“La Vucciria” di Guttuso esposto a Palazzo Montecitorio fino al 12 gennaio 2020
di Ester Campese
Straordinariamente a Roma sarà possibile, fino al prossimo 12 gennaio 2020, ammirare “La Vucciria” la maestosa opera di Renato Guttuso tra le più famose del Maestro siciliano, che è esposta a Palazzo Montecitorio, presso la Camera dei Deputati, nella “Sala della Lupa”.
Normalmente “La Vucciria”, delle dimensioni di 3 metri quadri, è custodita presso il Complesso Monumentale del Palazzo Chiaramonte – Steri, al Rettorato dell’Università di Palermo, donata loro dallo stesso Guttuso, che realizzò il dipinto nel 1974, nella sua maturità artistica.
L’iniziativa dell’esposizione del dipinto a Roma è stata promossa dall’Università degli Studi di Palermo e dalla Fondazione Sicilia che ne fa di questa tappa una prima occasione di altri prossimi appuntamenti che porteranno il dipinto in diverse regioni italiane.
“La Vucciria” è senza dubbio un’opera che ci riporta al crudo e sanguigno realismo che il Guttuso sapeva proporre e rendere perfettamente attraverso i suoi colori e soggetti che ci riportano all’atmosfera di uno dei più famosi mercati siciliani, l’omonimo “Vucciria”, storico luogo di scambi e commerci a Palermo. L’origine del termine “Vucciria” proviene dal francese boucherie (macelleria) reso poi dal dialetto siciliano in “Vucciria”.
Renato Guttuso è stato tra i principali interpreti della pittura neorealista italiana, e proprio attraverso il colore, ha saputo far rivivere in questa opera la scena del mercato in modo molto forte e vivido, attraverso le carni rosse esposte, o le merci presentate in bell’ordine come frutta e verdura. E’ persino possibile immaginarsi il vociare, quel tipico richiamo con le cantilene degli imbonitori, “i vanniaturi” del mercato.
Le opere di Guttuso furono fortemente improntate anche al suo forte impegno sociale con la rappresentazione quasi di un suo proprio “violento espressionismo” nativo dal disprezzo del pittore rispetto all’ingiustizia sociale, agli abusi del potere rappresentati con una sua lirica non disgiunta dalla speranza del mutamento degli aspetti più arbitrari imposti al popolo dalla società e dai “potenti”.
Guttuso attraverso soggetti iconici, si fece latore della sicilianità e spesso riprodusse la sua radice isolana, attraverso immagini quali limoneti, o riproducendo l’ulivo saraceno, o scene che ci riportano al quotidiano siciliano, auspicando attraverso il suo esprimersi “realista” ed incisivo, lo scuotere ed il risveglio delle coscienze attraverso un messaggio “visivo” fruibile da tutti.
La straordinaria opera “La Vucciria” dunque conferma il filone realista e crudo del Maestro che ci trasporta anche in una sorta di aspetto arabeggiante, radicato nel popolo siciliano, che esprime, con una perfetta sintesi, una delle tante anime della città Palermitana. Lo stesso Guttuso disse di questo dipinto: «non è una immagine e neppure una serie di immagini. È una sintesi di elementi oggettivi, definibili, di code e persone: una grande natura morta con in mezzo un cunicolo entro cui la gente scorre e si incontra».