Fernando Nazaro: “I viaggiatori di oggi cercano esperienze che li tocchino nel profondo. Vogliono vivere il territorio, non solo vederlo”

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Intervista al Vicepresidente di Confindustria sez. Turismo Lecce

Come vede l’evoluzione del turismo negli ultimi anni? Quali sono i cambiamenti più significativi che sta osservando?

Il turismo sta vivendo una trasformazione profonda, dettata non solo da nuove tecnologie, ma anche da un cambiamento nelle esigenze e nei desideri delle persone. Oggi, il viaggiatore non cerca più solo una destinazione, ma un’esperienza che risuoni con la propria anima. Ciò che vediamo è un ritorno all’essenza: il desiderio di connessione, di autenticità, di storie che ci parlano nel profondo. La destinazione non è più un luogo dove si passa, ma un luogo che si vive, che si sente, che si porta dentro.

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Molti viaggiatori oggi cercano esperienze autentiche, lontane dalle destinazioni turistiche più tradizionali. Cosa significa, secondo lei, “autenticità” nel contesto di una vacanza?

L’autenticità è la verità di un luogo e delle sue persone. È la capacità di farci sentire parte di qualcosa che va oltre l’apparenza. Non è una decorazione, è la sostanza. Un’esperienza autentica è quando un viaggiatore entra in contatto con le radici di un territorio: i sapori, le tradizioni, la cultura e, soprattutto, la gente che lo abita. È quando si riesce a respirare l’anima di un posto e, al tempo stesso, a lasciarsi trasformare dalla sua bellezza unica.

L’idea di lusso sta cambiando, non è più solo legata alla materialità, ma a emozioni e esperienze uniche. Come definirebbe oggi il lusso per un turista moderno?

Il lusso di oggi è una dimensione emotiva più che materiale. È il lusso del tempo, della serenità, della scoperta. È la possibilità di staccare dal frastuono quotidiano e immergersi in un’esperienza che ci arricchisce, che ci cambia. Non si tratta di possedere, ma di vivere. Il vero lusso è quello che ci lascia qualcosa dentro, che ci fa sentire più leggeri, più connessi con noi stessi e con il mondo.

C’è una crescente attenzione verso la sostenibilità e la valorizzazione dei territori locali. Come possiamo coniugare l’esperienza turistica con il rispetto per l’ambiente e la cultura di un luogo?

La chiave è l’educazione e la consapevolezza. Il turismo deve diventare un atto di rispetto reciproco: per l’ambiente, per la cultura, per le tradizioni. Dobbiamo insegnare a chi viaggia a essere custode di ciò che incontra. Il turismo sostenibile non è solo una scelta etica, ma una necessità per il futuro. Significa adottare pratiche che preservano la bellezza dei luoghi e, allo stesso tempo, coinvolgere le comunità locali, facendo in modo che siano parte attiva e protagonista di un percorso che rispetta e valorizza le loro radici.

Il turismo esperienziale è sempre più al centro della domanda. Quali sono le esperienze più significative che i viaggiatori cercano oggi e come sta rispondendo il settore?

I viaggiatori di oggi cercano esperienze che li tocchino nel profondo. Vogliono vivere il territorio, non solo vederlo. Cercano esperienze che parlano di natura, di storia, ma anche di emozioni condivise. Vanno alla ricerca di momenti che siano in grado di cambiare la loro visione del mondo. Il settore sta rispondendo a questa domanda creando esperienze personalizzate, che spaziano dal contatto diretto con la natura alla scoperta di tradizioni culinarie o artigianali, fino a esperienze spirituali o di benessere che stimolano una riflessione interiore.

Il ruolo delle emozioni è fondamentale in questo nuovo turismo. Qual è l’emozione più forte che un turista può provare durante una vacanza e come possiamo farla vivere in modo autentico?

L’emozione più forte è senza dubbio quella della connessione profonda: con il luogo, con la cultura, con le persone. È l’emozione di sentirsi a casa, ovunque si vada. Per far vivere questa emozione in modo autentico, bisogna dare spazio alle storie, alle tradizioni, ai piccoli dettagli che compongono la quotidianità di un luogo. Il turista non è più un osservatore, ma un partecipante, un protagonista della storia che vive. È l’emozione di scoprire che, anche in un angolo lontano del mondo, c’è qualcosa che ci appartiene.

La tecnologia, in particolare l’intelligenza artificiale, sta cambiando rapidamente il modo in cui viaggiamo. Qual è il suo punto di vista su come l’IA può supportare il turismo senza mai sostituire l’autenticità delle esperienze?

L’intelligenza artificiale è uno strumento straordinario che ci offre la possibilità di personalizzare e migliorare l’esperienza del viaggiatore. Può aiutare a suggerire itinerari su misura, ottimizzare la pianificazione, e persino risolvere problemi logistici in tempo reale. Ma l’autenticità di una vacanza è qualcosa che l’IA non può e non deve sostituire. Le vere esperienze nascono dalle persone, dai luoghi, dalle emozioni che non possono essere codificate in un algoritmo. La tecnologia deve essere un supporto, non un sostituto. Deve aiutarci a creare esperienze più ricche e fluide, ma non può mai rubarci la magia di un incontro vero, il calore di una cultura vissuta direttamente, la sorpresa di un’emozione che nasce spontanea. L’intelligenza artificiale può accompagnarci, ma la vera essenza del viaggio è nell’incontro umano e nella connessione con il mondo che ci circonda.

Se dovesse descrivere il futuro del turismo in una frase, quale sarebbe?

Il futuro del turismo sarà un ritorno all’essenza, dove ogni passo si trasformerà in un abbraccio con la terra, ogni respiro una connessione invisibile con l’altro, e ogni viaggio un racconto intimo che unisce mondi lontani nel battito di un istante.

D T

 

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