Il suo singolo di esordio è già premio SIAE per il miglior testo
“Stereotipo” è il singolo di esordio del cantautore salentino MAVA (Matteo Avantaggiato), un brano che, in occasione del Calabria Fest – Rai Radio Tutta Italiana, gli è valso il prestigioso premio SIAE come miglior testo tra quelli in gara.
DiTutto lo ha intervistato in esclusiva per conoscere meglio questo giovane e promettente talento…
Come nasce “Stereotipo”?
È nata alcuni anni fa,come nascono solitamente le cose che scrivo, cioè da una serie di sensazioni “assorbite” durante ciò che faccio o vedo e poi i pensieri scorrono soli. Così una sera mi trovo a pensare a delle immagini che frullano in testa: Bologna (città in cui vivevo in quel periodo), i locali che moltiplicano gli eventi in programma perché si avvicina l’estate, il fermento che si percepisce perché gli universitari danno libero sfogo alla voglia di vivere. Ecco, immaginate un gruppo di amici per il centro della città, portici, feste universitarie e i soliti discorsi sulle dinamiche con cui ognuno racconta e vive la propria storia.
Ti aspettavi un premio così prestigioso come quello ottenuto al Calabria Fest – RAI Radio tutta Italiana?
No, in realtà non mi aspettavo assolutamente nulla. Quando ho capito che la musica sarebbe stata qualcosa di più di una semplice passione, ho imparato che aspettarsi qualcosa è sbagliato perché alimenta un certo desiderio di arrivare chissà dove e può capitare che la meta finisca per allontanarsi! Per non parlare dei grossi “buchi nell’acqua” che si fanno durante il percorso e che fanno parte del percorso stesso. Le cose belle arrivano quando non te le aspetti (così dicono), magari hai una tua visione e lavori quotidianamente per i tuoi obiettivi, hai voglia di continuare, continui a fare ciò che fai e alle volte vorresti essere già più avanti nel percorso artistico,ma resisti a ogni cambiamento… ogni giorno.
Cosa pensi dei talent, ne faresti uno?
Non si può essere certi di queste dinamiche ! Provare sicuramente è un’esperienza di crescita professionale. Il talent è un’ottima vetrina e permette di farsi conoscere ad un pubblicoampio e in poco tempo, ma non so come funzioni e questo mi spaventa. Amo scrivere e la tv non mi sembra il posto migliore per scrivere.Ritengoche la musica, ora più che mai, sia da portare nei live, tra la gente!
E di Sanremo?
Lo guardo ogni anno sin da piccolo, lo sogno ogni anno di più… ancora oggi guardo in aria e penso all’emozione indescrivibile che un artista deve provare calcando quel palco, a tutto quel turbine che si genera e che ti fa sentire nel bel mezzo di una “centrifuga”. Arrivare lì penso sia la più grande soddisfazione che un artista possa avere, forse addirittura la più gratificante. Sanremo è responsabilità e grande capacità di comunicare nel tempo di una canzone.
Chi ha influito sulla tua formazione musicale?
Ho sempre ascoltato Niccolò Fabi al punto di disintossicare le orecchie e la testa dalle sue parole, dal suo spessore: per me incarna la semplicità di rendere ogni parola interessante, mai banale o scontata, anche nel suono o nella posizione in cui è inserita nel testo. Mi piace la raffinatezza di Bungaro (Guardastelleè stata la canzone della mia adolescenza)… chi aspira a diventare un autore non può non amare questo tipo di cantautorato italiano. Inoltre, sono incuriosito da tutto il mondo indie e da tutte le idee che circolano oggi; ho sempre un orecchio al passato, considerato che in famiglia si respirava musica internazionale, musica elettronica degli anni ‘80.
Gli artisti attuali che reputi più interessanti?
Mi piace Ermal Meta, sono andato ai suoi concerti non so quante volte; mi piacciono svariati artisti della scena Indie e la scena rap/trap. Jovanotti credo sia il più grande avanguardista italiano, dal quale è difficile non apprendere quanto il genio sia fondamentale per alimentare la creatività. Ma se mi chiedete chi oggi reputo interessante nel sottobosco dell’indie penso subito a tantissimi nomi meno inflazionati e li associo più che altro alla casa discografica a cui appartengono: CoCo, Mecna, Margherita Vicario.
I prossimi progetti?
Poter scrivere per altri artisti è sicuramente un mio obiettivo; riuscire ad essere apprezzato come autore e come cantautore è una grande (per non dire enorme) visione che ho da quando avevo 12 anni. Prossimamente pubblicheremo altri brani che ho lasciato in cassetto per troppo tempo e ho intenzione di buttarmi in ogni esperienza di crescita. La mia stabilità sarà dettata da due parole che mi rappresentano e che voglio sianoun mantra per il futuro: SEMPLICITÀ e GRATITUDINE.
DT