di Patrizia Faiello
Oggi DiTutto vi propone l’intervista esclusiva al pluripremiato regista, attore, cantautore e musicista Simone Borrelli.
Classe 1985 recentemente Simone ha lanciato il suo nuovo progetto musicale intitolato “L’Amor”, un pop-rock dal ritornello martellante e un ritmo travolgente, che racconta le sensazioni dell’amore in un mix tra passionalità e ironia.
Il brano che lo vede ora protagonista sulle scene musicali è un Visual Video a base di GIFs e stickers animati che sono disponibili online in free download e utilizzabili nelle varie piattaforme social tra cui WhatsApp e IG Stories e che ha appena superato le 40 milioni di visualizzazioni.
“L’Amor” è la prima tappa di un percorso che si svelerà step by step nel corso dei prossimi mesi e che vedrà il giovane Simone Borrelli protagonista assoluto.
Il singolo “L’Amor” è prodotto da Lungomare S.r.l. e distribuito da Universal Music Italia ed è disponibile in tutti i digital store. Buona lettura
Come nasce l’idea di realizzare questo progetto musicale così originale?
“L’Amor” è nato dall’idea di raccontare l’amore in una maniera completamente diversa da quella visione sofferente che è stata descritta nel corso degli anni nella canzone italiana. Io ho voluto restituirlo in una chiave totalmente energica: 3 minuti di pura adrenalina, in cui ci ricordiamo davvero il motivo per cui ci innamoriamo e cosa questo sentimento ci provoca. Quindi una chiave energica e positiva.
L’Amor: quanto è difficile oggi riuscire a parlare ancora di amore?
Amore è una parola tanto utilizzata, inflazionata e anche bistrattata, che finisce per perdere il suo valore. Io ho voluto utilizzarla in questa forma tronca -L’Amor- in modo evocativo, con la forza ed energia di cui ti ho parlato prima Patrizia. E in un momento in cui siamo circondati da muri d’odio, sentire, come sta succedendo nei primi promo live, tanti giovani che urlano e cantano a squarciagola il ritornello che dice solo “l’amor”, lo trovo paradossalmente qualcosa di rivoluzionario in questo momento storico ed è il segno che ho realizzato quello che volevo davvero fare con questo pezzo.
Cosa è per te l’amor?
L’Amor è qualcosa che ci spinge in avanti, la nostra ragione di vita. Per “descriverlo” visivamente mi è subito venuto in mente un cuore multicolor: lo vedete nel video e sulla copertina del singolo. Questo cuore racconta tutte le sfumature che possono essere racchiuse in questo sentimento. Come credo che non esista un solo modo di amare, non esiste un solo colore per descriverlo. E poi, se guardate bene, non ci sono solo tanti colori, ma tante sfumature per ogni colore. Perché l’amore può essere raccontato e vissuto in tante maniere, dal “colore” più tenue al più brillante, ma è bello e vivo nella stessa maniera. Senza discriminazioni e senza giudizio. Con quel cuore multicolor ci ho fatto anche una maglietta. Non vuole essere un gadget, ma una specie di simbolo da supereroe, una specie di superpotere, come Superman!
Qual è il messaggio che vuoi lanciare?
Il messaggio più grande che voglio lanciare è che il vero superpotere che abbiamo tutti, che ci rende migliori, che può farci superare i problemi e rendere migliore questo mondo, è l’Amore. Pensiamo a Martin Luther King, Nelson Mandela, Falcone e Borsellino… Dobbiamo prenderci la responsabilità di amare per poter cambiare le cose, attraverso l’unico vero superpotere che abbiamo a disposizione indistintamente tutti, come dei veri supereroi.
A proposito di cuore: le gif che hai usato per fare il tuo originalissimo e bellissimo video hanno appena superato 40 milioni di visualizzazioni. Come ti è venuto in mente di crearle?
Nel mio lavoro artistico ho sempre tre focus a cui non rinuncio: l’originalità, quindi fare qualcosa di insolito; il messaggio sociale che deve lasciare quello che faccio; il pop, cioè arrivare a più persone possibili per diffondere il mio messaggio. Il parametro dell’originalità mi ha portato a ideare un visual video a base di gifs e stikers, che nei videoclip musicali non si era mai visto. Ho fatto un grandissimo lavoro grafico, pieno di immagini, colori e significati. Volevo qualcosa che desse rilievo al testo, alla musica e all’energia, in modo visivo ma non invadente. E mi piaceva l’idea che i personaggi creati graficamente potessero essere utilizzati anche fuori dal video, nella comunicazione di tutti i giorni. Per questo li ho resi disponibili gratuitamente per le stories su Instagram, Facebook, Messanger, Whatsapp. La gente li sta usando e questo è fantastico!
Nel tuo percorso artistico hai ricevuto molti riconoscimenti. Quale esperienza è stata più arricchente tra tutte?
Ogni esperienza è stata un tassello importante di ciò che mi ha condotto ad essere il “me stesso” di oggi e non c’è qualcosa che abbia un valore assoluto rispetto alle altre. Guardandole da spettatore invece, sicuramente Patrizia ti direi che “Eddy”, il mio ultimo film, è stata la scommessa più grande e difficile finora, e come tutte le cose difficili, ti portano a soffrire di più ma ad amarle proporzionalmente altrettanto. E’ stato molto più di un film, è stato forse il primo vero incontro co n il Mondo con qualcosa di veramente mio, in cui oltre alle mie varie figure artistiche contemporaneamente (regista, attore, sceneggiatore, autore e interprete della colonna sonora originale, ecc.), ho messo in gioco il mio pensiero, ciò in cui credo veramente, che penso sia la cosa più intima e difficile da condividere per un artista. Sentirla così diffusamente apprezzata è stata una pacca sulle spalle significativa, un segnale a testimoniarmi che forse ciò che ho da dire, probabilmente non è solamente pura velleità artistica, ma figlia di qualcosa di intellettualmente più profondo e che può in qualche modo trovare un suo posto nel Mondo.
Cosa puoi raccontarci dell’esperienza di Hollywood?
Beh ci sarebbe tanto da raccontare. E’ stato un incontro con un Mondo che ho sempre guardato da lontano o attraverso lo schermo. Qualcosa di molto più grande di me in cui sono entrato in punta di piedi ma che mi ha accolto veramente con grande calore. È stato un confronto importante con gente che fa questo lavoro da una vita a livelli altissimi e ne vede di tutti i tipi quotidianamente. Sono rimasti affascinati da quello che avevo realizzato con così poche risorse e rivestendo inusualmente così tanti ruoli contemporaneamente, ed io ne sono stato molto onorato. Il riscontro del pubblico e della stampa è stato così tanto positivo che da lì mi hanno invitato a tenere delle “lectures” anche nelle università più importanti degli USA, tipo UCLA in cui è passata gente come Jim Morrison, Francis Ford Coppola, James Franco, Maroon 5 per citarne alcuni, la UC Berkeley o a due passi dalla Silicon Valley, la famosa Stanford University, quella in cui tenne il celebre discorso Steve Jobs in cui disse agli studenti: “Stay hungry, Stay foolish!”. Oltre ad essere l’università in cui uno degli allievi che ha creato un social network di nome di Instagram. Una delle prime 3 al mondo, per capirci. E capirete che per me tutto ciò è stato a dir poco incredibile.
Progetti Futuri?
Non posso svelarvi molto. Posso dirvi che ci saranno tanti step diversi e ognuno ci porterà in una nuova direzione, in una nova atmosfera. Percorrendo strade inconsuete ci sposteremo da un’arte all’altra, mantenendo la musica al centro di tutto. Sempre seguendo i 3 diktat di cui vi ho parlato sopra: l’originalità, il messaggio sociale e il “pop”. Spazieremo tra tante arti, tra tanti colori, iconografie diverse e attraverso tanti canali differenti. Spero vi appassionerete a questo percorso e a ciò che racconterà.