Come descriveresti brevemente la tua carriera di cantautore?
Dieci anni di musica e parole tra poesia ed impegno civile assieme a Stefano Florio mio coautore e produttore in un cammino umano ed artistico. Oggi, un album autobiografico dove se uno lo desidera può incontrare l’uomo che si cela dietro il cantautore.
E’ uscito il tuo nuovo album “Colpiscimi felicità” con 10 brani, qual è tra questi quello che più ti rappresenta?
Essendo un album autobiografico in tutti i brani c’è qualcosa che mi appartiene nel profondo, mente in “Canto sociale” c’è il manifesto di un pensiero e questo rappresenta molto il cammino fatto fino ad oggi
Nel nuovo album racconti momenti della tua vita privata, come mai questa scelta?
Per depositare come in un album di famiglia le foto che più rappresentano la mia vita fino ad oggi, un punto dal quale ripartire, per non restare ostaggio dei sentimenti e dei ricordi ma per portarli con me come anime gentili
Nella tua musica da sempre porti avanti temi del sociale, qual è il tema che senti più vicino a te e perchè?
L’educazione scolastica è il tema principale perché è da li che nasce e si fonda ogni nuova società, ognuno di noi è ciò che respira, che ascolta, il mondo di cui si circonda ma soprattutto se ascoltato può divenire utile a se stesso e agli altri, un bambino ha bisogno di ascolto per sviluppare l’alfabeto dei suoi sentimenti
Con la collaborazione dell’artista satirico Antonio Cornacchione hai reinterpretato “Ho visto un re” in omaggio a Enzo Jannacci e Dario Fo, cosa ti ha spinto a farlo?
L’amore per la canzone popolare e d’autore che con astuzia ed intelligenza diviene satira , sberleffo dei potenti e l’omaggio a due grandi artisti che ho sempre amato. Credo si debba continuare a tramandare la storia della canzone popolare per non dimenticare che esistono più modi per fare musica. Poi la collaborazione con Antonio Cornacchione, un vero artista satirico!
“In questa società liquida cadiamo spesso nell’oblio navigando nel mare del nulla…” cosa ti ha portato a questa tua recente dichiarazione?
A volte ci si sente spersi nel cercare un’ancora di appoggio, un lido sicuro nel quale naufragare, tutto è liquido, veloce, ci sfugge dalle mani, siamo passati da un’epoca di ideali e ideologie ad un’epoca post-ideologica ancora da decifrare. Ma forse è questa la nuova sfida, imparare ad ascoltare, non credere mai di sapere, osservare e lasciarsi attraversare senza preconcetti. Per questo soltanto la felicità può aiutarci se invocata nel modo giusto, resta a noi trovare il luogo in cui si nasconde.
“Colpiscimi felicità” il nuovo album (in cd/vinile/digitale) di Luca Bassanese prodotto da Stefano Florio per Buenaonda Etichetta Discografica/The SAIFAM Group.
Sono canzoni alla ricerca della felicità, nascosta tra le pieghe del quotidiano dove l’artista si mette a nudo e racconta momenti della sua vita privata
“Mi scuso in anticipo se tra le braccia della felicità il mio canto, nell’incedere dell’album, diviene un canto sociale, la felicità in fondo è anche la passione di un sogno condiviso con chi si ama e con il mondo.”racconta l’artista noto anche all’estero per la sua musica che da anni porta avanti temi del sociale.
L’album è stato anticipato dal singolo “Gli anni ’70 ed io che ti amo” di Luca Bassanese attualmente in rotazione radiofonica
Track by track
1 Gli anni ’70 ed io che ti amo
Primo singolo estratto dall’album “Colpiscimi felicità”, il brano “Gli anni ’70 ed io che ti amo” è un moderno déjà-vu dal profumo d’estate dove l’amore descritto dal cantautore Luca Bassanese prende le sembianze d’una felicità improvvisa, illuminazione del quotidiano. Il cantautore è nudo quando parla di sé, dei suoi sentimenti, a noi il tempo di un ascolto per rivivere quella stessa avvolgente felicità.
2 La parte migliore di te
Dal sapore caraibico “La parte migliore di te” è una canzone apparentemente spensierata e leggera che porta con sé un messaggio importante, l’invito a cogliere e coltivare il meglio di se stessi senza troppe preoccupazioni ma con la consapevolezza che è la parte migliore di noi di cui le persone, gli amici, gli affetti, il mondo stesso ha bisogno. La nostra felicità, determinata da quanto riusciamo ad essere sinceri e autentici. La vita passa in questa canzone come in un film, su di un finale evocativo ricco di immagini che ci appartengono come in un flashback denso di poesia ed energia positiva.
3 Sentirsi uno anche se siamo in due
L’estate, il mare, il desiderio di viaggiare senza una meta precisa illuminati da una felicità improvvisa seguendo la scia di un armonica che risuona leggera, perché a volte basta un niente per sentirsi uno anche se siamo in due.
4 Datemi un orto
Squilli di trombe e coro beatlesiano dal sapore seventy years. E “Datemi un orto” risuona come un’invocazione, come atto di libertà, slancio improvviso e desiderio profondo di ritornare alla terra, nel senso più concreto del temine, coltivare un orto che sia sul balcone di casa o su di un acro di terra è questa forse una nuova forma di rivoluzione
5 Siamo la pioggia e siamo il sole
Una canzone da ascoltare viaggiando, ricca di elementi evocativi, ritagli di vita che dipingono l’esistenza, cercando tra gli anfratti della quotidianità il senso dell’esistenza stessa che si nasconde tra le pieghe della vita, come una strana felicità dove il desiderio di sentirci vivi è così forte da catapultarci all’improvviso in un giorno di sole e pioggia, temporale estivo, orizzonte di luce caleidoscopica, arcobaleno.
6 L’amore benedetto
Che l’amore sia sempre benedetto quando arriva all’improvviso come un lampo in cielo o quando cresce come sentimento condiviso che non possiamo più arrestare. L’amore, questa forza dirompente che crea in noi un’innata felicità. A tempo di swing l’amore danza perchè senza amore siamo soli come giardini senza fiori.
7 L’extraterrestre
Il cantautore sveste i suoi panni ed interpreta la voce di chi non ha voce come un extraterrestre padrone di niente si infila in punta dei piedi le scarpe di chi ha lasciato tutto e tra il sogno e la ragione resta all’improvviso abbagliato da un sole che è lo stesso sole, sotto un cielo che è lo stesso cielo. La felicità a volte è anche l’incanto di un’insolita percezione di bellezza e di speranza.
8 Canto sociale
Una ballata dedicata a tutti coloro che cercano nel quotidiano di dare un volto all’utopia, di chi nonostante tutto continua a cercare l’infinito negli occhi di un bambino. Dice il cantautore: “Per l’acqua, per la terra, per la vita, per la dignità che ci rende persone, per il cieco che ha visto l’infinito, io canto e non mi stanco di cantare.”
9 Burocrazy
Un folle electro balkan, una ballata contro la burocrazia che troppo spesso toglie ossigeno alla nostra vita sommergendoci di carte e codici. Un inno alla libertà di essere umani.
Possa la satira e la fantasia salvarci ancora una volta da tutto questo delirio per restituirci la libertà di danzare, di cantare, di sognare. Perchè no?
10 Canzone del 29 giugno
Una canzone racconto, un’intensa testimonianza attraverso musica e parole di una drammatica storia attuale da non dimenticare.
Breve Bio Luca Bassanese
Luca Bassanese, Targa MEI 2015 (Meeting Etichette Indipendenti) come miglior artista di musica popolare, già Premio Recanati Musicultura e Attestato di Merito per l’impegno Civile (Premio Nazionale Marcello Torre), è un artista in sintonia con i movimenti ambientalisti e di impegno civile. Tra le sue collaborazioni con artisti nazionali e internazionali, l’Original Kocani Orkestar di Macedonia presente nel suo album “Al Mercato”, l’artista nord africano di etnia e cultura Berbera Bachir Charaf definito “la voce del deserto” nel brano “Il Futuro del Mondo”, l’artista satirico Antonio Cornacchione con il quale ha reinterpretato “Ho visto un re” in omaggio a Enzo Jannacci e Dario Fo. Nel suo ultimo album è presentela partecipazione di Jacopo Fo e del Coro delle Mondine di Bentivoglio. Luca Bassanese è considerato dalla critica di settore tra i più importanti nuovi esponenti della scena Folk Popolare Italiana.
“C’è un mondo che si muove!” per citare uno dei manifesti in musica più conosciuti dell’artista oltre alla sua “Confini“, “L’acqua in bottiglia“, “Salta per l’indignazione” protagoniste negli ultimi anni delle battaglie civili e ancora oggi colonne sonore dei movimenti per l’acqua, per la terra, per la dignità dei Popoli. Un esempio moderno, attuale, di come la musica può divenire ancora strumento per raccontare un nuovo mondo possibile, non di protesta ma di proposta, elemento di discussione e confronto. Una musica quella di Bassanese utilizzata anche nelle scuole elementari, medie e superiori per trattare tematiche di estrema attualità come il femminicidio con “Canzone d’amore (contro la violenza sulle donne), l’inquinamento con “La leggenda del Pesce Petrolio” i beni comuni e la Costituzione con “Qui si fa l’Italia o si muore“, il razzismo con “Una sera ho incontrato un razzista“. Con un linguaggio originale e diretto, mai paternalistico o retorico dove la violenza nella parola è messa al bando per lasciare spazio all’allegoria, al ragionamento talvolta surreale su fatti concreti, portando così l’ascoltatore ad osservare gli eventi da angolature diverse fuori da ogni preconcetto.
Dice Bassanese: “In questa società liquida cadiamo spesso nell’oblio navigando nel mare del nulla, qualcuno si rifugia su di un’isola ma questo non basta, abbiamo bisogno di una terra comune sulla quale ripartire, una terra solida, più che solida: solidale e sostenibile!”