A Oriolo dei Fichi (Faenza) la rinascita del Centesimino

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Un libro, scritto dal degustatore cervese Francesco Falcone, ripercorre la storia del celebre vitigno

 

Fra le pieghe della Romagna meno affermata, lampeggia la personalità e l’originalità del raro vitigno Centesimino, a lungo chiamato “Savignon Rosso”. Dimenticato per decenni, al punto da rischiare la completa estinzione, oggi il Centesimino è una varietà coltivata esclusivamente nel distretto di Oriolo da un manipolo di intraprendenti vignaioli capaci di esaltare la qualità delle sue uve. Ed è dedicato proprio a questo raro vitigno romagnolo il libretto (Edito da Quinto Quarto) di Francesco Falcone, degustatore professionale, wine writer e divulgatore indipendente che ha deciso di raccontare – sul piano enologico – questo territorio unico ed i suoi vignaioli.

Il libro, intitolato “Centesimo di Oriolo”, è un viaggio nell’evoluzione del vino italiano con una fermata d’obbligo nel colosso enologico romagnolo che, in virtù dei 55mila ettari vitati e poco meno di 7 milioni di ettolitri di vino ottenuti ogni anno, rappresenta la seconda regione italiana in termini di produzione (più prolifica è solo quella veneta).

E in questa realtà rigogliosa, svetta il raro Centesimino, che deve la sua prima diffusione a Pietro Pianori, soprannominato appunto “Centesimino” (per la sua forte inclinazione al risparmio) che negli anni Cinquanta del secolo scorso prelevò le marze di una vecchia vigna scampata ai danni della fillossera e presente nel palazzo di famiglia (in pieno centro storico a Faenza), propagandole successivamente nei terreni del Podere Terbato, una tenuta di proprietà con sede nel distretto di Oriolo dei Fichi.

Ancora oggi, a distanza di 60 anni da quelle prime esperienze produttive legate ai lavoro di Pianori, il Centesimino continua ad essere una varietà quasi esclusivamente presente nel distretto di Oriolo. Non mancano alcune sporadiche coltivazioni nel cesenate e nelle vallate del Marzeno e del Lamone, ma si tratta di produzioni rarefatte nelle dimensioni ed episodiche dal punto di vista commerciale.

I sette produttori della zona di Oriolo a cui è dedicato questo libro da tempo hanno scelto il Centesimino per rappresentare le singolarità del territorio: e se i numeri sono ancora minuscoli rispetto al contesto regionale (20 ettari vitati e meno di 50mila bottiglie prodotte ogni anno), straordinario è invece il loro impegno sia nel costante allargamento della superficie vitata (si stima che nei prossimi anni gli impianti di Centesimino saranno ben più del doppio di quelli attualmente produttivi), sia nella valorizzazione del vino e della sua tipicità.

Nella foto il degustatore cervese Francesco Falcone versa un bianco alla neocampionesse di karate Viviana Bottaro

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