Come annunciato anche dalla testata “Coming Soon”, il prossimo 27 Marzo sarà proiettato in Anteprima Nazionale presso il Cinema Massimo di Lecce il film di Gino Brotto “Flower”, con protagonista l’attrice Raffaella DiCaprio. Il film racconta una storia singolare, che vede protagonista Fiore, figlio di una famiglia benestante, in un piccolo borgo del sud Italia. Ambientata nel secolo scorso, ma con un tema sempre attuale.
Alla proiezione, che sarà preceduta dalla presentazione del film a cura del giornalista Marco Renna, saranno presenti oltre al regista l’attrice Raffaella DiCaprio e tutto il Cast artistico del film. Il soggetto e la regia sono di Gino Brotto, le musiche originali di Riccardo Notarpietro. Direzione artistica di Rita Marra e scenografie di Walter Taurino. Prodotto da Vito D’agostino Produzioni & Maria Antonietta Vacca, con la produzione esecutiva di Breight Film, “Flower” è stato girato interamente nel Salento. Media partner Ditutto.
Quali sono le location del film e perché sono state scelte?
Questo film non ha molte location in realtà. Il 99% del film è girato nel borgo antico di Sternatia, una scena a Ruffano, una a Lecce, una Martano ed una in uno storico palazzo di Galatina. Ho scelto Sternatia per la straordinaria bellezza dei vecchi vicoli, che come a differenza di tutti gli altri nel Salento, sono rettilinei e molto lunghi. Inoltre il centro è stato fino ad ora preservato dalle varie amministrazioni e dai cittadini stessi, evitando di utilizzare condizionatori, infissi ed accessori moderni, che ne avrebbero snaturato quel caratteristico aspetto d’altri tempi.
Chi è Fiore, un personaggio di fantasia o è realmente esistito?
Fiore è un personaggio di pura fantasia, che ho voluto rappresentare in età adulta, ispirandomi però ad un soggetto che vedevo da bambino nel quartiere in cui abitavo. Un omone che viveva da solo e che tutti i giorni usciva da casa, faceva il giro del quartiere, veniva salutato da tutti ma tornava poi a casa in totale solitudine. Ma lo raccontiamo anche da ragazzino, cercando di giustificare, quel suo essere “strano”, con i traumi infantili che il nostro protagonista vivrà nel film.
Le musiche, quanto incidono in questo film?
Leggo spesso discussioni a tal proposito, in gruppi dedicati alla cinematografia. Il dibattiti più comuni sono “conta più la musica o la recitazione?”, “più importanti le inquadrature o la colonna sonora?”. Una pellicola, deve essere considerata un’opera d’arte in tutte la sue forme. Non si possono scindere le parti che la compongono e giudicarne l’importanza una per volta. Se il film ti lascia un’emozione dopo averlo visto, è perché l’insieme dei suoi componenti, così come ideato dal regista, dal musicista, scenografo, costumista e via a seguire, lo rende emozionante. Mentre guardi il film non devi avere il tempo di ragionare su quanto siano belle le immagini, emozionanti le musiche, la recitazione, i suoni, le location. Ti deve prendere e basta. Quanto incide la musica sul film, è rapportato esattamente a quante emozioni hai provato guardandolo. Ma lo stesso concetto vale per le immagini.
Sinossi: Una storia singolare, che vede protagonista Fiore, figlio di una famiglia benestante, in un piccolo borgo del sud Italia. Ambientata nel secolo scorso, ma con un tema sempre attuale. La mamma di Fiore, aveva due sorelle che a loro volta avevano messo al mondo due figlie. Si attendeva quindi una femminuccia. Avevano già scelto il nome: Dalia. Nacque invece un bel maschietto.
Lo chiamarono Fiore, anche per via della loro passione per i fiori. A differenza degli altri, non passava il pomeriggio per strada a giocare a pallone. Le uniche sue uscite da casa, erano quelle per acquistare il pane, la frutta o il giornale per il papà. Un giorno, in piazza, vide una lunga fila di ragazzine davanti ad un banchetto. Erano lì per iscriversi al saggio di danza, organizzato dal Sindaco, in occasione della festa patronale. Tra le tante, Fiore, fu folgorato dalla bellezza di Sophie. Quel giorno nacque il suo primo amore, insieme ad una serie di eventi che segnarono la sua vita.