Il giovane cuoco, che era risultato positivo al covid-19, superato l’influenza che ha rivoluzionato il Mondo intero, è amareggiato fortemente per il forte impatto negativo che le conseguenze del Dpcm italiano ha provocato.
Nicola il settore della ristorazione ha subito molti danni in questo periodo storico soprattutto per i vari decreti che il Governo Conte ha emanato. Qual’e la differenza che risconti tra l’Italia e Svizzera dove attualmente lavori?
In svizzera o meglio nelle mie zone della svizzera est, non si percepisce tanto il disagio provocato dal coronavirus: i mezzi pubblici sono in funzione, i ristoranti aperti e l’idea del lock-down è molto distante. Si vero ci sono piccole restrizioni ma nulla che possa aggravare la situazione economica del Paese. Invece da quello che mi raccontano amici e familiari la situazione in Italia è ben diversa.
Che conseguenze ci saranno a tuo avviso?
Sappiamo benissimo che l’Italia vive di turismo, moda e ristorazione. Detto ciò con il nuovo Dpcm il Governo ha ucciso questi settori. Nell’ambito della ristorazione il fatturato maggiore proviene da introiti serali, e non solo oltre a cuochi e camerieri, subiscono anche altre categorie di lavoratori: bartender, organizzatori di eventi, pr, fotografi, musicisti, dj, grafici, video maker, aziende alimentari, imprese di pulizia, security, etc.
Secondo te quale potrebbe essere la soluzione per risolvere la situazione?
I ristoranti come molte altre attività non dovrebbero subire le conseguenze di decisioni sbagliate da parte del Governo italiano; per intenderci i ristoranti hanno un rischio molto basso di diffusione de virus ovvio bisogna sempre tenere degli accorgimenti per evitare ogni possibile contagio. In un paese come il nostro dove una delle attività imprenditoriale più grande è la ristorazione, non si può assolutamente chiudere il settore come se nulla fosse. Sarà il più grande fallimento del nostro governo, anzi lo è! perchè questa è diventata una realtà concreta. Cari politici , poi dove andrete a mangiare la carbonara usciti dal vostro castello di cazzate?
Pensi che i politici italiano abbiano saputo affrontare la situazione sanitaria?
Il Governo italiano sta cercando di limitare il più possibile i contagi del covid 19, ma sono molto propenso a pensare che la loro incapacità nel gestire questa situazione condannerà il nostro Paese per sempre.
In cosa credi abbiano sbagliato?
Sappiamo benissimo che l’Italia vive di turismo, moda e ristorazione.Detto ciò con il nuovo Dpcm il Governo ha ucciso questi settori , ma l’ambito della ristorazione ne ha subito gli effetti maggiori perchè oltre a cuochi e camerieri, il mondo della notte ne ha risentito anche ma bartender, organizzatori di eventi, pr, fotografi, musicisti, dj, grafici, video maker, aziende alimentari, imprese di pulizia, security e tanti altri.
Sei risultato positivo al covid-19. Come hai affrontato la degenza?
Il covid-19 agisce differentemente da persona a persona. Ci tengo a precisare che non sono un dottore ma posso raccontare la mia esperienza: tutto inizio con semplice contagio che può avvenire in milioni di modi, i primi giorni nulla di strano, ma col passare del tempo la stanchezza e la debolezza fisica si è fatta sentire, arrivando a colpire anche la mia mente, non riuscendo a fare ragionamenti e rimanendo in uno stato confusionale abbastanza elevato, i dolori muscolari erano al ordine del giorno. Ma quello che mi fece più paura fu la forte tosse polmonare e la perdita di gusto e appetito, non ho mai mangiato cosi tanto aglio in vita mia.
Hai recuperato il format che hai ideato durante la prima fase di lock-down di marzo attraverso il quale ti confrontavi con i ristoratori italiani con dirette social. Quale è stato il tuo intento?
L’idea di questo format è nata perché volevo vedere come la gente stava reagendo alla situazione, e dopo aver messo a proprio agio i ristoratori empatizzandola insieme a loro durante le dirette instagram, ho riscontrato una grande voglia di fare e di ripartire nonostante tutto. Le persone hanno bisogno di qualcuno che si prenda il paese in mano , pensando al presente e al futuro dei cittadini.