Di Patrizia Faiello
Oggi DiTutto vi propone l’intervista esclusiva ad una delle voci storiche dei Matia Bazar, la cantautrice bolognese Silvia Mezzanotte.
Ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con lei in occasione di “Notte di Note Show”, lo spettacolo ideato dal maestro Carmine Caiazzo con l’ obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca per la cura delle leucemie.
Special guest star della serata è stata proprio Silvia Mezzanotte che insieme ad altri artisti, ha sposato la causa dell’associazione 5 Stars presso il Teatro Italia di Acerra. Buona lettura!
Protagonista di “Notte di Note Show” l’evento che il maestro Carmine Caiazzo ha ideato giunto alla 9^ edizione. Cosa ti ha spinto a partecipare con tanto entusiasmo?
Ho conosciuto il maestro Carmine Caiazzo Ad “All Together Now” e confesso che per l’idea che mi ero fatta di lui, una persona molto compita, che non diceva mai una parola fuori posto, ho pensato ma che cosa ci sta a fare qui? Con il passare del tempo si è sciolto ha cantato, ballato e si è integrato alla grande. Mi ha chiesto se potevo partecipare a questa serata, dal momento che garantiva personalmente, che i fondi venivano realmente utilizzati al meglio, cosa molto importante per me, e così ho detto subito di si. Lui è stato il tramite. Sapevo che ci sarebbe stata una meravigliosa orchestra e questo per me è sempre un grande incentivo e poi naturalmente speriamo di raccogliere tanti fondi per aiutare l’associazione 5 stars, i malati e le famiglie.
Quanto è importante unire lo spettacolo alla solidarietà?
Grazie alle serate come questa di “Notte di note show”, dove spesso noi artisti veniamo invitati a partecipare, si riesce a dare un valore assoluto alla propria arte. Questo mestiere porta con sé tanti lustrini e per fortuna grazie anche a queste manifestazioni si capisce che sotto c’è sostanza, che in realtà ci si ritrova a dare un senso a tutto quello che è il nostro lavoro anche se a volte sembra essere estremamente superficiale. Può apparire scontato, ma credo che fare beneficenza, sfruttare la propria capacità per queste situazioni di solidarietà, prima di tutto faccia bene a chi le fa.
Come nasce la tua passione per la musica?
Nonostante la mia famiglia non fosse composta da musicisti, all’età di soli cinque anni dichiarai solennemente che io da grande avrei fatto la cantante. La passione per la musica arriva però attraverso mia nonna paterna dalla quale tutte le estati mi recavo. Erano generazioni in cui non c’era la televisione ed internet. Dopo una giornata di lavoro la sera ci si ritrovava tutti insieme a cantare le canzoni tradizionali. Questo mi ha permesso di affinare l’orecchio. Da bambina ero estremamente timida ho impiegato infatti molti anni a trovare il coraggio per esibirmi e quando sul serio ho iniziato non ho più smesso.
Tu sei stata una delle voci storiche dei Matia Bazar. Che esperienza è stata?
E’ stata un’esperienza estremamente formativa sia da un punto di vista umano che professionale. Sono stati anni di straordinario lavoro e per me è stato come frequentare un’università. Sono entrata a far parte dei Matia nel 1999 e per tre anni consecutivi, dal 2000 al 2002 abbiamo ottenuto grandi e belle soddisfazioni con una serie di partecipazioni al Festival di Sanremo. Ci siamo guadagnati un ottavo posto con “Brivido caldo”, un terzo posto con “Questa nostra grande storia d’amore” e nel 2002 la vittoria con “Messaggio d’amore”. E’ stata veramente tosta perché noi non andavamo a dormire se non avevamo realmente costruito quello che volevamo costruire. Eravamo un gruppo di giorno e di notte. Per una donna all’interno di un gruppo maschile, tutto ciò è molto difficile però ci sono riuscita ed è stato fantastico.
L’esperienza con i Matia Bazar termina nel 2015 cosa ti ha portato a prendere questa decisione?
Si Patrizia l’esperienza con i Matia Bazar purtroppo è terminata nel 2015 a causa della scomparsa di Giancarlo Golzi che era il batterista e leader storico dei Matia. Per me lui era come un fratello maggiore mi confrontavo su ogni cosa e senza di lui non sono più riuscita ad andare avanti. Ho conservato un ottimo rapporto soprattutto con Fabio, che era l’altro “giovane”, entrato insieme a me nei Matia nel 2000. Ogni tanto ci sentiamo, ci scriviamo e reciprocamente ci seguiamo su quello che facciamo nei nostri relativi percorsi.
Che consiglio daresti ai giovani che vorrebbero fare della musica il proprio mestiere?
Premettendo che secondo me in questo momento, a causa dei mille input che hanno intorno, quali il telefonino, il computer, la piaga che dilaga tra i giovani è la mancanza di concentrazione, credo sia fondamentale prima di tutto avere una buona formazione di base. Questo è un discorso che vale per qualunque musicista. Io non amo le improvvisazioni, alla gente che arriva, ed è convinta che basti avere un granello di talento per riuscire ad ottenere un successo duraturo nel tempo, suggerisco sempre di studiare e di non fossilizzarsi su un ascolto solo ma di aprire le orecchie a 360°.
Spesso, vittime di un mondo frettoloso e superficiale e soggette alla vulnerabilità, sono soprattutto le relazioni umane….
Sono d’accordo… Il mio nuovo singolo, “Aspetta un attimo”, infatti vuole dire proprio questo: fermati, rifletti… Siamo talmente presi dalla frenesia di questa vita che non ci ricordiamo più da dove siamo partiti, tanto meno dove vogliamo arrivare e non siamo nemmeno in grado di goderci l’attimo.
Dal 2015 sei anche impegnata nel progetto dell’Accademia come nasce l’idea?
Si Ho aperto nel 2015 un’Accademia in Sicilia, che adesso vanta 7 sedi in giro per l’Italia. Ho deciso di realizzare tutto questo perché volevo regalare ai giovani quel tipo di esperienza che io non ho avuto, e cioè la possibilità di avere a che fare con un artista in carriera che lavora e che ha voglia di confrontarsi per davvero non solo sui successi ma anche e soprattutto sugli insuccessi. La carriera di un artista non è mai lineare. Per me raccontare cosa è successo nella propria carriera è la cosa sostanziale. Arrivare al successo è possibile, restare in vetta è molto complicato, ma rialzarsi dopo una caduta è ancora più complicato. A me è successo diverse volte anche con i Matia, mi piace raccontarmi anche su questo.
Cosa rappresenta per te il successo?
Patrizia il prossimo anno festeggerò 30 anni di carriera. Essere ancora qua è un gran successo!
Ci stiamo avvicinando al Natale cosa vorresti trovare sotto l’albero?
Le cose più semplici, quelle che in realtà, agli altri possono sembrare forse banali. Quello che mi manca è un tempo di qualità da trascorrere con i miei cari. Adoro il mio lavoro ma spesso mi costringe a viaggiare in continuazione non permettendomi di stare vicino alla mia famiglia come vorrei. Purtroppo l’anno scorso ho perso il mio papà. Il regalo più bello è trascorrere la vigilia, il Natale e il Santo Stefano assolutamente e rigorosamente a casa con il mio compagno, la mia mamma cardiopatica, mia sorella e i miei tre gatti e i due cani.