ROMA. AMICI AMORI AMANTI. Eva Grimaldi, Pino Quartullo, Daniela Poggi e Attilio Fontana. Dal 18 al 30 Dicembre al Teatro Golden

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Palcoscenico Italiano e Centro Teatrale Meridionale 

presentano

AMICI AMORI AMANTI

ovvero

LA VERITA’ di Florian Zeller

con

Pino Quartullo Eva Grimaldi Attilio Fontana Daniela Poggi

Regia di

Enrico Maria Lamanna

 

Dal 18 al 30 dicembre,  andrà in scena al Teatro Golden “AMICI, AMORI , AMANTI”, protagonisti Pino Quartullo, Eva Grimaldi, Attilio Fontana e Daniela Poggi con la regia di Enrico Maria Lamanna e prodotto da Palcoscenico Italiano e Centro Teatrale Meridionale.

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In una società come quella che stiamo vivendo tra telefonini, nevrosi, contatti sofisticati, contatti passeggeri, paure, Zeller autore prolifico e talentuosissimo francese dell’ultimo decennio, punta il suo dito su quattro personaggi francesi, quattro Parigini della media borghesia: due uomini e due donne con le loro paure e le loro insicurezze… Quelle di tutti i giorni e soprattutto le loro ipocrisie forse di difesa. A questo punto non resta che vedere la storia di queste due coppie. Qualcuno potrà pensare anche per un attimo a Girotondo di Schnitzler ma qui c’è più cattiveria, meno artificiosità, meno vita poetica. Un uomo con la sua amante, la moglie, il marito dell’amante. Tutti si conoscono da tempo, sono amici. Lui Michel il protagonista, con le sue paure e le sue incertezze si trova improvvisamente al centro forse di un complotto, ma no diciamo troppo, al centro della vita con giochi apparentemente leggeri, giochi che diventano finzioni con funzioni che diventano giochi pericolosi. Ho immaginato questa storia ironica, comica, facile, ma con dei risvolti e uno sviluppo drammatico, come una sorta di carillon: la scena gira su se stessa come una scatola dei primi del 900, giocattolo infantile come infantile è Michel, l’unico che cercherà in maniera dolorosa la verità da lui tradita.

Dentro questa scatola le quattro bambole che troveremo non sono certo bambole rassicuranti, ma sono bambole crudeli in questo mondo che stiamo vivendo e tutti e quattro, chi più chi meno, navigano e naufragano in un mare pieno di voglia di tenerezza. Alla fine si sentirà la voglia di abbracciare il protagonista e di rassicurarlo: il nuovo giorno è pronto a venire mentre gli altri tre lo guardano dolenti, superficiali, in un cambio totale della propria esistenza. Zeller resta lì immobile come in tutte le sue opere (basti pensare a Il padre o a La Giostra appunto).

Lui è lì. Lui ti mostra questi personaggi quasi brechtianamente e sta a te giudicare, sta a te capire quali di questi personaggi, queste marionette, vuoi assolvere e portarti a casa, oppure giocare ancora a questo gioco pericoloso che in fondo è la vita

 

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