Di Patrizia Faiello
Oggi DiTutto vi propone l’intervista al cantautore astigiano Igor Nogarotto. Lo scorso 15 marzo l’artista ha pubblicato il suo ultimo singolo “Eleonora sei normale” affrontando con molta delicatezza il tema di uno dei più comuni disturbi alimentari, quello della bulimia.
Igor Nogarotto ha recentemente aderito anche alla nostra iniziativa #andràtuttobene, lanciando un videomessaggio di speranza e di positività sui nostri canali in questo difficile periodo per il mondo intero.
In occasione della giornata contro i disturbi del comportamento alimentare hai pubblicato “Eleonora sei normale”. Perchè questo titolo?
“Eleonora sei normale” è il fulcro del testo del biglietto scritto da Eleonora, prima del suo gesto estremo del suicidio. E’ la frase più importante che Eleonora ricorda le abbia detto la Madre, una frase rassicurante, che la riportava appunto alla “normalità” ed era come una carezza all’anima mentre stava conducendo una vita solitaria ed emarginata. Il messaggio poi si sublima e diviene universalmente valido per tutti noi, perché ognuno di noi è alla ricerca della normalità, che non si sa più bene cosa sia.
Secondo te dietro il malessere di Eleonora cosa si nascondeva?
Gli specialisti da cui l’abbiamo portata hanno ipotizzato che possa aver inciso il trauma dell’abbandono del padre, avvenuto quando Eleonora aveva appena 6 anni. “Secondo me” (ma ovviamente è una sensazione mia e null’altro), avendo lei uno spirito artistico (e per questo eravamo molto in empatia), amando scrivere e dipingere, unitamente a quel trauma, viveva come una sorta di gabbia emotiva il percepire sempre più che, in prospettiva, la sua malattia le avrebbe impedito di realizzare la sua vena creativa. Sono piuttosto sicuro che sapeva che il biglietto che ha lasciato prima di suicidarsi, una poesia, avrebbe dato un senso al suo gesto e avrebbe avuto un percorso creativo in sua vece.
Quanto è importante secondo te, per chi vive nell’isolamento imposto dalla malattia, radunare in un unico coro le voci di chi ha vinto sulla malattia?
I social sono un fallimento da questo punto di vista: aggregano sì, ma sono fondamentalmente una rincorsa al primato, alla foto più figa, al maggior numero di like. Se invece vengono usati come piattaforma per divulgare messaggi sociali, che poi si sviluppano al di fuori del web, allora hanno una valenza pro-positiva. Creare eventi live in cui le persone che soffrono possano testimoniare coralmente il loro dolore o disagio esistenziale è di fondamentale importanza: è davvero un modo per sentirsi meno soli.
Dal riscontro molto positivo di questo progetto musicale è nato un movimento spontaneo, “Non siete soli”. Ce ne vuoi parlare?
Esatto, spontaneo, proprio nato dalle centinaia di messaggi che sono arrivati non appena pubblicato il video, da parte di ragazzi che soffrono di disturbi alimentari, da parte di genitori con figli malati, da parte di chi ne ha sofferto e ancora si sente in pericolo di ricaduta: moltissimi di loro mi hanno scritto “Grazie, ci fai sentire meno soli”.
Dall’incontro successivo con la scrittrice Mariavittoria Strappafelci, autrice del libro “Il digiuno dell’anima: una storia di anoressia” (lei ha vissuto l’anoressia sulla propria pelle per molti anni ed ora ne è uscita) ed il Maestro Alessandro De Gerardis (speaker radiofonico e musicista) si è creato il movimento “Non siete soli” che vuole sensibilizzare ed accendere i riflettori sui disturbi alimentari, lanciare il messaggio che si può guarire, nonché raccogliere e diffondere testimonianze di chi soffre di queste patologie e creare eventi nelle scuole in cui informare su cause e rischi.
Cantautore, autore, scrittore, imprenditore, impresario. Qual è la tua vera anima?
Mi piace definirmi “Aratore di Emozioni” perché vengo da un paesino di campagna di poche anime e mi piace la metafora della terra, da cui, coltivandola, tutto può nascere e crescere. Amo andare in profondità, sviscerare l’animo delle persone e lo faccio attraverso la mia creatività, che spesso riesce a dare consapevolezza a chi la vive, scuotendone (come l’aratro) passioni assopite.
Quando avrai la possibilità di ritornare alla tua quotidianità cosa riprenderai a fare con occhi e cuore nuovi?
Il progetto “Eleonora sei normale” ed il movimento “NON SIETE SOLI” approderanno in programmi televisivi per parlare di DCA e di seguito organizzeremo eventi, soprattutto nelle scuole per parlare ai ragazzi ed informarli dei rischi della malnutrizione e/o denutrizione e lo faremo con un team adeguato che parli loro attraverso musica, letteratura e sorretto da esperti medici di nutrizione, affinché il messaggio possa essere completo, ma veicolato in modo molto fruibile ed immediato, attraverso l’arte.
Crediti Laura Grossi