È uscito per Artist First il nuovo album dei La Scelta, dal titolo “Colore alieno”, un lavoro che è arrivato a nove anni dal precedente progetto. La band romana nata nel 2006 traccia dopo traccia ribalta il concetto di alienazione e ridefinisce la sensazione di umanità negli Anni 2000. Mattia Del Forno (voce, piano, synth), Francesco Caprara (batteria percussioni), Emiliano Mangia (chitarre) e Marco Pistone (basso) rinnovano anche in questo nuovo album il sodalizio artistico con Ron, con il quale il gruppo ha una lunga storia di collaborazioni.
Se vi chiedessimo di ripensare all’intero iter che finora avete percorso in che modo vi sentite cambiati?
Siamo maturati, sicuramente i testi sono più diretti e anche le strutture melodiche più essenziali. Manteniamo comunque la nostra identità e il nostro sound senza snaturarci.
Il nome La Scelta sta a indicare che nonostante tutto vi siete “scelti”. Come riuscite a gestire i rapporti fra di voi? Siete mai stati sul punto di sciogliervi?
Abbiamo caratteri molto differenti ma insieme siamo complementari.
Anche nelle difficoltà, dopo più di 10 anni, non abbiamo mai pensato di mollare,
Il nostro entusiasmo ha sempre prevalso ed è stato punto di forza nei periodi meno sereni. Il nostro è un viaggio meraviglioso che unisce musica e amicizia.
Il vostro ultimo album, “Colore Alieno” è un esempio di autentica bellezza: qual è stata la genesi?
È stato un lavoro lungo perché durante la scrittura e la realizzazione dei pezzi ci siamo dedicati ai live e a tante collaborazioni.
Alcune tracce sono state registrate in Texas, a El Paso, fu un’esperienza indimenticabile, molto rock’n Roll! Poi nel cassetto avevamo alcuni brani già pronti ma mai pubblicati, li abbiamo rivisitati un po’ e nel frattempo sono nate altre canzoni completamente da zero.
Negli ultimi anni siete stati piuttosto attivi ma vi abbiamo visto principalmente accanto a Ron. Com’è lavorare con un artista così grande?
È una grande scuola. Ci ha insegnato molto e allo stesso tempo abbiamo trascorso momenti di grande divertimento e musica.
Il nostro contagioso entusiasmo e la nostra determinazione ha colpito l’anima di un così grande artista che ci ha voluto accanto nella scrittura, in studio e anche sul palco.
È chiaro che suonare dal vivo sia la vostra dimensione, qual è stata la performance sinora più degna di nota nella vostra carriera?
Ci sono stati tanti momenti emozionanti e unici, il concerto del 1 Maggio in Piazza san Giovanni a Roma ad esempio o sul palco dell’Ariston a Sanremo.
Ricordiamo però un evento in particolare in Sicilia a Geraci Siculo dove avevamo davanti una piazza intera che cantava a memoria i nostri brani.
Quale altra arte avreste voluto padroneggiare se non foste diventati dei musicisti?
Siamo appassionati di pittura, fotografia e cinema, ma sin da piccoli avevamo in testa solo la musica.
Progetti futuri?
Partirà il 16 Marzo dal Quirinetta di Roma il nostro “Alieno Tour”, andremo in giro un po’ in tutta Italia, poi chissà, magari un altro disco.
Dt