di Patrizia Faiello
La musica è scoperta, avventura, rifugio, uno degli strumenti più potenti per indurre, cambiare, amplificare o modificare gli stati d’animo. Per sentirsi più vicini, Di fronte al pericolo e alla paura della pandemia da corona virus, nasce l’idea di Alessandro Fragiacomo originario di Milano, ma residente a Londra, di ideare “Italians in The World”.
In questo periodo di autoisolamento forzato sicuramente aiuta a sentirsi meno soli affacciarsi ad un balcone virtuale dove intonare “Volare”, la celebre canzone di Domenico Modugno italiana più conosciuta al mondo. Tra gli italiani all’estero che hanno aderito all’iniziativa di Alessandro Fragiacomo figura anche il nome della giovane e talentuosa attrice Alice Lussiana Parente, nata e cresciuta in Italia ma residente a New York.
In passato ho avuto il piacere di intervistare Alice in occasione della sua partecipazione come conduttrice alla seconda edizione dell’ “Oniros Film Awards e da quel momento è nato tra di noi un rapporto basato sulla stima e sull’affetto, che ha portato l’attrice a voler rilasciare in esclusiva per diTutto un messaggio di speranza alla sua amata Italia. Ringraziamo l’attrice per aver scelto come suo portavoce il magazine DiTutto per arrivare al cuore degli italiani.
Come stai vivendo questa situazione da Italiana all’estero?
Ho iniziato a soffrire con l’Italia a fine febbraio e ora che in Italia cominciano lentamente a calare i casi di Coronavirus in Italia, soffro per la città in cui vivo in cui i numeri dei contagiati crescono ogni giorno. La situazione a New York, come in tantissime altre città è terribile, ma siamo forti e nel mio piccolo cerco di essere forte sia per l’Italia che per New York. Non vedo l’ora di vedere la mia famiglia, è difficilissimo rimanere distanti in questo momento, ma voglio sperare con tutta me stessa che questo momento passerà e riabbracciarsi senza paure sarà la cosa più bella.
Da Londra è partita l’iniziativa di “Italians in The World” alla quale hai aderito anche tu. Ce ne vuoi parlare?
Si! L’idea è partita da Alessandro Fragiacomo, io sono stata contattata da Irene Turri, attrice e amica carissima che vive anche lei a New York. Tutto è partito da un gruppo su whatsapp in cui ognuno ha cantato la canzone “Volare”. Sapevamo che ne avrebbero fatto un montaggio ma sinceramente nessuno si aspettava di finire su tutti i TG italiani e su molte testate nazionali. Diciamo che è stata una prova di come, quando fai le cose con il cuore il messaggio arriva ovunque!
“Volare” è una tra le tante canzoni italiane conosciuta in tutto il mondo e che in questo particolare momento è stata un mezzo per arrivare al cuore degli italiani…
Si Patrizia la musica è un veicolo potentissimo. Nei momenti più bui, ci siamo rivolti all’arte, alla musica, a cantare sui balconi per andare avanti. Per darci forza. Questo per me, esprime tutta la sua potenza, la sua forza.
Chi ha aderito all’iniziativa insieme a te?
Insieme ad Alessandro, originario di Milano, hanno preso parte all’iniziativa anche Ilaria Ambrogi di Roma da Chedworth, Arianna Bertinotti di Savigliano in provincia di Cuneo da Londra, così come è nella capitale inglese Carlo Bosticco di Alba, mentre a Parigi si trova Luca Bozzi di Livorno, Rossella Fanelli di Castellana Grotte è invece a Sydney, Marta Guardincerri di Pistoia canta da Madrid, , Matteo Maggiore di Spongano Lecce si trova ad Amsterdam, Luna e Luca Manganaro da Lecce a Los Angeles, ancora da Londra Daisy Jane Pacini originaria di Latina e Valeria Perboni di Mantona, Kecco Recchia da Gioia del Colle canta invece da Manchester, Bruno Tamiozzo di Latina da Belfast e Irene e Celeste Turri di Verona da New York. Il lavoro finale di montaggio è stato curato da Fabio Jacaranda Pacini di Latina che ora si trova nella capitale inglese.
Da Italiana cosa provi all’idea che i paesi più ricchi hanno voltato le spalle al nostro Paese…..Con tutto ciò che ne conseguirà….
Non so veramente cosa dire Patrizia. Credo sia gravissimo e che in queste situazioni più che in altre i paesi debbano aiutarsi. Spero vivamente che la situazione cambi e che si capisca l’importanza della solidarietà, cosa che abbiamo già visto in tantissimi altri paesi. Non ti nego, ho passato giornate in lacrime a guardare i video dell’arrivo a Roma e Milano dei medici e infermieri volontari provenienti da Cuba, Cina e Albania. Trovo che nell’atrocità di questa situazione, queste siano le immagini che ci tengono vivi.
Come stai trascorrendo questi giorni di quarantena?
Come moltissimi, ho perso anche io il lavoro quando hanno chiuso i teatri. Cerco di fare qualche doppiaggio/voice over in remoto, ma soprattutto scrivo moltissimo. Sto lavorando ad un paio di progetti miei a cui non ho mai avuto il tempo di dedicarmi prima. E, se devo essere sincera, sto cucinando tantissimo! Mi sono trasformata in Nonna Papera! Lasagne, Pizza, Gnocchi. Mi fa sentire vicino all’Italia.. e poi tantissime videochiamate con la mia famiglia e i miei amici, quelle sono essenziali.
Quello che è capitato al nostro paese non ha precedenti cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Non ha precedenti in tutto il mondo purtroppo… al momento ancora non lo so. Credo di essere ancora troppo immersa nella situazione per saperlo esprimere. In questi momenti capisci la vera natura delle persone. Vedi veramente l’egoismo, la generosità, la bontà, i veri amici, tutte le qualità che prima magari non erano così chiare. Al di là di tutto ho imparato che eravamo così felici prima e neanche ce ne rendevamo conto, che le cose importanti sono gli affetti, gli abbracci, le persone, la vita. Patrizia, eravamo così felici! Chissà se riusciremo ad apprezzarlo veramente quando tutto questo sarà finito!
Hai la possibilità di lanciare un messaggio ai nostri lettori….
Bisogna trovare la parte migliore di sé. A volte mi sveglio la mattina e piango moltissimo, non lo nego. Poi mi ricordo una frase che il mio bisnonno disse alla mia bisnonna quando mia nonna si trasferì giovanissima lontana da casa: “Mimina, questo non è il tempo delle lacrime!” Me lo ripeto ogni giorno, “Alice questo non è il tempo delle lacrime.” Questo è il tempo di essere forti. Forti per noi stessi, forti per chi sta lottando in ospedale, forti per i nostri eroi: medici, infermieri, volontari, lavoratori essenziali.
Andrà tutto bene perché…?
Perché alla fine del buio c’è sempre la luce.