di Patrizia Faiello
Per la sua versatilità artistica Raimondo Rossi, in arte Ray Morrison, personaggio eclettico del fashion system Mondiale e fiore all’occhiello per la creatività targata Made in Italy è stimato in tutto il mondo.
DiTutto vi propone questa intervista esclusiva al fotografo, stylist e art director internazionale. Buona lettura
Grazie alla tua arte fotografica sei riuscito a regalare tanti ricordi alle persone che hai ritratto. Questo ti rende felice perché?
Essenzialmente li ho visti molto felici quando, dopo aver fatto (a volte per lavoro e a volte per gioco) un loro ritratto, si sono visti pubblicati o nella mia galleria su Vogue o su qualche altro magazine. Sicuramente è un motivo di orgoglio per loro apparire in una bella rivista e vedere la loro foto essere apprezzata. Donare questo ricordo è per me fonte di felicità.
Quali sono i ricordi che hanno contribuito a formare la tua personalità fotografica?
Direi che la cosa che ha formato di più il mio stile fotografico è la noia e la sterilità di alcuni ambienti di moda, che sono quelli in cui mi sono formato. Parlare solo di vestiti o make-up mi annoiava, ed ho iniziato a focalizzare su cose che per me sono più interessanti, quali possono essere gli essere umani messi a nudo.
In un mondo in cui l’immagine pare stia prendendo il sopravvento sull’essenza quanto è importante ritornare a realizzare scatti che ci riportano indietro nel tempo quando si riusciva a percepirne ancora la naturalezza?
Concordo con te, credo che sia davvero importante, soprattutto per le categorie più deboli o indifese, quali possono essere i bambini, adolescenti, o comunque le persone più discriminate. È importante tornare a mostrare quanto il candore di una persona libera e che si accetta possa dar vita a foto interessanti. Ora c’è una corsa nelle riviste o nelle maison di moda per far credere che siano davvero interessate alla lotta contro le discriminazioni, ma questa corsa, che in realtà è fatta per business, non porterà lontano.
A causa di questa pandemia che sta affliggendo l’umanità molte le restrizioni che si stanno continuando ad attuare. Anche le situazioni più semplici, come uno shooting fotografico in uno studio, sono diventate complicate. Per non parlare delle sfilate. Quando sarà possibile riappropriarci appieno della nostra quotidianità da dove ripartirai?
La nostra quotidianità mi manca tanto. Personalmente amo interagire con le persone, ampliare le conoscenze tramite viaggi, andare a vedere più spesso possibile le vite nelle nazioni diverse dalla dall’Italia. Quindi, credo che ripartirò dei viaggi, e da lì costruirò nuovi lavori o nuove collaborazioni, sempre creando lavori autentici, senza seguire la “moda” del momento.
Lo scorso 8 novembre sei stato ospite del TalkShow SunrisePop. Pensi che le realtà in streaming siano utili anche per dare voce agli artisti che in questo momento sono i più penalizzati?
Certamente sì. Anzi ne approfitto per dire che il talk show SunrisePop è veramente interessante, perché fa incrociare varie arti per fare cultura, che è un po’ quello che faccio io quando preparo degli editoriali di moda: posso far interagire fotografia e diritti civili, o moda e musica, per esempio. La realtà in streaming tiene viva l’attenzione degli utenti, tieni vivi artisti, tieni viva quella energia che serve a tutti per farci sentire vitali e vivaci. Per me è un si al 100%.