Fernando Nazaro: “Il Carnevale di Gallipoli, con la sua partecipazione collettiva, diventa un’occasione di coesione sociale e culturale”

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Fernando Nazaro, imprenditore e ambasciatore della bellezza del territorio salentino. Con passione e dedizione, Fernando ha trasformato l’amore per la sua terra in una vera e propria missione di vita, promuovendo il Salento come destinazione di benessere e cultura.

Qual è l’origine storica del Carnevale di Gallipoli e quale significato ricopre per la comunità locale?

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Il Carnevale di Gallipoli affonda le sue radici in un lontano passato, quando la tradizione popolare si mescolava con le celebrazioni religiose e le manifestazioni di festa. Questa ricorrenza rappresenta non solo un momento di svago e allegria, ma anche un’occasione per rafforzare il legame con la propria storia e le proprie tradizioni, rendendo omaggio alle radici culturali di Gallipoli. Ogni anno, la città si trasforma in un palcoscenico vivente, dove il folklore, i costumi e la musica si intrecciano in un’armonia unica che celebra l’identità̀ salentina in tutte le sue sfumature.

Come si esprime l’autenticità̀ del Carnevale di Gallipoli nella scelta dei costumi e delle tradizioni che lo accompagnano?

L’autenticità̀ del Carnevale di Gallipoli si manifesta attraverso la fedeltà a tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, come la realizzazione dei costumi artigianali e le rappresentazioni teatrali che rievocano personaggi e leggende locali. Ogni dettaglio, dalla tessitura dei drappi ai colori scelti, è pensato per evocare l’anima profonda del Salento. Le sfilate, che animano le vie della città, sono un viaggio nell’arte del mascheramento, dove ogni figura, pur celata dalla maschera, racconta una storia secolare, trasportando i partecipanti in un tempo sospeso fra passato e presente.

Qual è il simbolismo della maschera del Titoru e quale ruolo riveste durante le celebrazioni carnascialesche?

La maschera del Titoru, figura iconica del Carnevale gallipolino, incarna l’anima gioiosa e irriverente della festa. Con il suo volto dipinto e i suoi tratti esagerati, Titoru è simbolo di una tradizione che celebra l’abbattimento delle convenzioni sociali e l’inversione dei ruoli. Indossata da chi sa ridere della vita, questa maschera rappresenta l’essenza di un popolo che, attraverso l’umorismo e la parodia, esprime la propria forza e resilienza. Il Titoru non è solo una figura di intrattenimento, ma un emblema di quella libertà che il Carnevale permette di vivere in tutta la sua pienezza. La Tradizione vuole che Teodoro fosse un giovane gallipolino, che tornato dal militare chiese alla madre un piatto di polpette, il suo preferito, prima dell’inizio del digiuno quaresimale. La madre accontentò il figlio, ma questi, nella foga di mangiarle, si strangolò con una di esse-

In che modo il Carnevale di Gallipoli coinvolge la comunità e promuove il senso di appartenenza tra i partecipanti?

Il Carnevale di Gallipoli, con la sua partecipazione collettiva, diventa un’occasione di coesione sociale e culturale. La preparazione dei carri allegorici, la creazione dei costumi e la partecipazione alle sfilate sono momenti che uniscono la cittadinanza, giovani e anziani, turisti e residenti. Ogni individuo, sia come spettatore che come protagonista, si sente parte di una tradizione condivisa, che trascende il tempo e le generazioni. In questo contesto, il Carnevale diventa un simbolo di unione, dove la diversità si fonde nella bellezza di una festa che appartiene a tutti.

Cosa suscita in te il Carnevale di Gallipoli e quale significato riveste per la tua memoria personale?

Il Carnevale di Gallipoli evoca in me un ricordo profondo, legato alla spensieratezza dell’infanzia. Era un momento di pura gioia collettiva, un attimo di festosa anticipazione che precedeva l’inizio della Quaresima. La sua vivacità, carica di simbolismo e tradizione, rappresentava un’occasione di liberazione e allegria, un legame intimo con la comunità e con il tempo che scorre, lasciando nel cuore una traccia di bellezza e riflessione.

DT

 

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