di Patrizia Faiello
Dopo l’immediato successo del precedente romanzo “Le ali del bruco”, giunto alla terza ristampa e migliaia di copie vendute, lo scorso 11 gennaio l’autore campano Antonio Cucciniello è stato ospite del gruppo di lettura “Carboneria Letteraria” di Roma.
Noi di DiTutto lo abbiamo incontrato, durante la presentazione di “Pathemata Mathemata”, il suo nuovo romanzo ispirato all’Approccio Sistemico Vitale ed abbiamo realizzato questa intervista. Buona lettura!
Antonio come nasce l’idea di scrivere “Pathemata Mathemata”?
Questo percorso Patrizia è iniziato quattro anni fa con il successo editoriale del precedente romanzo “Le Ali del Bruco”. “Pathemata Mathemata” (soffrire per rinascere) è ispirato all’Approccio Sistemico Vitale, una teoria illuminante che vede tra i suoi maggiori esponenti il professore Sergio Barile, ordinario di Economia presso l’università La Sapienza di Roma. Noi siamo tutti bruchi destinati a divenire farfalle, e ciò che conta è proprio la sofferenza, i Pathémata del passaggio da bruco a farfalla, non il colore o la forma delle ali che avremo.
Quindi il motore di Tutto è stato “Le Ali del bruco”?
Si decisamente è il romanzo che mi ha regalato l’affetto di migliaia di lettori e di lettrici che ancora oggi continuano a seguirmi sui social e soprattutto leggendo il mio ultimo libro PATHEMATA MATHEMATA. Le Ali del Bruco è un romanzo introspettivo scritto con l’anima, la mia. Un libro doloroso ma pieno di speranza, un romanzo resiliente che spalanca le porte alla rinascita. Nella vita imparerai a tue spese che non esiste un tempo sprecato, e i giorni che ti renderanno migliore, saranno i giorni in cui avrai avuto sfortuna.
Che sensazione provi a leggere te stesso?
Tante sensazioni, nelle mie pagine mi perdo e mi ritrovo, a volte sorrido, altre volte piango, certi giorni rinasco, altri giorni è un po’ come morire.
Sei un autore molto popolare soprattutto tra i ragazzi. Che rapporto hai con loro?I ragazzi sono la mia forza, l’energia vitale che mi ricarica ogni volta che varco la soglia di una scuola, sono la ragione e il senso di un mestiere complicato che troppo spesso mi spinge a scavare dentro le mie miserie. Con i ragazzi ho uno splendido rapporto, in fondo non è complicato, devi solo essere sincero ed avvicinarti al loro mondo in punta di piedi, con estrema semplicità. Sono i ragazzi che fanno la differenza, sempre.
Hai frequenti occasioni di incontrarli nelle scuole dove svolgi delle vere e proprie lezioni di vita con il progetto “il romanzo come esperienza vitale” Che cosa incontri veramente?
È solo una mia illusione, entro in una scuola convinto di insegnare loro qualcosa, e quando torno a casa comprendo che i ragazzi, con il loro entusiasmo e la loro unicità, mi hanno dato l’ennesima lezione di vita.
Il romanzo “Le ali del bruco”, dopo essere giunto alla nona ristampa, diventerà anche uno spettacolo teatrale. Ce ne vuoi parlare?
Si Patrizia ad aprile “Le Ali del Bruco” verrà messo in scena a Messina dalla compagnia teatrale “In Valigia” e voglio cogliere l’occasione per ringraziare Lucio Cucinotta, che curerà la regia, Francesca Vaglica, Dario Scarpati e Sergio Coffaro.
La tua prossima opera sarà ancora su questo stile?Concluderò il percorso iniziato con il Professore Sergio Barile con un terzo romanzo ispirato all’Approccio Sistemico Vitale che sarà accompagnato da un piccolo manuale che spiegherà l’intero progetto iniziato con Le Ali del Bruco.
E l’idea di realizzare anche un brano ed un videoclip nasce come?
L’idea nasce dal paroliere Antongiulio Iorfida che, una volta letto “Le Ali del Bruco”, e rapito dall’intensità del libro, ha scritto “ Le Sue Ali “, un testo bellissimo che il cantante e musicista Vincenzo Maida ha trasformato in una canzone strepitosa che il 7 dicembre 2019 è stata trasmessa dalle frequenze di Radio Italia. Dalla canzone al videoclip il passo è breve, una naturale conseguenza per un brano che regala forti emozioni.
Il 6 marzo prossimo questo brano verrà presentato a Soverato all’Istituto Tecnico Tecnologico Giovanni Malafarina. Sei emozionato?
Emozionatissimo perché, insieme a Vincenzo Maida, canteremo il brano con i ragazzi che riusciranno di sicuro a sorprendermi ancora una volta con il loro entusiasmo e soprattutto con la loro spontaneità e voglia di vivere. E per tutto questo devo ringraziare la prof.ssa Savina Moniaci che ha voluto fortemente questo incontro a Soverato.