppo di controllo. Questa differenza era dovuta in gran parte al fatto che in media avevano ricevuto meno dosi di vaccino. Nei pazienti con PVS è stata riscontrata più frequentemente l’evidenza sierologica di una recente riattivazione dell’EBV rispetto al gruppo di controllo. L’Epstein-Barr è un virus associato a malattie autoimmuni e può riattivarsi anche dopo le infezioni da Covid-19. Le persone affette da PVS presentavano livelli più elevati di proteine spike circolanti rispetto agli individui sani e vaccinati. Ciò potrebbe indicare che in alcuni casi la proteina spike rimane nell’organismo più a lungo dopo la vaccinazione, ma sono necessari ulteriori studi per chiarire il significato di questa scoperta. Lo studio fornisce le prime prove scientifiche del fatto che la sindrome post-vaccino è associata a specifici cambiamenti immunologici. Le differenze osservate nelle popolazioni di cellule immunitarie, nella riattivazione dell’EBV e nelle proteine spike persistenti potrebbero svolgere un ruolo nella persistenza dei sintomi. Possibili conseguenze delle modifiche rilevate sono le alterazione della regolazione immunitaria come la riduzione delle cellule T della memoria con un contemporaneo aumento delle cellule T infiammatorie CD8 potrebbe indicare una risposta immunitaria alterata.
La riattivazione virale, la riattivazione dell’EBV, è stata osservata anche nel Covid lungo e potrebbe contribuire alla persistenza dei sintomi. Il rilevamento di proteine spike circolanti nei pazienti affetti da PVS suggerisce che in alcuni casi il sistema immunitario potrebbe essere esposto all’antigene virale per un periodo più lungo. Questi risultati suggeriscono possibili meccanismi, ma non sono sufficienti per stabilire una chiara relazione causa-effetto. I punti di forza dello studio includono l’inclusione di analisi immunitarie di alta qualità per identificare differenze biologiche e l’analisi di diversi possibili meccanismi alla base della sindrome post-vaccino. I ricercatori hanno esaminato le cellule immunitarie, gli anticorpi, la riattivazione del virus di Epstein-Barr e le proteine spike. Hanno incluso anche un gruppo di controllo di persone vaccinate senza danni da vaccino, il che consente una migliore comparabilità. Uno dei punti deboli è la ridotta dimensione del campione, che comprendeva solo 42 pazienti affetti da PVS e 22 soggetti di controllo. Pertanto i risultati dello studio non possono essere generalizzati. Inoltre, lo studio trasversale mostra solo associazioni ma non dimostra causalità.
A tal fine, saranno necessarie ulteriori ricerche basate sui risultati attuali. Inoltre, mancano dati comparativi sui pazienti con Covid di lunga durata per garantire che i cambiamenti osservati siano effettivamente specifici della sindrome post-vaccino. Inoltre, l’interpretazione dei risultati dello studio è complicata dai sintomi eterogenei dei partecipanti allo studio. I pazienti affetti da PVS presentavano sintomi diversi. È inoltre importante sottolineare che, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, lo studio pubblicato dalla Yale è una pre-stampa, il che significa che è ancora in attesa di una revisione indipendente da parte di altri scienziati.
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