Maglie, pestaggio sotto il palco. Gli Psicologi pugliesi: “Un grido d’allarme di un’intera generazione”

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La consigliera dell’Ordine degli psicologi di Puglia Laura Corvaglia interviene in merito alla rissa violenta scoppiata nella notte fra il 26 e 27 marzo in un locale di Maglie

“Violenze e aggressività sono un segnale di disperazione giovanile, una richiesta di aiuto di una generazione che non possiamo continuare ad ignorare”. La consigliera dell’Ordine degli psicologi di Puglia Laura Corvaglia interviene in merito alla rissa scoppiata nella notte fra il 26 e 27 marzo in un locale di Maglie durante l’esibizione di un cantante rapper, terminata con un pestaggio ai danni di un minore.

Gli adolescenti sono i soggetti che hanno patito maggiormente le restrizioni conseguenti alla pandemia. Il loro naturale bisogno di relazioni reali finalizzate alla conoscenza di sé e dell’altro sono stati spazzati via da centinaia di ore dietro gli schermi, in un contesto nel quale solo la performance ha costituito un valore.

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“L’aggressività è solo la punta dell’iceberg che rende manifesto un disagio ben più profondo e esasperato, figlio della rabbia covata durante il lungo periodo di restrizioni” continua la psicologa, sostenendo che la condizione di cattività ha amplificato uno stato di tensione e stress che da alcuni ragazzi è stato introiettato, procurando così un innalzamento esponenziale di situazioni depressive, comportamenti autolesivi, suicidi e tentati suicidi, da atri invece è stato mosso contro gli altri, alimentando risse violente ed aggressioni con le modalità tipiche del branco.

La precarietà esistenziale e l’assenza di percezione del futuro che nessuno ha indicato hanno disorientato i nostri ragazzi rendendoli ancor più fragili, virando il loro grido d’allarme in una modalità aggressiva di riprendersi uno spazio che, per due anni, è stato loro tolto.

“È fondamentale recuperare spazi di condivisione e di ascolto, territori di comunità e solidarietà, partendo dal sistema scuola e famiglia” conclude Corvaglia. “È importante che gli adulti, genitori in primis e insegnati in secundis, sappiano tradurre il disagio manifestato dai ragazzi e rispondere in una maniera che sia accogliente e responsiva. L’intervento dello psicologo può aiutare a riequilibrare un sistema di armonia psico-fisica, a proiettare all’esterno le angosce non attraverso l’aggressività e riconquistando la concezione secondo cui l’altro non è il nemico da combattere ma chi permette di costruire la propria identità nella differenza e nella diversità”.

 

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