A tu per tu con Francesco Merlotti in arte DECI. In radio con il singolo “Invisibile”

adv adv adv

 

Di Simone G.

adv adv adv adv

Ciao Francesco, intanto cosa significa il nome DECI

Ciao, è un piacere essere qua. DECI nasce da un simpatico nomignolo ai tempi delle elementari, quando un mio compagno di classe iniziò a chiamarmi De Cesco invece di Francesco. Da lì nacquero simpatiche storpiature durate tutto il periodo delle medie, come “Deciolone” “Deciolao” o “Deciccio”, fino ad arrivare a DECI, che coincide con il soprannome che attualmente tutti i miei amici utilizzano per chiamarmi. Ho cercato un nome d’arte per mesi, provando associazioni assolutamente improbabili, ma alla fine non ho trovato un come d’arte più adatto di questo. DECI è molto più di un nome d’arte: è tutto ciò che sono stato finora; è la mia infanzia, la mia adolescenza, tutti i miei sogni.

Un tema molto delicato. Cosa rappresenta “Invisibile” e la copertina del singolo, molto particolare.

Invisibile più che una canzone è un vero e proprio strumento, attraverso il quale sono riuscito ad esorcizzare un periodo molto buio della mia vita. Parlare di depressione è difficile, per questo ringrazio Andrea Amati per avermi dato la possibilità di esprimermi al meglio. L’aiuto di un esperto fa un enorme differenza.

La copertina, come il video, voleva dare un volto ai miei demoni. Ho scelto una maschera, impersonale, per due motivi. Il primo è rappresentativo, non dare un volto riconoscibile alle tue angosce è un po’ come se li rendessi anonimi, ottenendo così due cose: la prima è che li sminuisco, perché gli do meno importanza; la seconda è che li rendo interpretabili, non sono più solo i miei demoni ma possono essere i demoni di chiunque. Il secondo motivo invece riguarda l’estetica. Mi piacciono moltissimo le maschere e le rappresentazioni teatrali. Inoltre in questo caso specifico mi sono un po’ ispirato al demone con il volto anonimo del Maestro di animazione Hayao Miyazaki nel film “la città incantata”.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento?

Domanda difficile. Ho davvero tanti artisti di riferimento, ma cercherò di sceglierne pochi. Sicuramente Rag’n’Bone Man, Tom Grennan, Mumford & Sons, Imagine Dragons, Woodkid e Coldplay per quanto riguarda il panorama internazionale. In Italia invece mi sento di nominare Mahmood, Blanco Dardust e Noemi.

Hai altri brani nel cassetto? Faranno parte di un album?

Si, ho un altro inedito con Andrea Amati sui cui lavorare. Poi ho in ballo un brano meraviglioso con Gotham Dischi che doveva essere per un super big della scena italiana. Infine ho iniziato un bel progetto con TakeAway Studios. Non so se tutto ciò porterà ad un album, al momento sto cercando di creare un progetto artistico con la A maiuscola, mettendo tutto me stesso e tutto il mio vissuto.

Quanto, nel quotidiano, è importante la Musica per te:

La musica è come l’aria, senza non si può vivere. La musica mi accompagna sostanzialmente in tutte le giornate lavorative, mi fa da colonna sonora, enfatizza la gioia come la tristezza, in base al vissuto. La musica è sempre stata una compagna presente nella mia vita, ma l’ho sempre tenuta ad una certa distanza: prima di 27 anni mai avrei pensato di intraprendere un percorso di canto e di inoltrarmi così profondamente in questo mondo.

Cosa vuoi dire con “sonorità in mondi molto distanti dal nostro immaginario”:

Tra gli artisti che più apprezzo da un punto di vista prettamente di ricerca del suono, devo citare i Coldplay, Imagine Dragons, Woodkid e Dardust. In particolare gli ultimi due hanno la capacità di proiettare l’ascoltatore in mondi paralleli, con sonorità assolutamente moderne, evocative, capaci di stravolgerti ogni singolo organo del corpo. Il mio intento è quello essere come loro, così da portare l’ascoltatore in un altro mondo. È troppo presto per dirlo con certezza, ma questa è la direzione in cui voglio andare.

Tre aggettivi per descriverti:

Direi Generoso, Paziente e Permaloso

 

 

Dietro il nome d’arte «DECI» c’è Francesco Merlotti, classe 1991, mantovano innamorato tanto della musica e del canto, che ha studiato con Luisa Malaspina dell’Mmi di Mantova, quanto del proprio territorio d’origine. Il videoclip del singolo (online dal 26 Novembre), non a caso, è ambientato nella storica Casa del Mantegna a Mantova: un luogo simbolo del Rinascimento per parlare di rinascita, ma anche una contaminazione tra arti ed epoche molto diverse all’insegna della forza espressiva.  

Videoclip: https://youtu.be/44yfnKPbHZI

Link:

advadv adv adv adv