La Bocca è un duo basso e voce nato nel 2013 a Brescia da un’idea del cantautore bassista Gian Franco Riva e della cantante Alessandra Lancini.
ll duo torna con un nuovo album, “Evoluzioni”, pubblicato a Dicembre 2017 dopo l’avventura di “Due” nel 2014.
Durante la fase di scrittura di “Evoluzioni” arriva l’incontro con Sergio Sgrilli che viene coinvolto nell’intera produzione artistica.
Come vi siete avvicinati alla musica?
Gianf: mi travolse da piccolo. Ero un bambino timido e abbastanza schivo e nella musica trovai delle emozioni forti. Magia. Qualcosa di più forte del dialogo. Giravano parecchi vinili in casa portati da mia sorella maggiore. Passavo dei pomeriggi interi nel dopo scuola tra il filo delle cuffie e le copertine di cartone colorate. Da lì la curiosità di imparare a suonare uno strumento e la passione per lo scrivere ritenendo che la musica sia un sottofondo fondamentale nella vita.
Alessandra: anch’io ho iniziato a cantare da bambina, conservo ancora delle registrazioni su cassetta in cui mi dilettavo… ma ero stonata come una campana! Ho studiato pianoforte per anni, poi mi sono dedicata quasi completamente al canto. Gian Franco ha la capacità di scrivere canzoni che quando canto riesco a sentire mie, mi piacerebbe prima o poi riuscire a comporre qualcosa …chissà…
“Alla radio” è un brano tratto dal vostro album “Evoluzioni”. Cosa rappresenta per voi e quale messaggio volete trasmettere con questa canzone?
Per noi “Alla radio” è una canzone dai vari colori. Nelle sessioni studio è quella in cui il nostro binomio basso e voce è stato contaminato da più suoni, grazie anche ad un’illuminazione di Valerio Gaffurini. Il messaggio che vuole trasmettere nasce da una sorta di diario di un artista in viaggio in un’automobile che, nel tempo, diventa un po’ casa sua. Sulla strada molte riflessioni: la sua carriera, i suoi stati d’animo e la speranza di essere capito. All’improvviso nel sentire una sua canzone trasmessa alla radio scende e si mette a ballare.
Cosa troveremo nel vostro album “Evoluzioni”?
Troverete le nostre “evoluzioni”. Rispetto al nostro lavoro precedente, “Due”, in cui basso e voce (formazione anche nei live da noi preferita) erano gli unici ingredienti, il nuovo disco ha degli inserti di altri strumenti nell’arrangiamento di alcuni brani. Questo frutto di una lunga produzione artistica con Sergio Sgrilli e Valerio Gaffurini al nostro fianco.
Ci sono stati momenti importanti durante il percorso artistico de “La
bocca”?
Ce ne sono stati e ce ne sono parecchi (fortunatamente). Importanti per noi sono le emozioni regalate dal pubblico, dalle realtà dei locali più piccoli alle esibizioni nelle grandi piazze. Siamo apprezzati anche da addetti ai lavori e anche questo per noi è fonte di stimolo per il nostro progetto.
Cosa pensate dello stato della musica in Italia?
La musica in Italia è spesso molto criticata, forse anche perché realtà più piccole ma di grande qualità non riescono ad emergere. Lo stato attuale, tra pregi e difetti, lo vogliamo vedere come un periodo di transizione. Progetti musicali validi non mancano.
C’è qualcuno che ha creduto subito in voi?
Le nostre famiglie e i nostri amici prima di tutto. In ambito professionale Valerio Gaffurini ha sempre appoggiato i nostri progetti musicali con gran dedizione. Paolo Bruno della Kandinsky Records, con cui abbiamo prodotto il nostro primo lavoro. Ed ora Sergio Sgrilli che ha dato una svolta qualitativa e professionale e che ci segue e motiva sempre con la sua grande esperienza.
Cosa vuol dire “fare musica” per “La bocca”?
Viverla e rispettarla.
Progetti futuri?
Portare in giro le nostre storie e rientrare con la voglia di scriverne di nuove.
DT