L’avvocata Tiziana Cecere sul caso Saman

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Intervista di Beppe Magrone per Mediterranea all’Avvocata Tiziana Cecere, criminologa, counselor e coach bioetico, esperta in crimini violenti ed interventi di progettualità sociale.

Cosa ne pensa sul fenomeno sempre più dilagante e inarrestabile della violenza di genere ma in generale tra gli esseri umani?

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La violenza sulle donne è una delle violazione dei Diritti Umani più diffusa, è ciò diventa ancora più palpabile in casi terribili come quelli della povera Saman. Tutt’oggi in diverse parti del mondo si nega totalmente il diritto delle donne all’ uguaglianza, alla dignità, alla sicurezza e al loro diritto di godere delle libertà fondamentali

L’episodio di Novellara ove continuano le ricerche del cadavere di Saman Abbas tramite sistemi come l’elettromagnetometro non le fanno pensare che forse ci stiamo abituando alla violenza e che sembra si attivi un meccanismo automatico avulso da emozioni?

Non considererò mai la violenza normale come se fosse legale e vorrei tanto non lo pensasse mai nessuno. Se all’esito della conclusione delle indagini preliminari dalla ricostruzione di tutto l’impianto accusatorio si dovesse confermare che Saman si era opposta ad un matrimonio combinato, che era stata più volte cacciata di casa dal padre, e che tutta la famiglia la sottoponeva a rinunce, sacrifici insensati e la opprimeva nelle sue libertà fondamentali di essere umano, a prescindere dalla mano di chi avrà commesso il crimine violento, la responsabilità penale dovrà essere distribuita su tutto il nucleo familiare, anche sui componenti che sapevano ma tacevano, anche su chi collaborava nel renderla ostaggio di una vita che la ragazza non aveva scelto.

Quali messaggi positivi di intervento sociale possiamo lanciare alla collettività?

Il primo passo è riconoscere che la violenza verso le donne è un problema sociale ancora frutto anche di retaggi culturali perciò dobbiamo  tutti insistere nelle campagne di sensibilizzazione, dare visibilità al fenomeno tra i più giovani e far prendere coscienza alla società e soprattutto alla comunità educante che la violenza è senza dubbio un problema pubblico che danneggia il nostro sistema di valori, regole e solidarietà, specialmente per i piu’ vulnerabili, pertanto è necessario sentirci tutti responsabili del cambiamento sociale e culturale promuovendo una cultura della legalità circolare, del “Noi “ , facendo in modo che vengano utilizzati i mezzi più adeguati per offrire informazione e formazione accessibile a tutti i gruppi di popolazione.

Siamo anche noi addetti ai lavori per il suo pensiero quale professionista esperta in crimini violenti e quale Presidente dell’Associazione “Fermi con le mani” abbiamo il dovere di responsabilizzare tramite la comunicazione mediatica?

Assolutamente si ed in un modo più veritiero e oggettivo possibile. Ciò che è accaduto a Saman ci deve ricordare di costruire ogni giorno un futuro che neghi la violenza in generale, soprattutto per i più giovani non soltanto contro le donne ma contro ogni essere vivente.

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