World Mental Health Day, oltre il 40% dei casi di depressione in Europa sono legati al lavoro: ecco i consigli degli esperti per gestire stress e benessere personale

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La Giornata Mondiale della Salute Mentale, promossa dall’OMS, quest’anno pone l’accento sul benessere psicosociale dei lavoratori. Precariato, sovraccarichi di lavoro, disponibilità costante sono solo alcuni tra i principali fattori che influiscono sulla salute mentale sul posto di lavoro. Questo tema è particolarmente rilevante per i giovani lavoratori: il 40% della Gen Z e il 35% dei Millennial riportano livelli elevati di stress e ansia, ed episodi di burnout sul posto di lavoro.

 Milano, 10 ottobre 2024 – Oggi si celebra il World Mental Health Day, un’occasione per riflettere sull’importanza della salute mentale e sul suo ruolo fondamentale nel nostro benessere quotidiano. Quest’anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità pone l’accento sul benessere dei lavoratori, sottolineando come “ambienti di lavoro sicuri e sani possono agire come un fattore protettivo per la salute mentale”. Il lavoro, si sa, è una parte importante della vita, che aiuta a definire e a realizzare gli individui. Tuttavia, trovare il giusto equilibrio tra vita lavorativa e vita personale non è così semplice e sempre di più il work-life balance diventa un tema centrale: il lavoro può e deve integrarsi con la routine senza comprometterne la qualità. Secondo l’ETUC – European Trade Union Confederation, circa il 40% dei casi di depressione nell’Unione Europea sono collegati a fattori stressanti legati al lavoro, come una cattiva organizzazione, over work, disponibilità costante, precariato e condizioni di eccessiva pressione lavorativa. Anche i Millennial e la Gen Z sono particolarmente sensibili a queste dinamiche: secondo una ricerca riportata dal World Economic Forum, il 40% della Gen Z e il 35% dei Millennial si sentono spesso stressati, impauriti o ansiosi, con molti che segnalano episodi di burnout.

Ma c’è una buona notizia: è possibile fare molto per prendere cura della propria salute mentale anche sul lavoro. Le aziende stanno già facendo passi avanti, promuovendo ambienti di lavoro più equilibrati e supportivi. Politiche che incentivano la flessibilità, il supporto reciproco e la gestione dello stress stanno diventando sempre più comuni. “In Guna, per il secondo anno consecutivo, abbiamo attivato uno sportello psicologico gratuito per i dipendenti, un’iniziativa di supporto emotivo che ha ottenuto grande consenso – afferma Antonella Zaghini, Peace Manager dell’azienda farmaceutica milanese – Questo spazio offre una consulenza mirata alla gestione delle emozioni, pensata per chi si trova ad affrontare difficoltà, sia in ambito lavorativo che personale: un sollievo rapido per favorire l’uscita da crisi psicologiche-emotive momentanee”.

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Tutti possono contribuire al proprio benessere quotidiano, come ad esempio adottando semplici tecniche per gestire lo stress, gestendo consapevolmente degli stati d’animo e chiedendo supporto quando si ha bisogno: piccoli gesti che possono fare una grande differenza. La Giornata Mondiale della Salute Mentale, è un’ottima occasione per riflettere sul valore di un buon equilibrio tra vita e lavoro, per sentirsi più appagati, sereni e in armonia con sé stessi. “Il burnout (BO) può̀ essere classicamente definito l’esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le persone che esercitano professioni d’aiuto (helping profession) e di servizio alla personae si presenta anche nelle situazioni in cui non si riesce a rispondere in maniera adeguata ai carichi eccessivi di stress che il loro lavoro o la vita quotidiana porta ad assumere – dichiara la Dr.ssa Simonetta Marucci, Medico Chirurgo. Specialista in EndocrinologiaNon si identifica esattamente con lo stress, poiché il BO è uno stato mentale negativo più prolungato, mentre la reazione da stress è determinata da una risposta ad una percezione di “pericolo” e ha una connotazione di risposta adattativa. Il BO porta ad uno stato emotivo di svuotamento, di astenia, di perdita di interesse per il lavoro e per le attività quotidiane e può facilmente sfociare in uno stato depressivo. Sia nello stress cronico che nel BO, si verificano dei veri e propri danni cerebrali, soprattutto a livello dei neuroni dell’Ippocampo, sede della memoria ed importante centro emozionale, i quali vanno incontro ad una morte cellulare precoce, con riduzione delle funzioni cognitive. Certamente non possiamo prevenire il BO e lo stress, poiché non dipendono da noi, ma dal contesto in cui ci troviamo a vivere e a lavorare”.

Come si può agire quindi? È possibile prevenire, o almeno ridurre, i danni provocati a livello cerebrale?“ La Medicina delle Basse Dosi (Low Dose) ci mette a disposizione delle Neurotrofine (fattori di nutrizione neuronale) che vanno a sostenere il sistema nervoso, favorendo il nutrimento cellulare dei neuroni e la loro attività, aumentando le connessioni sinaptiche (le sinapsi sono i collegamenti tra i neuroni, dai quai dipende la nostra capacità di produrre pensieri). Ad esempio, il BDNF (Brain Derived Neurotrofic Factor)e l’NGF (NerveGrowthFactor) svolgono questa funzione in maniera fisiologica, sostenendo la funzione cerebrale in maniera naturale. A questi si può associare la Serotonina Low Dose, che contribuisce a sostenere il tono dell’umore” conclude la dottoressa.

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