Si intitola “Fiuru giallettu“, il nuovo singolo del gruppo etnomusicale salentino “Alla Bua“, che sarà disponibile su tutte la piattaforme digitali online (Spotify, Amazon Music, Apple Music, I-Tunes…) a partire dalle ore 13,00 di Mercoledì 20 Luglio 2022. In occasione della realizzazione del nuovo progetto musicale, per lo spazio riservato alle interviste esclusive, abbiamo avuto il piacere di ospitare il collettivo tra le pagine del nostro magazine.
Oltre a condividere la loro matrice popolare, i componenti del gruppo sono forti di provenienze musicali singolarmente disparate, che spaziano dai repertori classico e contemporaneo, rock, antico, jazz, dance e etnico.
I loro spettacoli sono molto apprezzati non solo nella terra salentina ma anche altrove portando il gruppo ad affrontare spesso lunghe trasferte nazionali e anche internazionali.
Importantissima la collaborazione nel 2019 con l'”Orchestra terra del sole” insieme alla quale gli Alla Bua hanno proposto un concerto spettacolo (Ugento, Lecce) in onore dell’anniversario dei 30 anni della loro attività proponendo brani degli Alla Bua arrangiati magistralmente dal direttore M. Enrico Tricarico.
Con oltre trent’anni di attività alle spalle e considerati uno dei gruppi più conosciuti ed apprezzati del panorama musicale salentino e regionale, gli “Alla bua”, che risultano essere così composti: Luigi Toma detto Gigi, tamburello e voce; Irene Toma, voce e oboe; Fiore Maggiulli, tamburello e voce; Emanuele Massafra violino; Dario Marti, chitarra e Francesco Coluccia fisarmonica.
Ecco cosa ci hanno raccontato:
Benvenuti sulle pagine di DiTutto! Partiamo subito con le presentazioni. Vi andrebbe di raccontare ai nostri lettori chi sono gli “Alla Bua”?
Gigi: Gli Alla Bua sono un gruppo di persone, tutte salentine, che hanno in comune la passione per la musica ed in particolare, per la musica popolare.
A cosa dobbiamo la scelta di “Alla bua”, il vostro nome d’arte?
Irene: Ero molto piccola ma ricordo benissimo gli anziani di un’osteria che cantavano felici (nelle osterie di Alliste e dintorni) canti di lavoro e d’amore e ripetevano questa parola “alla bua” insistentemente, come fosse un mantra, per accompagnare la voce principale. E’ proprio li che nasce ‘Alla bua’ parola dal significato etimologico che sembrerebbe provenire dalla lingua grica (dialetto antico tutt’oggi parlato nella zona del Salento detta Grecìa, circoscritta ad una decina di comuni e stranamente ben distante da Alliste). ‘Alla Bua’ starebbe dunque per altra via, altra cura, altra malattia, medicina alternativa, quella che oggi è la musica come cura dai mali moderni. Per noi ha un significato molto profondo.
“Fiuru giallettu” è il nuovo progetto musicale di prossima uscita. Ci potete anticipare qualcosa?
Gigi: Come sempre abbiamo cercato di dare la nostra impronta musicale ad un brano che parla d’amore. Fiuru giallettu nasce dall’esigenza di proporre un messaggio forte d’amore in un periodo che ci tiene, per svariati motivi, tutti quanti in apprensione.
Cosa vi ha ispirato maggiormente nella sua realizzazione?
Gigi: L’esigenza, appunto, di andare oltre i problemi che affliggono le società moderne dando così un messaggio diverso dedicato alla ricerca d’amore e di speranza nel futuro.
Il dialetto contribuisce a valorizzare un messaggio Cantare in dialetto può diventare anche un gesto rivoluzionario?
Dario: Cantare in dialetto, quindi scrivere canzoni in dialetto, vuol dire per noi esprimersi nel modo più naturale e veritiero possibile, poichè il dialetto è la nostra lingua madre. Se poi questo diventa un gesto per far capire al sistema che cancellare i dialetti significa distruggere il patrimonio culturale che ogni lingua dialettale possiede, noi ne siamo più che orgogliosi.
E per finire, potremmo avere un saluto speciale per i nostri lettori?
Gigi: Per finire un saluto affettuoso a tutti i nostri fans e a tutti i lettori di Di Tutto. Arrivederci su tutte le piazze d’Italia
Patrizia Faiello