Un Bando da 1,6 milioni di euro per valorizzare la partecipazione ad attività sportive di minori e giovani. Lo sport come strumento di crescita oltre che come facilitatore di inclusione e integrazione. C’è tempo fino all’8 settembre per le organizzazioni non profit con finalità formative e/o socio-educative e le realtà sportive del territorio.
Guzzetti: “Lo sport diventa terreno dove valorizzare tutte le diversità. Stare insieme e fare sport aiuta le nuove generazioni a superare e cancellare i momenti di difficoltà. Un prezioso strumento per la crescita dei nostri ragazzi”.
Rossi: “Insieme significa inclusione ed integrazione, dove è lo sport, mezzo di aggregazione per eccellenza, il vero motore capace di abbattere ogni barriera ed insegnare quel rispetto per l’altro, per le regole e del fair play che servono a formare ed educare i giovani, non solo su un campo o in una palestra, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni”.
Milano. Lo sport strumento di crescita, integrazione, prevenzione del disagio sociale giovanile, diffusione di una cultura della non violenza, elemento essenziale di corretti stili di vita. Lo sport per il rispetto degli altri e delle regole, autodisciplina, abitudine alla fatica e all’impegno, cooperazione all’interno della squadra, accettazione della sconfitta, capacità di gestire le difficoltà e i problemi. Lo sport, inoltre, per superare le differenze, siano esse linguistiche, religiose, culturali, sociali e creare contesti in cui può essere favorito il dialogo e l’accoglienza.
Obiettivo del bando è la promozione e la valorizzazione della pratica sportiva tra bambini e giovani attraverso il supporto di interventi sviluppati all’interno di una collaborazione tra le organizzazioni che si occupano di formazione ed educazione e le realtà sportive del territorio..
Si intende sostenere sul territorio lombardo la realizzazione di progetti che siano in grado, da un lato di ricomprendere a pieno titolo lo sport nei percorsi di crescita e, dall’altro, di massimizzare le capacità dello sport di veicolare contenuti educativi. Tali interventi dovranno essere rivolti a:
– bambini e giovani di età compresa tra i 6 e i 19 anni (laddove il progetto preveda il coinvolgimento delle scuole del secondo ciclo e di giovani frequentanti percorsi di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia, potranno beneficiare degli interventi anche studenti di età superiore);
– bambini e giovani con disabilità di età compresa tra i 6 e i 25 anni.
Lo sport è considerato un elemento centrale nella crescita delle persone, sia perché rappresenta un fattore di prevenzione e promozione del benessere psico-fisico e un elemento essenziale di corretti stili di vita, sia perché contribuisce a sperimentare in modo diretto valori ritenuti importanti soprattutto nelle fasi di sviluppo dei bambini e dei ragazzi: rispetto degli altri e delle regole, autodisciplina, abitudine alla fatica e all’impegno, cooperazione all’interno della squadra, accettazione della sconfitta, capacità di gestire le difficoltà e i problemi. Lo sport, inoltre, permette di superare le differenze, siano esse linguistiche, religiose, culturali, sociali e di creare contesti in cui può essere favorito il dialogo e l’accoglienza.
Il bando, con scadenza il prossimo 8 settembre, mette a disposizione 1,6 milioni di euro a sostegno di progetti che avvicinino bambini e adolescenti alla pratica sportiva di base e contrastino il fenomeno del drop out sportivo nell’ambito di un percorso formativo-educativo finalizzato alla loro crescita personale e all’adozione di stili di vita attivi permanenti attraverso la diffusione della cultura del movimento e dello sport o promuovano lo sport come strumento di inclusione e integrazione sociale, di superamento del disagio e di promozione del benessere psico-fisico personale.
Target dell’intervento sono bambini e giovani di età compresa tra i 6 e i 19 anni e bambini e giovani con disabilità di età compresa tra i 6 e i 25 anni. Le richieste di contributo dovranno essere presentate da un partenariato minimo di due soggetti, con sede legale o operativa in Lombardia, composti da almeno un’organizzazione non profit in rappresentanza del mondo sportivo e un ente pubblico o un’organizzazione privata non profit che abbia finalità formative e/o socio-educative.
Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo: “Oltre all’autostima, la pratica sportiva contribuisce anche a formare e rafforzare il senso d’identità. Lo sport è la chiave per integrare e coinvolgere le persone, in particolare i ragazzi, una fascia di età che Fondazione Cariplo si impegna a sostenere e coinvolgere. Mi piace vedere i ragazzi quando stanno insieme e fanno sport, sono l’emblema della gioia anche quando si creano situazioni di difficoltà. Lo sport aiuta a superare problemi e situazioni difficili, a volte perfino a cancellarle. Abbiamo bisogno di grandi testimonial per far passare questi messaggi”.
Antonio Rossi, Assessore allo Sport e Politiche per i Giovani Regione Lombardia: “Lo sport ci insegna che fare squadra è la carta vincente che porta alla vittoria, ed essere riusciti, ancora una volta, ad unire le forze, darà la possibilità a chi si occupa di sport, ai giovani, di poter ampliare il proprio operato ed aumentare ulteriormente la diffusione della pratica e della cultura sportiva, una delle priorità di Regione Lombardia”.
Per info: Bianca Longoni, Fondazione Cariplo, Ufficio Stampa, tel. 02.6239405
Scarica il bando: Bando Sport
FONDAZIONE CARIPLO: LO SPORT PER PREVENIRE ESCLUSIONE E MARGINALITA’
Lo sport è elemento centrale nella crescita delle persone, sia perché rappresenta un fattore di prevenzione e promozione del benessere psico-fisico e un elemento essenziale di corretti stili di vita, sia perché contribuisce a sperimentare in modo diretto valori ritenuti importanti soprattutto nelle fasi di sviluppo dei bambini e dei ragazzi: rispetto degli altri e delle regole, autodisciplina, abitudine alla fatica e all’impegno, cooperazione all’interno della squadra, accettazione della sconfitta, capacità di gestire le difficoltà e i problemi. Lo sport, inoltre, permette di superare le differenze, siano esse linguistiche, religiose, culturali, sociali e di creare contesti in cui può essere favorito il dialogo e l’accoglienza.
Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo: “Oltre all’autostima, la pratica sportiva contribuisce anche a formare e rafforzare il senso d’identità. Lo sport è la chiave per integrare e coinvolgere le persone, in particolare i ragazzi, una fascia di età che Fondazione Cariplo si impegna a sostenere e coinvolgere. Mi piace vedere i ragazzi quando stanno insieme e fanno sport, sono l’emblema della gioia anche quando si creano situazioni di difficoltà. Lo sport aiuta a superare problemi e situazioni difficili, a volte perfino a cancellarle.
Abbiamo bisogno di grandi testimonial per far passare questi messaggi”.
Fondazione Cariplo è impegnata da anni in numerose iniziative sociali che utilizzano lo sport come leva per creare legami tra le persone. Di seguito alcune delle principali attività.
BANDO SPORT: 1,6 MILIONI DI EURO PER VALORIZZARE LO SPORT TRA I PIU’ GIOVANI
La seconda edizione del Bando SPORT, occasione per crescere di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia con un budget di 1,6 milioni di euro per valorizzare la partecipazione ad attività sportive di minori e giovani anche in condizioni di difficoltà.Lo sport è per Fondazione Cariplo strumento di crescita, integrazione, di prevenzione del disagio sociale giovanile, di diffusione di una cultura della non violenza. Obiettivo del bando è la promozione e la valorizzazione della pratica sportiva tra bambini e giovani attraverso la collaborazione di organizzazioni che si occupano di formazione ed educazione e le realtà sportive del territorio. ##grandiconlosport
UN CAMPO NEL CORTILE: RIQUALIFICARE CAMPI DA CALCIO NELLE PERIFERIE
“Un campo nel cortile” è un progetto di Fondazione Magnoni che supporta la realizzazione di campi da calcio situati in contesti periferici e degradati. Fondazione Cariplo ha sostenuto attivamente questa iniziativa che rivolge l’attenzione al potenziale attrattivo dell’attività sportiva dilettantistica e si propone di supportare la riqualificazione dei campi da calcio in contesti periferici o degradati di contesti urbani o densamente popolati. L’obiettivo è di favorire la coesione sociale attraverso una riqualificazione strutturale economicamente sostenibile offrendo una risposta alla carenza di spazi di aggregazione nei quartieri periferici valorizzando lo sport quale mezzo di socializzazione e integrazione.
LO SPORT PER LA RICERCA SCIENTIFICA: L’ESEMPIO DI ARISLA
AriSLA – Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica rappresenta oggi una risposta concreta nell’ambito dell’impegno e degli investimenti nella lotta contro la SLA, attraverso la sua azione di sostegno, coordinamento e promozione della ricerca scientifica per la conoscenza, la cura ed il trattamento di questa malattia. AriSLA nasce nel dicembre 2008 dall’intuizione e dalla lungimiranza di quattro Soci Fondatori che nell’ambito del non profit rappresentano una garanzia di serietà ed eccellenza: AISLA Onlus – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Fondazione Cariplo, Fondazione Telethon, Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus. Obiettivo: sostenere la ricerca scientifica di eccellenza come unica modalità per “aggredire” in modo efficace la Sclerosi Laterale Amiotrofica, della quale oggi non si conoscono ancora le cause e per la quale non vi è cura. In pochi anni AriSLA è diventata uno dei principali organismi in Italia e in Europa ad occuparsi esclusivamente di finanziare la ricerca scientifica sulla SLA.
LO SPORT IN CARCERE: LA FONDAZIONE CANDIDO CANNAVO’
Da una costola della Gazzetta dello Sport, con grande impegno di Fondazione Cariplo , nasce la Fondazione Candido Cannavo’ per continuare, in ambito sociale, l’opera di un grande giornalista e scrittore, maestro di vita e di sport. L’attenzione di Candido Cannavò alle problematiche penitenziarie è stata particolarmente elevata. La Fondazione, con questa motivazione, cerca di offrire condizioni di migliore vivibilità negli istituti detentivi, anche attraverso lo sport, e una soluzione al dramma dei bambini che vi risiedono con i genitori.