Di Patrizia Faiello
Oggi DiTutto vi propone l’intervista esclusiva al tenore Gennaro Mone’, pseudonimo di Gennaro Pedagno.
Nato a Napoli e vissuto sotto i riflettori della passione per la musica e per il teatro, Gennaro si avvicina allo studio del pianoforte sin da piccolo e successivamente alla composizione e al canto al conservatorio perfezionando tecnica e interpretazione mediante master con i più grandi maestri dell’ambito artistico-musicale.
La sua formazione e il suo talento gli permettono di aggiudicarsi molteplici vittorie a concorsi canori e importanti ruoli, divenire compositore-autore di brani inediti, e un tenore dalla carriera internazionale.
Il suo carattere eclettico lo spinge a seguire corsi di formazione per apprendere l’arte della recitazione che, da tempo, gli cuce addosso i panni di svariati personaggi, in qualità di attore e figurante in numerosi film e fiction.
Un profilo colorato dall’arte, in ogni sua forma e sfumatura. Una vita sul palcoscenico e mai in platea. Gennaro Mone’ è anche l’ideatore di ArsMusic un bel progetto non prettamente musicale bensì anche artistico e culturale.
Lo abbiamo intervistato lo scorso 23 giugno. presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma, durante la finalissima del contest canoro nazionale “Voice…incanto” di cui Gennaro era uno dei giurati.
Come nasce la tua passione per la musica e nello specifico per la lirica?
Molto precocemente, all’età di 3 anni, grazie ad un regalo di mio padre: una tastiera Bontempi. Suonavo la sigla della “pasta Barilla” Hymne di Vangelis, a orecchio. La passione per la lirica, invece, è nata tardi. Ho intrapreso gli studi classici di pianoforte e al contempo suonavo e cantavo musica pop, ma la mia voce si esprimeva bene col bel canto, allora ho deciso di fare l’esame di ammissione al conservatorio. L’ho superato con il massimo dei voti arrivando primo in graduatoria, così, una volta messo piede in classe e ascoltato gli studenti degli anni superiori, sono rimasto folgorato dalla lirica.
Gennaro hai già collezionato numerosi successi. Ad oggi nel tuo percorso artistico qual è stata l’esperienza che più ti ha emozionato?
Patrizia sicuramente la tourné fatta in Cina con un’orchestra sinfonica di 60 elementi, tutta Made in Italy. Il calore e il rispetto che hanno i paesi orientali per il nostro patrimonio culturale e musicale è davvero immenso.
Le tue origini sono napoletane, quali sono gli insegnamenti che la tua famiglia ti ha trasmesso?
La mia terra, Napoli, è una città vulcanica. Sento scorrere in me l’energia di questa città che è piuttosto bella e martoriata allo stesso tempo. Vengo da una famiglia umile, di grandi valori e principi. Devo tutta alla mia famiglia, che ha posto le basi per rendermi prima ancora che un artista, un uomo.
Nel 2013 hai dato origine all’ArsMusic, uno dei poli musicali, artistici e culturali più rinomati a Napoli e in tutta la nazione. Ce ne vuoi parlare?
Spiegare ArsMusic in una sola parola diventa complicato. Ecco perché per una maggiore organizzazione e chiarezza abbiamo pensato di dividere i settori artistici-culturali in: scuola di musica, studio discografico e agenzia di eventi. ArsMusic è affiliata all’ente nazionale CSEN e iscritta nel Registro Regionale della Campania. Inoltre, vanta ben due sedi. Il successo di questi anni ci ha reso sempre più forti e ci mette ogni giorno in discussione per migliorare il nostro operato per imporci a livello nazionale. Siamo solo all’inizio. ArsMusic è un bel progetto che amo e che negli ultimi anni vanta di collaborazioni con nomi importanti del patrimonio artistico culturale. La nostra missione si basa sull’amore per la musica e l’arte in ogni sua forma.
Professore di musica, musicista, arrangiatore, cantante, attore e regista. In quale tra questi ruoli ti senti maggiormente a tuo agio?
Mi sento a mio agio nelle cose in cui credo e che amo fare, l’importante è sempre lasciare un messaggio e non essere anonimi.
Giurato al contest Voice incanto cosa ti ha colpito dei giovani artisti che hai dovuto valutare?
La voglia di far musica… questo è lo spirito giusto per affrontare un gara… mettere al centro di tutto il fatto di voler fare musica.
Cosa hai voluto premiare?
La valutazione non si ferma solo alla bella voce, ma alla padronanza tecnica, alla scelta giusta del brano, alla presenza scenica, all’interpretazione e soprattutto alla comunicazione …. in primis bisogna “emozionare”.
Quali sono gli obiettivi che vorresti raggiungere?
In ogni cosa che faccio mi fisso degli obiettivi per non annoiarmi mai. Amo vincere, quindi sono sempre in continua crescita e mutazione. Sicuramente tutti i miei progetti sono accomunati dal fatto che voglio fare arte. Sto lavorando su un nuovo progetto a cui credo fortemente e spero al più presto di presentarlo al pubblico.