Una delle voci più apprezzate del panorama della world music internazionale
Il tour partito da Napoli e Malgrat de Mar (Barcellona, Spagna), toccherà più di 15 nazioni europee
Un’intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato. E’ “Amoreamaro” (Agualoca Records), il nuovo album di Maria Mazzotta, una delle personalità musicali più emblematiche del Sud Italia, pubblicato il 10 gennaio, nei negozi di dischi, sulle piattaforme di streaming e in digital download.
Già nel “Canzoniere Grecanico Salentino”, la Mazzotta è arrivata ad essere una delle voci più apprezzate del panorama della world music europea.
Dieci brani in tutto, di cui due inediti, per un disco – presentato in anteprima alla Fira Mediterrania de Manresa (Spagna) nell’ottobre scorso – che attraversa senza timore tutte le emozioni che l’amore può suscitare, trovando nel canto, come da tradizione popolare, la catarsi, la consolazione, la forza e la “cura”. Si va dagli stornelli ai brani di tradizione riarrangiati ed arricchiti con nuove sonorità e parole, sino alle pietre miliari che hanno lastricato la strada della grande canzone Italiana come “Lu pisci spada” di Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più” portata al successo da Gabriella Ferri e “Rosa canta e cunta” della grande cantautrice siciliana Rosa Balistreri.
Ma il cuore del disco alberga nei due inediti in lingua salentina: “Nu me lassare”, una dolorosa ballata d’amore, un’invocazione a chi non c’è più, e la title track “Amoreamaro”, una pizzica, tradizionalmente ritmo risanatore per le “tarantolate”, che idealmente si prefigge di guarire un mondo malato. “Amoreamaro” è il singolo che accompagna l’uscita dell’album e che ha ispirato anche un videoclip di visual art realizzato da Balto e pubblicato lo scorso 15 gennaio.
A guidare musicalmente il tutto ci sono la fisarmonica ed il piano del malgascio Bruno Galeone, al quale talvolta si uniscono i tamburi etnici e le percussioni dell’iraniano Bijan Chemirani (in “Tore Tore Tore”) e il didgeridoo di Andrea Presa (in “Amoreamaro”).
L’illustrazione in copertina è un lavoro esclusivo di Simone Lomartire. Grafica di Giulio Rugge.
Maria Mazzotta, coadiuvata dall’agenzia di booking e management Zero Nove Nove, ha voluto legare a questo suo ultimo lavoro discografico anche l’apertura di una collaborazione con Save the Children per raccogliere fondi da destinare a operazioni umanitarie.
L’uscita dell’album sarà accompagnata da un fitto tour nazionale e internazionale iniziato il 13 febbraio da Napoli e il 15 febbraio da Malgra de Mar, in Spagna. Il tour farà tappa in alcune delle città più importanti d’Europa come Marsiglia (Francia, 5 marzo), Parigi (Francia, 9 marzo), Vienna (Austria, 10 marzo), Lubiana (Slovenia, 14 marzo), Saragozza (Spagna, 28 marzo), Monaco di Baviera (Germania, 17 aprile), Skopie (Macedonia, 4 giugno). Non mancheranno le tappe nello Stivale:Roma (Auditorium Parco della Musica, 8 maggio), Catania (2 maggio), Formia (9 maggio) e Trento (14 maggio).
“AMOREAMARO traccia dopo traccia (Guida all’ascolto)
01- VORREI VOLARE / BALLATA DELLA PRESA DI COSCIENZA (Trad. / R.Durante – D.Durante)
Si tratta di due stornelli, che nella tradizione sono una forma musicale utilizzata per comunicare qualcosa che solitamente in pubblico non si può comunicare, come una dichiarazione d’amore o, al contrario, delle offese.
“Vorrei volare” é uno tra gli stornelli d’amore tradizionali più conosciuti in Salento.
“Ballata della presa di coscienza” è invece scritto da Rina Durante, una scrittrice salentina che negli anni 70 descriveva la condizione sociale della donna in Salento.
02- SCURA MAJE (Trad.)
Brano tradizionale abruzzese, conosciuto anche come “Il canto della vedova”. É la disperazione per la perdita dell’amore, tanto che la moglie vorrebbe morire nelle braccia del marito defunto.
03- NU ME LASSARE (M.Mazzotta – B.Galeone)
Primo inedito del disco. Una ballata d’amore in salentino, il desiderio di «ritrovare» qualcuno che non c’é più.
04- ROSA CANTA E CUNTA (Rosa Balistreri)
Un omaggio a Rosa Balistreri. Racconta la sua storia: la sofferenza, la fame, la sopraffazione dei padroni, la rabbia per le ingiustizie della sua terra. Ma anche la non rassegnazione, il desiderio di restare quel che si è, di mantenere la propria dignità.
05- NO POTHO REPOSARE (S.Sini – G.Rachel)
É una canzone d’amore sarda scritta nel 1920 ma oramai considerata un classico della canzone tradizionale dell’isola. Racconta della fragilità dell’amore che è tenero come un bambino: “Se mi fosse possibile ruberei lo spirito invisibile dell’angelo, prenderei il sole e le stelle del cielo e creerei un mondo bellissimo per te, per poterti regalare ogni bene”.
06- TORE TORE TORE (Trad. – el. M.Mazzotta, B.Galeone)
Una ninna nanna in griko o grecanico (lingua minoritaria parlata nei comuni detti della Grecía Salentina, risalente probabilmente al periodo bizantino). Il testo in salentino è inedito, scritto appositamente per questa versione del brano, mentre quello grecanico (tradizionale) è stato adattarlo musicalmente su un tempo dispari, tipico dei balkani, proprio per creare un ponte, un legame più stretto tra queste due terre.
07- LU PISCI SPADA (D. Modugno)
Famosissimo brano di Domenico Modugno, ispirato alla pesca del pesce spada che fino agli anni 50 si praticava nello stretto di Messina. Una volta presa la femmina, i pescatori aspettavano il maschio che per istinto non abbandonava la compagna ma si lasciava morire con lei. Un amore unico ed esclusivo, il modello romantico dell’immaginario femminile, almeno del sud Italia, in un passato non tanto lontano.
“Ma l’esclusività oggi – spiega la Mazzotta – talvolta ha ben altre conseguenze, spesso irreparabili”.
08- BEDDHA CI STAI LUNTANU (trad.)
Brano tradizionale salentino, una delle poesie d’amore più belle. Qualcuno, da molto lontano, parla al suo amore e dice: “bella, se sei lontana e vuoi vedermi affacciati alla finestra di ponente, se hai freddo sono i miei sospiri, se hai caldo è questo mio cuore che arde, se vedi onde in mare non le temere, sono le mie lacrime, fiumi correnti, e se senti voci e lamenti, sono io che ti chiamo, e tu non mi senti”.
09- AMOREAMARO (M.Mazzotta – B.Galeone)
E’ il secondo inedito del disco. Un canto al “mondo malato” che si tenta di guarire con questa pizzica, tradizionalmente usata per curare le donne “tarantate”, simbolicamente morse dal ragno, ma realmente affette da una sorta di depressione. “É quello che cerchiamo di fare con questo brano – spiega Maria Mazzotta – cerchiamo e sperimentiamo le diverse possibilità di vibrazione, del corpo strumento e della terra, per scatenare una reazione, provocare il caos che riporta alla quiete, all’equilibrio”.
10- TU NON MI PIACI PIÙ (M.Castellacci – D.Gribanovski)
Un omaggio alla grande Gabriella Ferri e un ideale chiusura con il lieto fine: il riscatto di chi si libera, con dignità, dal dolore di una storia finita e guarda avanti.