Fernando Nazaro: «Il turismo responsabile è un viaggio che deve unire il rispetto per la natura alla bellezza delle esperienze offerte»

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GALLIPOLI – In occasione della Maratonina dello Jonio abbiamo intervistato il vicepresidente di Confindustria sez. Turismo di Lecce Fernando Nazaro, che presenziava alla manifestazione sportiva.

Qual è, a suo avviso, il ruolo di eventi come la Maratonina dello Jonio nel contesto della promozione turistica di Gallipoli? Come contribuiscono a destagionalizzare l’offerta e a rendere la città un luogo da scoprire durante tutto l’anno?

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Eventi come la Maratonina dello Jonio sono il cuore pulsante di un turismo che non si limita alla stagione estiva, ma che guarda a una visione più ampia e inclusiva. Con oltre 1000 partecipanti, questa manifestazione è molto più di una corsa: è un’opportunità per rivelare Gallipoli sotto una luce nuova, con il mare e la cultura locale che si intrecciano in un’esperienza unica. In questo modo, si va oltre la stagionalità, stimolando un flusso turistico che dura tutto l’anno, generando valore economico e creando un legame emotivo con i visitatori.

In un mondo in cui la sostenibilità è sempre più al centro del dibattito, come dovrebbe evolversi il turismo per essere più responsabile e rispettoso dell’ambiente, pur continuando a offrire esperienze indimenticabili ai visitatori?

Il turismo responsabile è un viaggio che deve unire il rispetto per la natura alla bellezza delle esperienze offerte. Le destinazioni devono essere in grado di offrire non solo un ambiente protetto, ma anche un’educazione turistica che faccia comprendere l’importanza di un’azione concreta. Le strutture ricettive e le agenzie turistiche possono diventare ambasciatori di sostenibilità, creando esperienze che promuovano la cultura locale, il rispetto per la biodiversità e l’uso consapevole delle risorse. Perché, in fondo, un viaggio davvero indimenticabile è quello che ci arricchisce senza danneggiare ciò che ci circonda.

Come vede l’impatto della tecnologia sul futuro del turismo? In particolare, quali opportunità ritiene che strumenti come la realtà aumentata possano offrire per arricchire l’esperienza dei viaggiatori?

La tecnologia non è un sostituto del viaggio, ma un complemento che arricchisce la sua essenza. Strumenti come la realtà aumentata offrono la possibilità di trasformare ogni destinazione in un palcoscenico interattivo, dove la storia e la cultura locali si svelano in modo sorprendente. Immaginiamo un turista che, con un semplice gesto, può vedere le antiche mura di Gallipoli raccontarsi in tempo reale, o scoprire angoli nascosti grazie a percorsi personalizzati. La tecnologia può rendere il turismo non solo più interessante, ma anche più profondo, coinvolgente, quasi magico, creando un legame che va oltre il semplice “vedere” per arrivare al “vivere”.

Quali pensa siano le sfide più significative che il settore del turismo dovrà affrontare nei prossimi anni, e come crede si possano superare?

Il turismo sta attraversando una fase di profonda trasformazione, e le sfide non mancano. Una delle più grandi riguarda la gestione dei flussi turistici: il rischio di sovraffollamento, che danneggia sia l’esperienza dei viaggiatori che l’ambiente, è una questione cruciale. Tuttavia, vedo questa come un’opportunità per ripensare l’approccio al turismo, puntando su strategie di distribuzione più equilibrate, che promuovano un turismo lento, esperienziale e rispettoso. Le tecnologie digitali, come le piattaforme di monitoraggio e i sistemi di gestione avanzati, possono contribuire a creare un turismo più intelligente e responsabile, in grado di valorizzare al meglio ogni singolo territorio.

Come possiamo rendere il turismo non solo accessibile, ma veramente inclusivo, accogliendo ogni tipo di viaggiatore, indipendentemente dalle sue necessità fisiche, età o condizioni economiche?

Il turismo inclusivo è un atto d’amore verso la diversità. Ogni viaggiatore, che sia una persona con disabilità, un anziano, una famiglia con bambini o chiunque abbia esigenze particolari, deve sentirsi accolto e valorizzato. Ciò implica la creazione di esperienze che rispondano a tutte le necessità, dalla progettazione di spazi accessibili, alla cura dei dettagli nei servizi, fino a percorsi che sappiano emozionare e coinvolgere. Rendere il turismo inclusivo non è solo una questione di accessibilità fisica, ma anche di apertura mentale: creare un’esperienza che arricchisca il cuore e la mente di tutti, senza distinzione.

In che modo il patrimonio ecclesiastico di Gallipoli può contribuire a promuovere la città nei mesi invernali?

Le chiese di Gallipoli, con il loro inestimabile patrimonio storico e artistico, potrebbero diventare un’importante attrazione anche in inverno. Tenendo le chiese aperte con visite guidate e organizzando eventi culturali come concerti o mostre, si offrirebbe ai turisti un’esperienza unica, che valorizza la spiritualità e la tradizione della città, facendo di Gallipoli una meta affascinante anche nei mesi più freddi.

Guardando al futuro, come immagina il suo percorso professionale? Le sfide che lo attendono la spaventano o la entusiasmano?

Il turismo è la mia passione, un viaggio che mi permette di esplorare il mondo e scoprire storie, luoghi e culture, mentre mi arricchisco ogni giorno di nuove emozioni. Ma so che la vita, come un cammino infinito, offre sempre nuove possibilità. Se altre sfide, magari al di fuori di questo settore, dovessero presentarsi, le accoglierei con lo stesso spirito di avventura e di curiosità. Le sfide non mi spaventano, anzi, mi affascinano, perché sono il motore del cambiamento e della crescita. Ogni passo, ogni svolta, è un’opportunità per scrivere una nuova pagina della mia storia.

 

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