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Al via il 14 ottobre al Mercadante e il 22 al San Ferdinando la prima parte della Stagione 2020|2021 del Teatro di Napoli–Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò Un calendario di titoli inaugurato da I manoscritti del diluvio di Michel Marc Bouchard e Tavola Tavola, Chiodo Chiodo… da appunti, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo che tra ottobre a dicembre 2020 traccerà il percorso di un progetto autorevole e di alta tensione artistica e morale nell’era inedita consegnataci dalla pandemia
Partirà il 14 ottobe prossimo la Stagione 2020/2021 del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, la prima a firma del direttore Roberto Andò, regista di teatro, cinema, opera e scrittore palermitano.
Nel settecentesco teatro di Piazza Municipio, mercoledì 14 ottobre secondo le modalità previste dai regolamenti ministeriali e regionali di contenimento e contrasto al Coronavirus, il sipario si alzerà sul debutto in prima nazionale dello spettacolo I manoscritti del diluvio, testo di Michel Marc Bouchard, nella traduzione di Barbara Nativi, con la regia di Carlo Cerciello.
In scena fino a sabato 31 ottobre, lo spettacolo è interpretato da Walter Cerrotta, Michele Nani, Danilo Nigrelli, Franca Penone, Bruna Rossi, Maria Angeles Torres. Le scene sono di Roberto Crea; i costumi di Daniela Ciancio; le luci di Cesare Accetta; le musiche di Paolo Coletta; il suono di G.U.P. Alcaro. La produzione è del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.
I manoscritti del diluvio di Bouchard denuncia con poetica e malinconica consapevolezza il disarmante e crudo disagio senile dinanzi alla propria immagine riflessa, quando i desideri, la voglia di vivere, amare, condividere e progettare ancora, sono intrappolati dentro un corpo in disfacimento. Un’alluvione, un gruppo di anziani intenti a ricostruire i relitti di una memoria collettiva che le giovani generazioni vogliono ignorare. “Siamo noi stessi superstiti di un recente diluvio, scrive nelle note Carlo Cerciello, un diluvio che ha messo, purtroppo, in evidenza i buchi neri sociali ed etici di questa società dell’apparenza, dove il valore della vita umana corrisponde esclusivamente alla sua capacità di produrre. La cinica considerazione degli anziani durante questa pandemia, ne è certamente un tragico indicatore”.
Un testo di sorprendente attualità messo in scena da uno dei registi di punta della scena partenopea contemporanea qual è Carlo Cerciello, al quale il direttore Roberto Andò ha voluto affidare la ripartenza del teatro oggi chiamato a occupare un ruolo centrale nella ricostruzione, morale e materiale, della nostra società colpita al cuore dalla pandemia.
Lungo un filo che rimette al centro il teatro nella sua profonda relazione con la società e con il nostro tempo, si colloca anche lo spettacolo Tavola Tavola, Chiodo Chiodo…, secondo debutto in prima nazionale del Teatro di Napoli, che inaugurerà il cartellone ottobre-dicembre del Teatro San Ferdinando di Piazza Eduardo De Filippo il 22 ottobre con repliche fino al 1 novembre.
Tratto da appunti, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo – su ricerca storica di Maria Procina –, lo spettacolo è diretto e interpretato da Lino Musella, con musiche dal vivo di Marco Vidino. Le scene sono di Paola Castrignanò, assistente alla regia Luca Taiuti. La produzione è del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Elledieffe.
Durante la pandemia, molte sono le riflessioni emerse sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti. “In questo tempo mi è capitato – scrive Lino Musella – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle parole stesse scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e mano mano ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”.
Tommaso De Filippo – impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia – ha appoggiato Lino Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo volendo incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena. L’attore darà così voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle Istituzioni, ai discorsi al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante del Teatro San Ferdinando.