Fernando Nazaro: “Sogno una terra che possa vivere di turismo tutto l’anno, capace di variare e capace di credere nella alternative. Intervista al Vice Presidente di Confindustria Turismo di Lecce.

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Fernando Nazaro, che giudizio darebbe alla stagione turistica appena conclusa?

Innanzitutto vorrei precisare che la stagione turistica è ancora in corso, le belle giornate stanno indubbiamente prolungando la vacanza per molti turisti, soprattutto stranieri, anzi parliamo di presenze in crescita in questo mese di settembre nelle città d’arte e nelle principali località balneari

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Quali sono stati i punti di forza e i punti di debolezza dell’estate 2023?

Il punto di forza è stato il salto di qualità di molte imprese turistiche nel settore alberghiero e dell’accoglienza. Scontiamo qualche ritardo storico purtroppo sul versante dei servizi e dei trasporti, ma questo non rappresenta comunque un ostacolo insormontabile, perché oggi il vero turista è determinato a scegliere la vacanza che vuole, ben conoscendo eventuali difficoltà da dover superare. I posti più belli del pianeta non sono quasi mai facili da raggiungere

Lei crede davvero che ci sia stata una campagna di denigrazione del turismo pugliese?

Non saprei dire se sia trattato di una scelta precisa fatta a tavolino per penalizzare il nostro territorio. Non sono un complottista e per natura diffido delle conclusioni affrettate, però di sicuro leggere per intere settimane, e nel cuore dell’estate, titoli e titoloni di giornale su vacanza cara e prezzi pazzi non ci ha aiutati per niente. Nonostante tutto però abbiamo avuto i nostri estimatori e ci siamo tolti delle belle soddisfazioni, rammentando che il tempo è stato poco e che ci è mancato completamente il mese di maggio.

Il territorio è attrezzato, a suo avviso, per un turismo di massa, o meglio selezionare il target?

Beh, diciamo che su un territorio come la Puglia il turismo si seleziona da sé. Noi abbiamo un sistema complesso nel quale si intrecciano diverse forme di turismo, quello balneare, quello culturale, quello enogastronomico, quello degli eventi di piazza e di popolo, non esiste il turismo da noi, esistono i turismi. E allora è chiaro che non ci potrà mai essere solo un turismo di massa o solo un turismo d’élite. Certo, una presenza maggiore di strutture per giovani o per famiglie potrebbe aiutare a incardinare flussi spesso irregolari che macchiano l’immagine del territorio, e favorirebbe frequenze più costanti e meno concentrate in un solo mese, come avviene oggi.

Lei ha un sogno da imprenditore turistico?

Assolutamente sì, ne ho tanti.  Sogno una terra nuovamente verde, dove ossigeno e ombra siano ancora assicurati come un tempo, la tragedia della Xylella ci ha enormemente danneggiati… Sogno una terra che possa vivere di turismo tutto l’anno, capace di variare e capace di credere nelle alternative. Sogno un coordinamento interistituzionale stabile, guidato dall’Università del Salento e in grado di testare i bisogni e anticipare gli interventi tra pubblico e privato in materia turistica. E infine il sogno più grande: vedere la ‘mia’ Gallipoli iscritta nei siti dell’UNESCO. La città vecchia, posta sull’isola ‘galleggiante’, è da sempre patrimonio di tutti, non sarebbe fuori posto quindi se fosse inserita nei luoghi simbolo per l’Umanità.

DT

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