“Il tempo della sera suona in quattro” è il titolo del loro nuovo singolo uscito in estate
Nel video si racconta una storia d’amore che volge al termine. Le scene sono costituite da un alternarsi di momenti spensierati di una coppia di giovani amanti, dove i colori sono più vividi, accesi, com’è appunto lo stato d’animo delle persone che si amano, a scene di solitudine e tristezza in cui lui rimane solo e perciò i colori si fanno più tenui e malinconici. Non si è voluto concludere con un lieto fine, ma nemmeno con un finale tragico perché come succede spesso, il lieto fine non è dietro l’angolo ma di sicuro gli si da una possibilità quando si chiudono le porte dietro le cose che non funzionano. (link video: https://www.youtube.com/watch?v=F16PTb-YiB4)
Tante date, singoli importanti e un bellissimo album uscito non tantissimo tempo fa. Guardandovi indietro, cosa pensate della strada che avete percorso?
Sicuramente una strada lunga e in salita, ma mai faticosa, perchè se fai tutto con entusiasmo e voglia di crescere, di sperimentare e soprattutto di creare, non vedi mai le difficoltà come un ostacolo, ma come un indizio del fatto che stai facendo le cose per bene. E le difficoltà non mancano mai. Ad esempio quando devi mettere d’accordo cinque teste che la pensano diversamente su un arrangiamento, oppure quando scrivi una canzone che non piace proprio a tutti e devi ritoccare il testo, oppure la linea melodica, o addirittura rinunciare a lavorarci. Le cose più brutte di una strada fatta di musica inedita sono quei periodi in cui non suoni perchè i locali, o i vari comitati patronali, preferiscono invitare le cover band, o quegli “artisti” noti che abbiano partecipato ad un talent e che quindi attirino le folle. Quanto è difficile accettare che un passaggio televisivo ti qualifichi per riempire una piazza, piuttosto che il talento, oppure il fatto stesso che si abbia qualcosa da dire rispetto a chi invece ha solo un’immagine da mostrare!
E la strada che percorrerete come la vedete?
Siamo aperti alle sorprese. Con questo atteggiamento continuiamo a lavorare ai nostri brani, oltre che a mettere in piedi un live di qualità non solo musicale, ma anche di contenuti che facciano riflettere. L’idea è quella di ampliare sempre di più il nostro pubblico e quindi di suonare spesso e ovunque.
Cosa pensate dell’attuale cantautorato?
Sembra che la scena attuale, in merito alla musica pop, che è poi l’ambito in cui lavoriamo, sia divisa in due categorie. Ci sono quei cantautori impegnati di cui tanto vorremmo seguire le orme, le cui canzoni continuano a lasciare un segno, e di cui ti procuri volentieri tutta la discografia, e ci sono quelli da tormentone estivo a cui viene chiesto il “sacrificio” di scrivere un brano usa e getta che dovrà lasciare spazio a quello dell’estate successiva, finendo nel dimenticatoio. Non c’è niente da condannare in chi sceglie di appartenere alla seconda categoria, perchè le logiche del mercato ci dicono che se si vuole suonare, e quindi lavorare più degli altri bisogna fare delle scelte commerciali. Pensiamo che anche il pubblico debba avere un ruolo importante nell’orientarsi verso la musica, prendendola più seriamente e guardandola come si guarda un’opera d’arte in un museo, piuttosto che uno scarabocchio su un post-it.
Qual è la maggiore difficoltà che si incontra oggi per riuscire ad emergere?
Abbiamo già risposto riferendoci ai talent show come l’unica possibilità per farsi spazio tra la folla e questa è la prima difficoltà che si incontra. Poi, se c’è una cosa che abbiamo visto in questi anni, affacciandoci al panorama della musica emergente, è che c’è un fittissimo sottobosco di artisti che cercano di farsi largo per uscire allo scoperto. Parlando di emergenti, immaginiamo proprio un mare in cui si fatica per prendere una boccata d’aria, e quindi la seconda difficoltà è proprio quella di trovarsi in mezzo ad una quantità enorme di persone che vorrebbero vivere di musica, ed il fatto che oggi persino chi produce un lavoro discutibile dal punto di vista della qualità del suono, per non parlare del livello artistico, ha la possibilità di mettere le proprie produzioni sulla rete con un minimo investimento o addirittura gratuitamente, non fa che peggiorare le cose.
Cosa pensate del panorama live in Italia. Ci sono spazi per far ascoltare la vostra musica?
Gli spazi probabilmente ci sono, ma non vengono concessi o utilizzati perchè un’esibizione di una band emergente resta il più delle volte inascoltata. Purtroppo nel grande pubblico italiano manca la cultura della scoperta. Si preferisce il noto che garantisce una certa sicurezza. Andare ad ascoltare una nuova band è come trovarsi a dormire su un divano che non è il tuo, (un letto nemmeno a pensarci), e perciò si corre il rischio di trovarlo scomodo, senza cuscino e con i braccioli che non ti fanno stendere le gambe. Poi c’è quel pubblico coraggioso e curioso che a volte ha la fortuna di trovare un divano comodo, che compra per casa sua, come letto per gli ospiti. Amiamo quel genere di pubblico perchè è quello che con il tam tam (“caro ospite ti consiglio questo divano anche per casa tua!”) fa viaggiare la musica meglio che su un social.
Vi definite “pop”. Come sta il “pop italiano”?
Il pop italiano sta bene. Se sai cosa ascoltare!
Ci sono persone che hanno creduto nel vostra musica sin dal primo momento?
Si. Ci sono i nostri amici e le nostre famiglie che ci hanno sempre sostenuto. Quando nasce un brano nuovo, sono loro le prime persone che coinvolgiamo nell’ascolto, anche se ancora allo stato grezzo, per avere un’opinione a caldo. Forse è questo rapporto di scambio che fa di quel primo momento un attimo sacro su cui basare tutto il rapporto dal punto di vista musicale.
Grazie ragazzi e in bocca al lupo per tutto da DiTutto!
DT
La Medison è una rock Band nata nel 2008. Ha al suo attivo numerosi concerti nella Regione Puglia ed anche in alcuni teatri della Campania e Basilicata ed il suo disco, dal titolo “IDENTICO”, è stato pubblicato su tutti Digital Stores e su Spotify ed è interamente prodotto ed arrangiato dagli stessi musicisti.
Ospite in alcune manifestazioni quali presentazioni di libri, di movimenti politici e persino eventi di portata mondiale come il Genfest, nell’agosto del 2012, con una presenza di circa 12.000 giovani provenienti da tutto il mondo, Medison è di supporto ad una compagnia teatrale, di cui è parte integrante, che porta lo stesso nome e che raggiunge 15 elementi tra cui ballerini e attori. La pace, la fraternità universale, la dignità di ogni uomo che vive sulla terra, sono i valori che attraverso il teatro sociale cerca di trasmettere, rivolgendosi a gente di tutte le età, culture e provenienze geografiche.
L’ultimo lavoro della compagnia si chiama “in(di)visibili” e racconta di rapporti nati in contesti particolari, di sensibilità differenti, di identità, uguaglianza e diversità. Indivisibili è nato dalla relazione e dall’amicizia con alcuni ragazzi migranti ospiti di un centro d’accoglienza della città di Bisceglie che recitano sul palco insieme agli attori di Medison e raccontano del viaggio che li ha portati in Italia.
Nell’inverno 2017 l’incontro con Davide Pannozzo sigla l’inizio di una collaborazione che riporta in studio di registrazione la band per la composizione del nuovo album con la produzione musicale del noto artista descritto dalla critica come uno degli artisti della nuova contemporary blues più interessanti della nuova generazione.